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Dopo mezza giornata trascorsa a rimuginare e a piangersi addosso, Chan comprese che era giunto il momento di sfogarsi con Jaehyun e Doyoung. Quando l'argomento di discussione era Kim Hongjoong, i due amici si trovavano sempre d'accordo sul ripetergli che avrebbe dovuto conoscerlo meglio, ma questa volta il biondo era convinto che non avrebbero potuto dargli torto. Hongjoong aveva ufficialmente mandato a monte quella debole amicizia che avevano costruito tanto faticosamente in un mese, come avrebbe potuto essere colpa sua anche quella volta?

Il cadetto proseguì a passo spedito fino alla stanzetta in cui alloggiavano i due compagni. Non parlava con loro dal giorno precedente, la sera prima aveva rifiutato di incontrarli come erano abituati a fare quasi ogni sera prima di andare a letto, quindi aveva in programma di esibirsi in una drammatica entrata in scena per annunciare che sì, era pronto a sfogarsi e loro erano in dovere – fazzolettini alla mano – di consolarlo e sostenerlo finché l'odio per Hongjoong non avrebbe scavalcato l'amore che ancora provava per Yoora. Già stava programmando nella sua testa ogni singolo movimento, contava ogni passo in maniera da rendere la sua sfilata il più tagica e commovente possibile, quando giunse di fronte alla porticina che lo avrebbe condotto ad una serata di lacrime ed intense lamentele. Non vedeva l'ora.

Poggiò una mano sulla maniglia e aprì lo spesso legno che divideva il corridoio dalla celletta, per poi fiondarsi dentro con un sofferto: "Jaehyun, Doyoung, non potete capire che cosa mi è successo ier-"

La sua comparsa improvvisa non fu particolarmente gradita, Chan nemmeno terminò la frase che vide apparire di fronte a sé un'immagine ancora più tragica, alla quale non avrebbe dovuto assistere.

Tre figure erano aggrovigliate sul letto di uno dei due compagni. Chan scorse chiaramente la testa di Jaehyun emergere da un paio di gambe nude, i boccoli color nocciola sparati in aria incorniciavano alla perfezione l'espressione di orrore che – non appena aveva messo a fuoco la figura del biondo – gli si era dipinta in viso. Doyoung, a sua volta, non appariva meno sconvolto. Accucciato, a petto nudo, con il viso incollato a quello della terza figura – la proprietaria delle gambe da cui era sbucato Jaehyun – fissava il quarto incomodo con occhi di fuoco.

"Jae, cazzo, ti avevo detto di chiudere quella fottutissima porta!"

Doyoung balzò in piedi e si parò di fronte agli altri due, come a proteggerli dallo sguardo – stupito ed indagatore – del più piccolo: "Chan, vuoi uscire o ti devo mandare un fottuto invito scritto?!"

Ancora imbambolato di fronte alla scena, il soldato riuscì a scollare i piedi dal pavimento solamente dopo alcuni imbarazzanti secondi. Una volta ridestatosi, scappò via senza chiedere scusa né guardarsi indietro, l'immagine dei tre ancora vivida nella sua mente. Tornò in camera con la coda tra le gambe, mangiandosi le mani per non aver bussato. Non era sconvolto dall'aver beccato i due in un momento di intimità, capitava spesso in accademia che a notte fonda, nei dormitori, ogni tanto risuonasse qualche gemito un po' troppo acuto, ma non pensava che l'avrebbero davvero fatto in tre con la loro ninfa. Nonostante la tempestività di Doyoung nel mettersi di fronte ai due amanti, aveva riconosciuto le fattezze di Tae dai tatuaggi sulle braccia. Una cosa, tuttavia, davvero non se l'aspettava: Tae, in quel momento, era indubbiamente un maschio.

butterflies • bang chanМесто, где живут истории. Откройте их для себя