Capitolo 2

153 5 0
                                    

Quando entro in auto sono veramente furiosa. La prima cosa che faccio è chiamare Cara, dopo aver acceso il bluetooth. Le strade sono affollate e noto delle macchine andare verso la stessa direzione, suppongo che siano tutte alla ricerca di Nathan Bell. La sua voce e il suo tono indisponente continuano a ronzarmi nelle orecchie. Avrei voluto mandarlo a quel paese.

«Meg, com'è andata?» mi domanda senza nemmeno salutare.

«Com'è andata?» ripeto, «com'è andata? Malissimo!» urlo.

«Come mai?» chiede. Sento un rumore di pentole in sottofondo, probabilmente sta cucinando.

«Perché non sono abbastanza interessante» rispondo imitando il tono di voce di Nathan Bell.

«Che coglione» sussurra. Emetto un respiro profondo e mi dirigo verso il mio appartamento.

«Non ne voglio parlare più. A dopo» dico chiudendo la telefonata.

Una volta arrivata in casa, mi concedo un bagno caldo e tento di pensare ad altro. È veramente difficile dover ammettere di aver fallito. Ho passato tutta la vita aspettando questo momento, ho studiato anni e ho dovuto guadagnarmi borse di studio per poter prendere quel maledetto master. Alla fine, non ne ho ricavato nulla. Guardo la galleria del mio cellulare, nostalgica dei momenti in cui volevo che il mio percorso al collage finisse. Anche se non è mai stato semplice per me e ho dovuto farmi forza da sola, in questo momento tornerei immediatamente indietro nel tempo.

Sorrido al pensiero. Mi sembrava tutto così difficile, la laurea mi sembrava irraggiungibile mentre adesso, anni dopo, mi rendo conto di quanto io fossi fortunata. Avrei dovuto vivere il tutto con più leggerezza, lasciando spazio per i momenti belli ma anche per quelli brutti.

Dopo aver mangiato un panino ed essermi crogiolata nel mio fallimento sul letto, mi preparo per la sera. Scelgo un vestito nero lungo, con uno spacco lungo la coscia sinistra e un paio di tacchi. Acconcio i capelli in uno chignon basso, chiedendomi se io debba tagliarli. Scuoto la testa, devo smetterla di far penare i miei capelli tagliandoli o tingendoli quando qualcosa o qualcuno mi spezza il cuore.

Alle 21 in punto James è sotto il mio appartamento, quando scendo fingo un sorriso nel vederlo. Mi apre la portiera e mi concede un largo sorriso. I suoi capelli biondi sono un po' arruffati a causa dei ricci e indossa una camicia e un pantalone.

«Ciao Meg» dice, invitandomi a entrare nell'auto. Lo saluto e insieme ci dirigiamo verso il ristorante. Prima di entrare, mentre ci concediamo una sigaretta in compagnia, tento invano di parlargli.

«James, riguardo Nathan Bell» comincio, prima che lui mi blocchi.

«Godiamoci la cena. A fine serata ne parliamo» dice entrando, così lo seguo.

"Godiamoci la cena" se mi avesse fatto parlare, non mangerebbe con così tanta foga la bistecca che ha davanti mezz'ora dopo. Io ho mangiato veramente poco, qualche cucchiaiata di risotto mentre i cinque gamberi sono ancora sul mio piatto intenti a fissarmi.

In compenso, ho bevuto molto vino bianco. È probabile che quando io darò la notizia a James, possa piangere considerando il fatto che io sono un po' brilla.

Nel ristorante, il brusio che c'è sempre stato in sottofondo diventa fastidioso, molta gente inizia ad alzarsi e io non capisco cosa stia succedendo. Sto terminando il quarto bicchiere di vino - fingendo di ascoltare James, il quale non fa altro che parlare di sua moglie Nathalie - fino a quando qualcuno si presenta al nostro tavolo. Per poco non rovescio il bicchiere per terra. È Nathan Bell.

«Ciao, Meghan» mi sorride lasciandomi sconvolta. I suoi occhi color ghiaccio sono fissi sui miei e adesso, mi rendo ancora di più conto di quanto siano belli. Sistema il suo ciuffo troppo lungo e continua a sorridermi.

«Signor Bell, è un onore» dice James mentre si alza per porgergli la mano. È così emozionato che, alzandosi, per poco non fa cadere il piatto contenente i resti della sua adorata cena. Io mi volto, versandomi un altro bicchiere di vino. Non ci penso nemmeno ad alzarmi. Innanzitutto, non capisco per quale motivo sia venuto qui, poi mi domando cosa voglia da noi. Ha intenzione di farmi fare una figuraccia davanti a James?

«Cosa la porta qui?» domando. Sento lo sguardo di tutti i presenti bruciare su di noi. Mi guardo intorno, rendendomi conto del fatto che poco distanti dal nostro tavolo, ci siano alcune guardie del corpo di Nathan. Quest'ultimo mi osserva e sorride in modo beffardo. James mi fa cenno di alzarmi per salutarlo. Assolutamente no!

Inizio ad avere seriamente timore riguardo le sue intenzioni. Non ho ancora detto a James di avere in mano un pugno di mosche e sicuramente, non voglio che sia proprio Nathan Bell a comunicargli che io sia una fallita. Mi sforzo di eliminare questi pensieri dalla mia mente e fingo un sorriso e uno sguardo carico di sfida.

«Il tuo articolo, Meg. Non mi hai detto quando avremo l'intervista» dice. Ok. Adesso sono davvero confusa. Intervista? Freno l'entusiasmo, ho già capito che tipo di uomo è, ma di certo lui non ha capito che tipo di donna sia io.

«Lunedì» dico, riflettendoci un attimo «nel suo ufficio andrà bene» continuo. In realtà, non ho niente da fare, ma questa volta voglio mettere le cose in chiaro. L'ho contattato per lavorare, non per altro.

«Lunedì. Nel mio ufficio» ripete allungando la sua mano verso di me. Noto che indossa degli anelli molto evidenti. James minaccia con i gesti di uccidermi, così gli porgo la mia. Il contatto freddo del metallo mi provoca un leggero brivido ma riesco a ricompormi immediatamente. Nathan si abbassa leggermente verso di me, per lasciarmi un bacio sul dorso della mano. Strabuzzo gli occhi e spero di non essere arrossita, considerando che lo sguardo di un intero locale sia rivolto verso di noi. Tolgo la mano quasi immediatamente e lui sorride, andando verso l'uscita.

«Meghan, hai fatto un ottimo lavoro, la CJ avrà un grande successo con te. Me lo sento» dice James soddisfatto. Non ho idea di come quell'uomo mi abbia trovato in questo posto. Molta gente si alza per seguirlo, sperando che gli concedano foto e autografi. Nathan viene seguito dalle sue guardie del corpo.

Prima di andare via, si volta verso di me così mi prendo del tempo per osservarlo, esattamente come sta facendo lui con me. Il suo corpo è fasciato da una camicia nera e un paio di jeans aderenti. Il contrasto con il nero fa risaltare il colore dei suoi occhi e quello della sua pelle che è candida. Mi sorride, leccandosi il labbro inferiore con la lingua.

Io sorrido, alzando il mio calice verso di lui. All'improvviso mi è tornata la fame.

Vi presento il signor BellWhere stories live. Discover now