Capitolo 12

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"Costruirò castelli di lenzuola,
ritorno bambina,
tu non svegliarmi più."
-Ariete

Cheryl
Non lo accetterò mai
Penso mentre stupidamente l'ho invitata per starmi più vicino, per sentire la sua presenza vicina al mio corpo, per stringere qualcosa.
Non lo accetterò mai
Penso mentre butto la testa sul muro in palestra, causando l'eco del rumore, mentre una minima parte di me spera che Antoinette Topaz abbia rifiutato l'invito e non si presenti.
Non lo accetterò mai
Penso mentre sono consapevole che non è la prima volta che provo attrazione verso una ragazza, anche se sono passati anni,
ero convinta non si ripresentasse più, ero convinta mi fermassi agli 11 anni e alle "confusioni mentali" dell'inizio adolescenza, e alle amiche più strette del solito,
ma che ne sapevo all'epoca?
Il punto è che non voglio accettare nemmeno il fatto che io provi qualcosa per una persona, ma il cervello non ha il pieno controllo della situazione, nemmeno il cuore ce l'ha, ovviamente,
ed è questo il problema.
Chi sta avendo il controllo? Quale emozione? Quale organo? Quale parte di me?
Il non avere certezze, non sapere quale omino degli inside out nel mio cervello stia usando questi tasti, mi innervosisce.
Guardo l'orologio della palestra, sono qui dentro da un po', in anticipo solo perché non avevo niente da fare, sono la classica ritardataria con tutti, ma il capo delle cheerleader è un'eccezione.
però se ci penso non ho nemmeno la tuta per allenarmi e manca mezz'ora.
Mi dirigo verso lo spogliatoio e il mio armadietto, ho tanti ricordi sui miei armadietti, sia nel corridoio della scuola, sia qui.
Qui ho attaccato una foto di me da piccolina in cima ad un piccolo podio, stringevo la coppa come se qualcuno me la stesse per strappare, ma avevo un sorriso, un sorriso indescrivibile, era la prima volta che vincevo il primo posto.
Mi ricorda a non mollare, e continuare a fare ciò che voglio davvero, ciò che mi fa stare bene,
la mia unica valvola di sfogo.
Mi scende quasi una lacrima al pensiero di quanto fossi spensierata.
Non può mancare mio fratello, lui giocava a football, ed io quindi ero sempre presente con queste orride code e i pom pom a tifare per lui.
Se ci fosse ancora, sarebbe stato fiero di me.
Poi ho qualche certificato, e foto di squadra.
Mi perdo sempre un po' nei ricordi.
Prendo la gonna e il top e li indosso, nonostante sia ancora presto.
Mi guardo allo specchio, non potendo non notare i miei cambiamenti continui, ma sempre positivi (ovviamente).
Prendo il telefono con l'intenzione di farmi una foto.
"Questo è il backstage del book fotografico di Cheryl Bombshell?"
Che caspita ci fa 20 minuti prima delle 16 in questa fottuta palestra?
Neanche si deve allenare.
Un po' mi fa piacere,ma non le darò mai la soddisfazione.
"Vedo che mi hai stalkerato per bene su instagram Toni Topaz"
"Disturbo?"
No, perché ti voglio vicino.
Si, perché devi andare.
"Si, l'hai detto stesso tu che sei nel mio backstage"
"Fammici esser parte"
Mi si avvicina, ha un jeans blu strappato con le calze a rete sotto che le coprono la pancia, dato che il jeans le va largo e le scopre l'addome, ed un top stretto sopra per il contrasto stretto-largo.
Non mi vestirei mai così, ma addosso a lei sta bene, e penso le stiano bene anche qualche mio vestito.
"Dovresti provare qualcosa del mio armadio"
Dico senza nemmeno pensare, così risulta ovvio che la stessi guardando.
"Ti sembro il tipo?"
Non sembra faccia caso a ciò che dico,
più che altro penso che non associ ciò che penso a ciò che dico,
come so fare io.
"Non hai nemmeno provato"
Alzo gli occhi al cielo un po' infastidita.
Ci posizioniamo davanti allo specchio, prendo il telefono con la mano destra coprendomi un po' il viso, e anche lei si nasconde in parte dietro di me, poco prima di scattare, affonda le sue dita nei miei fianchi facendomi morire dalle risate, sono molto sensibile al solletico, ed una foto si scatta in automatico.
"TONI SMETTILA"
Toni continua ad avvicinarsi facendo gesti strani con le dita per indicarmi che stava di nuovo per farmi il solletico, per poi toccarmi in tutti i posti sensibili,
perdo il controllo e cado.
"Ops" mi guarda con aria colpevole, e sorridendomi mi porge la mano che rifiuto, ma non mi alzo, rimango con il broncio per terra.
"Rimarrai così per sempre?"
"Problemi?" rispondo.
"Dai"
Mi riporge la mano.
Mi giro dal lato opposto.
"Non sapevo fossi una anima piccola"
Anima piccola?
Dopo ci penso.
Faccio finta di nulla e continuo a guardare per terra imbronciata.
"Dai Cheryl"
Si china, fin troppo vicina a me, mi guarda negli occhi, mi porge per la terza volta la mano e sorride, consapevole di avere la colpa.
Non sorridere, non sorridere, non sorridere, non sorridere,non sorridere, non sorridere, non sorridere,non sorridere, non sorridere, non sorridere,non sorridere, non sorridere, non sorridere,non sorridere, non sorridere, non sorridere, non sorridere, non sorridere, non sorridere,non sorridere, non sorridere, non sorridere,non sorridere, non sorridere, non sorridere,non sorridere, non sorridere, non sorridere,non sorridere, non sorridere, non sorridere.
La odio.

Sorrido e le stringo la mano,
mi alza e mi fa fare una giravolta,
la mia gonna si alza e gira con me.

"Che significa che sono un'anima piccola?"
Chiedo, incuriosita.
"Che sembri una bambina, in senso positivo, si vede che c'è un lato di te ancora piccolo, che non ha tanta voglia di crescere, ma non è in senso negativo, ceh, non so se mi sono spiegata"
Sembra impacciata, ma non perché ci sono io, perché non sembra essere in grado di spiegare ciò che vuole intendere davvero,
e la mia presenza confonde ancora di più, ovviamente.
"Tranquilla, ma sono arrabbiata con te"
Dico rimettendo il broncio ma stavolta andando a sistemare gli attrezzi per la palestra, e lei che intenta nel farsi perdonare mi segue come un cagnolino.
"Va bene allora me ne vado"
Dice, cercando in me una risposta come "rimani perfavore",
ma non posso mai dire una cosa del genere,
lo farà lei a breve.
"Va' pure"
Rimane a bocca aperta, sconvolta, come per dire "non parlarmi più".
Però mi offenderei se se ne andasse davvero,
un po' .
Mi giro e non la vedo più.
Non ci credo
Sbuffo.
Prendo il telefono e vedo la foto nella galleria scattata per sbaglio.
Si vede che non è stata fatta intenzionalmente,
ritrae un momento bellissimo, per questo è bella, tanto.
Potrei metterla su instagram,
ma adesso stiamo facendo le finte arrabbiate
ed io non perdo mai.

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