Cassetta LXXVIII

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«PRENDI QUESTO»
Evelin mi lanciò in faccia qualcosa. Non seppi mai cosa, perché appena caduto una delle amiche di Alice lo raccolse manco fosse una sanguisuga. Poteva essere un vampiro di The Vampire Diaries.
«AL VOLO ERA SOTTINTESO»

Evelin respirava affannosamente come quando d'estate accendi il ventilatore e ti ci metti davanti per farti vibrare la voce e sembrare un cantante. Poi però ti si impigliano i capelli nel ventilatore, urli, gridi, ti dimeni, ti si strappano intere ciocche e quando tua madre arriva a staccare la spina tu sembri Lady Gaga con i capelli di Giovanni Mucciaccia dopo aver ridecorato una cameretta di un dodicenne.

«Alice, respira»
«Alice, spingi»"

Evelin si girò verso di me.
«Ti rendi conto che non deve fare uscire niente dal suo marsupio vero?»
«Coi canguri funziona»

Uscii fuori dal tendone bianco sbattendo le braccia come i pinguini, anche se i pinguini non hanno braccia.
Dove avevo messo le sedie blu canarino? E le poltrone lilla Pantone? Perché gli sgabelli gialli erano in prima fila quando dovevano essere in quarta?
«CHE CAZZO AVETE FATTO?»
Che incompetenti questi organizzatori. Alice li doveva pure pagare. Inimmaginabile, i segna posto erano pure sbagliati.
«Fede perché questa Rosalia è in prima fila? Chi la conosce? Irene passami quelle sedie blu, sono quelle che devono stare qui.»
«Clar Rosalia è-»
«Clarissa sai dove sono le fedi? Mi aiuti a cercarle?»
«E perché c'è un Gioele vicino a lei? Chi ha messo questi segnaposti con le rose, andiamo per la prima fila ci vogliono le primule.»
«Nicola evapora e vai da Evelin.»
«Ma io-»
«VAI DA EVELIN.»
Lanciai a destra gli sgabelli che investirono un cameriere del catering a cui dissi di alzarsi e lavorare. Strappai due segnaposto con le violette, dovevano usare solo viole vere certificate e firmate Dop e crop top.
«Gabriele va a destra della madre di Alice, Antonio il loro zio si siede qua in seconda fila vicino alla sua vicina di casa, ma lontano dai suoi genitori perché ci ha litigato.»
«Clarissa ho trovato le sedie blu canarino.»
«VAI A METTERLE IN OTTAVA FILA, COSA ASPETTI CHE TI COLPISCA UN FULMINE DIVINO?»

Alzai in aria lo sgabello della sposa e lo benedii con l'acqua santa, poi assaggiai il vino che non sapeva ancora di sangue.
«C'È UN CODICE FAGIANO!»
Irene urlò dal fondo delle sedie, saltai come una gazzella incinta e rotolai come un pupazzo di neve. Mi scagliai contro Edoardo gridando "Pikachuuuu" e lo atterrai, mi sedetti su di lui con il mio dolce peso.
«Clar pesi quanto una nave da crociera.»
«Lo so, sono leggera.»
Sentii Evelin gridare da dentro il tendone verso Irene, volò fuori un sacchetto di plastica con dello scotex e saltai peggio di un girino per afferrarlo.
«Finalmente il mio panino al prosciutto crudo e mozzarella!»
Scartai l'involucro per mangiare, Edo si stava alzando e stava proseguendo verso la tenda, gli lanciai in testa il panino che fece "clang". Non pensavo che i panini facessero "clang", Edo imprecò in cinese e la mano di Nicola spuntò dal tendone, afferrò il sacchettino e scomparve. Il mio panino era andato a farsi fottere. Arrivò una donna che si avvicinò ad Edo ed io mi frapposi fra di loro. Tirai fuori dalla borsetta il mio spazzolino blu e lo usai come mia mamma usava il matterello contro di me.
«Stia lontana dallo sposo lei!»
«Ma sono la sua fut-»
Lanciai lo spazzolino addosso alla donna ed Irene venne in mio soccorso lanciando un portachiavi a forma di criceto. Serena usò un arco per tirare una freccia che al posto della punta aveva una ventosa e questa si attaccò ad un orecchio della donna.
«AHA! Non assassinerà un futuro padre di dieci bambini!»
Perché c'era un arco ad un matrimonio?
«Dieci?!»
«Padre?!»
«Bambini?!»
Guardai male Edo, la signora di fronte a me e l'uomo dietro di lei.
«Si, sono le parole che ho detto. Non c'è bisogno di fare da pappagallo.»
Tutta offesa me ne andai e lasciai Edo a fronteggiare la sua assassina. Avevo ancora un problema con il catering e non trovavo più Serena.

Le Bozze di  DioWo Geschichten leben. Entdecke jetzt