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Tra l'arrabbiatura con Hongjoong ed il senso di vergogna che sapeva avrebbe provato con Doyoung e Jaehyun, Chan finì per trascorrere un'altra giornata completamente da solo. Non amava essere in compagnia di se stesso – spesso si ritrovava a riflettere fin troppo su di sé e su ciò che stava per diventare una volta ottenuto il diploma dell'accademia – ma in quel frangente la solitudine era decisamente preferibile al sopportare un'intera giornata di intollerabile imbarazzo.

Tuttavia, quel pomeriggio Doyoung venne personalmente a cercarlo. Doveva essere una cosa seria se anche lui era da solo, nell'ultimo periodo l'aveva sempre visto assieme a Jaehyun e a Tae (e aveva ormai capito perché). Il maggiore bussò alla porta della sua camera e chiamò il suo nome.

"... Chan? Ci sei? Sto entrando..."

Doyoung fece cucù dalla porta e trovò Chan sdraiato sul suo materasso intento a sfogliare il suo vecchio quadernino dalla copertina sgualcita.

"Ehi..."

"... Ehi."

Restarono in silenzio per qualche secondo, poi il maggiore domandò impacciatamente: "Ti va di fare una passeggiata con me?"

Chan sospirò e annuì: "Il tempo di prendere stivali e mantello e ci sono."

Scesero fino al terzo livello, fecero un giro tra i piccoli negozi della cittadella delle ninfe, ma non prestarono mai particolare attenzione alla merce esposta. Alla fine, Chan domandò: "Alla fine, dopo che me ne sono andato, Jaehyun l'ha chiusa la porta?"

Doyoung arrossì e strinse i pugni, per poi annuire: "Proprio di questo volevo parlarti. Non... Non hai detto a nessuno ciò che hai visto, vero?"

Chan scosse il capo con decisione: "Non ho visto nessuno, mi sono chiuso in camera e sono uscito solo stamattina tardi per passare a fare colazione in mensa, quando non c'era praticamente più nessuno."

Doyoung aggrottò le sopracciglia: "Stai di nuovo saltando l'addestramento?"

Il minore fece spallucce: "Non cambiare argomento, stiamo parlando della tua relazione clandestina con Jaehyun e la vostra ninfa, non di me e Hongjoong."

Il corvino si infilò in un corridoio laterale e si appoggiò quindi alla parete rocciosa: "Quindi l'hai riconosciuto..."

"Ho visto i tatuaggi." confermò il minore, notando intanto che l'altro aveva utilizzato il maschile per riferirsi alla ninfa.

Doyoung, evidentemente in preda allo sconforto, si passò una mano sul viso e rimase zitto per alcuni secondi, mordendosi nervosamente il labbro inferiore.

"Senti, Chan..." esordì infine "Mi dispiace che tu ci abbia visti... in quel modo. Soprattutto perché so come la pensi sull'avere relazioni tra uomini, figuriamoci se poi siamo in tre, ma... Ma Tae mi piace. Mi piace davvero tanto, e piace tanto anche a Jae."

Chan non ebbe dubbi sulla sincerità del ragazzo accanto a sé, avvertiva nelle sue parole lo stesso affetto che lui provava per Yoora. Ciò che lo turbò fu quella premessa – so come la pensi sull'avere relazioni tra uomini – da come aveva pronunciato quella frase ebbe l'impressione che l'amico sarebbe stato pronto anche a fare la pugni pur di difendere il rapporto che aveva instaurato con i suoi ragazzi.

"Ed entrambi piacete tanto anche a Tae, vero?" lo incoraggiò quindi il cadetto, tentando di fargli capire che, per una volta, l'avrebbe ascoltato senza giudicarlo o fare storie.

"Sì... Ma ci è voluto un po' prima che si fidasse completamente di noi" Doyoung sollevò lo sguardo e lo puntò dritto negli occhi di Chan "Se ti racconto questa storia devi promettere che terrai la bocca chiusa, o giuro che ti butto seriamente giù da un dirupo."

butterflies • bang chanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora