Capitolo 11 - pt 1

2.2K 40 14
                                    

Inizio prima parte.

Joshua


Non avrei mai firmato quel foglio. Mai. Ma se volevo avere una chance per scappare, l'unico modo per farlo era far finta di averlo fatto. 
Dopo tutto, Noah, non aveva specificato che firma servisse, perciò una falsa poteva andare bene.

Non mi fidavo di lui. Non credo che voglia aiutarci e non credo che sia una vittima anche lui. Il suo scopo è avere una cavolo di firma per potermi rendere un perfetto oggetto. Manuel mi aveva spiegato vagamente di cosa trattasse, ma non ho voluto sapere granché. Quel poco che avevo ascoltato, mi bastava per dire che era pura follia.

Ritornando al fatto che dovevo far finta di accettare, dovevo anche inventare una nuova calligrafia. La mia firma è in corsivo, lo stile è la scrittura da medico, se avessi fatto una firma con una scrittura più bella o comunque non da medico, molto probabilmente ci sarebbero cascati. 
Non dovevo far altro che provare e sperare che andasse tutto bene.

In questo momento, avevo tutte e tre davanti a me. 
Noah mi aveva chiesto la gentilezza di firmare davanti a Michael e Kevin, per fargli vedere che l'avevo fatto realmente.
Diceva che così mi proteggeva, ma continuo a pensare che sia una gran cavolata.

Era ovvio che lo aveva detto per ottenere la nostra fiducia e con Manuel ha anche funzionato. Ma non con me. Con me questi giochetti non funzionano.

Presi la penna che mi porse Kevin e feci la firma più falsa che potevo fare, notando subito dopo che, effettivamente, era completamente diversa dalla mia. Speravo solo che ci credevano, perché in caso contrario, non voglio nemmeno immaginare cosa potrebbe accadere.

Provai a non farmi governare dalla paura e con un tremolio che cercavo di reprimere, riporsi la penna e il foglio che avevo in mano e iniziai a pregare.
Avevo iniziato a pregare già da molto, in realtà, perché avevo la sensazione che le cose non andavano come ho sperato fino a quel momento.

Continuai a fissarli. Prima Noah, poi Micheal e infine Kevin. 
Più li guardavo e più avevo paura.

Li vidi fissarsi intensamente, ma non capivo il significato dei loro sguardi.

Poi, si girò Noah. Mi guardò con pietà. Mi guardava come se in quel momento stesse provando della compassione nei miei confronti. 
Ma perché? Tanto sapevo solo io che non era la mia firma, ma il suo sguardo continuava a distruggere questo pensiero. Mi faceva intendere tutto, tranne che ci fossero cascati. 

«Credi di prenderci in giro?» disse Kevin «Secondo te, non sappiamo com'è la tua firma?» si avvicinò me «Pensi davvero che siamo così stupidi?» ringhiò minaccioso
«Mi fa male la mano...» dissi la prima cosa che mi venne in mente in quel momento e continuai a sperare che ci credessero.

Magari, fingevano per vedere se davanti a una situazione simile, cedessi e ammettessi di aver falsificato la mia stessa firma.

«Certo...» Sorrise ghignando, per poi girarsi verso i due dietro di lui.
Notai solo lì che Noah aveva cambiato espressione. Era di nuovo fredda e priva di emozioni. Era di nuovo il mostro che avevo conosciuto o poi semplicemente, quello che era.

Non so perché, ma avevano iniziato a ridere e ciò mi metteva una strana inquietudine. Anche perché non erano delle semplici risate. Stava uscendo fuori il loro essere psicopatici.

D'un tratto, si girò velocemente verso di me e senza che io potessi metabolizzare cosa stesse accadendo, appoggiò le mani sulle mie spalle, spingendomi contro il muro dietro di me e iniziando subito a massaggiarle.

Gemetti più per la sorpresa che per il dolore e la paura aveva iniziato a danzare nel mio esile corpo.

«Hai detto che firmavi il foglio...» Sussurrò avvicinandosi al mio orecchio «Quindi non ti dispiacerà firmare seriamente i documenti che Noah ti sta per dare, per la seconda volta...» Continuò a sussurrare, mentre le sue mani aveva iniziato a vagare fin troppo sul mio corpo

RibelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora