Cassetta LIX

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"Ehi ragazze"
Serena, Irene e Alice entrarono in casa lasciando la porta aperta.
Perché non la chiudevano mai?

Mi tolsi Giacomo il minore dalla faccia prendendolo dalla collottola, per poi lanciarlo sul cuscino e fare scattare la serratura.
"Ok, muovete il culo. Oggi si va a fare shopping"
"Passo"
"Evelin, se non vieni ti faccio diventare sterile"
Come non detto.
Ripresi Giacomo e lo lanciai a Serena che a sua volta mi lanciò uno sguardo di disapprovazione.
"Dai Eve, ti compro il milkshake all' eucalipto"
Alice non demordeva.
Questa parola derivava da 'mordere'?
O da demo?
Evelin basta con domande sceme. Piuttosto, da quando c'erano i milkshake all'eucalipto?
Incorciai le gambe per terra, muovendo il culo per segnare il territorio.

"Vorrà dire che ti porteremo di forza"
"Ma anche no"
"Ma anche si"
"No"
"Si"
"No"
"Si"
"Si"
"No"
"AH AH"
"Cazzo"

Mi sedetti sulla penisola, soddisfatta
"Ma Clarissa?"
Era in posizione fetale all'angolo del divano.
Stava abbracciando la tavoletta del water piena dei suoi stikers come consolazione.
Ovviamente l'avevo purificata con il cianuro.
Ora il nostro gabinetto era incompleto come il pazol delle Monster High sul mio comodino.

"Perché non parla?"
Dovevo dirglielo?
"Si stava lavando i denti ed era distratta a cantare la sigla di Topolino quando ha scambiato il colluttorio per l'acqua ossigenata"
Le ragazze si girarono verso di lei.
"Quando se n'è accorta, invece che sputare perché è cretina, è corsa in cucina mentre preparavo la medusa al sedano"
Si rigirarono verso di me accentuando lo sguardo confuso alla parola medusa.

"Mi è venuta addosso, facendomi cadere il sedano, su cui poi è scivolata come i mandrilli sulle banane, schiacciando Bartolomeo"
Si ririgirarono dalla parte di Clarissa.
Ma cazzo. Lo volevi anch'io un collo così snodabile.

"Alla fine niente, un piccione ha sbattuto sulla vetrata, lei si è spaventata e ha ingoiato l'acqua ossigenata. Ah, penso abbia sbattuto anche il gomito"

Alice aveva la bocca aperta e c'era una mosca che stava scendendo il picchiata.
Irene gliela richiuse.
"Ok. Niente shopping. Ospedale"
"Prima di andare volete assaggiare la mia medusa? Ah e attente ai tentacoli. Il dito di clarissa non tagliava abbastanza".

-

Stavo tornando dal cartolaio.
Avevo comprato delle stelline fosforescenti da appicciare sul soffitto di camera mia per la notte.
Rendevano tutto più facile per la meditazione.
Ero tentata di prendere anche quelle a forma di merluzzo salterino verde mandarino , ma da lontano sembravano degli gnocchi, e clarissa gli odiava.

Uscita dall'ascensore notai che la porta di casa era leggermente socchiusa.
Oh no. No no no NO.
CHI LAVEVA LASCIATA APERTA STAVOLTA?
Non avevo manco il mio mestolo di soccorso!

Usai il sacchetto come calza di burro, Sam mi rappresentava così bene.
Entrai in casa chiudendo la porta alle mie spalle. Non ci vedevo niente, ma così il landro non sarebbe scappato illeso. Dovevo giusto scaricare lo stress che si era accomunato mentre mettevo la panciera a un vecchietto.
Non fatelo. Mai.

Tastai i muri nella disperata ricerca dell'interruttore quando tirai una sberla a qualcosa.
"Ahia"
Qualcuno. Lo colpì con il sacchetto.
"AHIA.
MA LA VUOI SMETTERE?"

Mi rotolai una volta sul tappeto come un ninjia dopo essermi ricordata che l' interruttorie stava dalla parte opposta.

Quando mi girai Nicola era raggomitolato a terra, con una mano a coprirsi la patta dei pantaloni e l'altra sul braccio.

"Mi spieghi che cazzo ci fai a casa mia?"
Si lamentò dal dolore fingendo di piangere.
"Vendita pubblicitaria"
"Di lavatrici?"
Si girò in posizione supina, alzando la testa per guardarmi male.
"No perché vorrei lanciartene una"
"Vaffanculo"

Le Bozze di  DioWhere stories live. Discover now