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Hongjoong quella domenica, ben stipato sotto la delicatissima pelle di Yoora, decise infine di aprirsi con Chan. Erano seduti – ginocchia contro ginocchia, spalla a spalla – con le gambe a penzoloni lungo il pendio che si stagliava sotto l'insenatura in cui era nascosta casa propria per fare merenda insieme. Questa volta Chan si era offerto di preparare lui qualcosa per l'occasione, nonostante non fosse assolutamente in grado di approcciarsi ad uno qualsiasi strumento da cucina. Maneggiava pugnali e spade di ogni dimensione con impressionante facilità e fatale precisione, ma – forse per l'inesperienza, forse per l'ansia di poter finalmente fare un regalo alla ninfa del suo cuore (sì, Chan ormai l'aveva ammesso anche a se stesso che Yoora era qualcosa di più di una semplice cotta passeggera) – i coltelli con cui aveva affettato (o meglio, maciullato) il pane e il condimento dei tramezzini che voleva portare parevano proprio non voler restare saldi nelle sue grandi mani che già tremavano per l'agitazione di essere in ritardo per l'appuntamento.

Quando Yoora sentì la buffa storia che si celava dietro l'aspetto orribile della merenda rise e mangiò ancora più con gusto: "Non mi dispiacciono affatto, Chan. Non sono brutti, sono speciali."

Chan sentì le gambe molli quando la ninfa pronunciò quel complimento. Adorava il suo modo di vedere le cose. Adorava che, nonostante lui desiderasse che per lei fosse tutto perfetto, a lei bastasse che tutto fosse sincero.

Yoora – Hongjoong – amava la parola sincerità, nonostante, in quel contesto, ne stesse certamente abusando.

"Comunque sono veramente buoni, ogni tanto dovresti provare a portarne qualcuno anche a Hongie" azzardò la ninfa.

"Dici che gli piacerebbero?" se gli avessero posto la stessa domanda solo un mese prima, Chan avrebbe certamente rifiutato.

"Assolutamente sì!" masticò la ninfa tra un boccone e l'altro "Tanto mi ha detto che avete iniziato a fare merenda insieme quando avete gli allenamenti al pomeriggio."

La rossa si leccò quindi la punta delle dita, sporche della salsa con la quale Chan aveva farcito in parte i tramezzini, per poi continuare: "Hongjoong è contento, sai? Dice che sei migliorato davvero molto in poco tempo e che non vede l'ora che tu sia pronto per costruire il tuo Pugnale."

Chan se n'era completamente scordato, era così abituato a vivere alla giornata che aveva rimosso del tutto la seconda parte dell'addestramento. Si schiaffò il viso ed esclamò: "Diamine, il Pugnale!"

Yoora ridacchiò: "Te n'eri scordato?! Davvero?!"

La ninfa scosse il capo, per poi continuare: "Io sono in ansia per mio fratello e tu invece te ne dimentichi?!"

"In ansia?" Chan ficcò un tramezzino intero in bocca "E perché? Hai paura che te lo fonda assieme al metallo?"

L'altra roteò allora gli occhi: "Beh... Sì? Ho paura per... Per la Benedizione"

Chan dovette ragionarvi su a lungo prima di comprendere che cosa intendesse davvero l'amica. Erano decenni almeno che nessun Pugnale veniva Benedetto, nemmeno l'aveva mai presa in considerazione l'idea di essere lui il prescelto che avrebbe ridato vita alla tradizione.

"Benedizione?" lo sguardo allibito sul viso del soldato faticava ad andarsene "E perché dovresti essere tanto preoccupata? Non credo proprio che Hongjoong vorrà Benedire il mio Pugnale, non abbiamo un rapporto così stretto in fondo."

Hongjoong sospirò internamente, ripensando a quanto stesse male ogni volta che sorprendeva la vera Yoora accanto ad uno dei suoi allievi. Chan avrebbe dovuto essere uno di loro, e a vedere quanto il biondo sembrava preso dalla figura della sorella poteva essere davvero probabile che lei sacrificasse il proprio corpo per unirsi per sempre a lui. Odiava ammetterlo, ma sarebbero indubbiamente andati d'accordo, e lui forse avrebbe dovuto dirle addio. Lo scopo che la loro etnia aveva scelto di perseguire era servire in battaglia, e, tanto per cambiare, il rosso riteneva di essere egoista nello sperare che la maggiore non si sacrificasse mai per quella causa. In fondo, era l'unica ninfa che non lo criticava per le sue scelte. Teneva a lui quanto lui teneva a lei, avrebbe odiato non averla più in famiglia, anche se non avrebbe mai potuto odiare lei in caso avesse deciso di attuare davvero la Benedizione.

butterflies • bang chanWhere stories live. Discover now