Capitolo 1

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Non so cosa sia successo dopo la guerra di Troia: dopo aver chiuso per quella che sembrava l'ultima volta gli occhi, mi risvegliai, ma non negli Inferi come mi aspettavo: mi ritrovai in una stanza bianca, steso su un letto con una coperta color porpora e attorno me c'erano delle figure che non riuscivo a distinguere dato che avevo la vista un po' annebbiata: dentro di me cresceva un pessimo presentimento. Mi misi a sedere sul letto anche se con molta fatica. Le tempie mi pulsavano e sentivo un po' di formicolio al tallone ... "Aspetta un attimo" pensai "sono vivo? Dove sono? Che cazzo sta succedendo?" Avvicinai il piede a me e notai che la mia pelle era intatta, non era presente nessuna cicatrice o ferita, come se Paride non avesse mai scoccato quella freccia.

Osservai di nuovo quelle figure che stavolta erano più nitide: erano divinità. Che ci facevo lì, tra loro?

-Achille- mormorò una voce, mentre mi toccava il viso con una mano –ti ho salvato, da oggi vivrai qui sull'Olimpo, con noi-.

Guardai in quella direzione, ed era mia madre, Teti. Ci fissammo per qualche istante prima che io riuscissi a dire qualcosa dopo quella notizia sconvolgente.

-Stai scherzando, vero?- dissi quasi ridendo –È una sorta di sogno o non so che cosa, una visione ... non è che mi hai drogato? Se è così, devo dirti che è roba buona-

-E invece, è tutto vero ragazzo-

A parlare fu Zeus, il signore dell'Olimpo; era un uomo muscoloso e alto, con folti capelli ricci e neri che formavano una sorta di continuità con la sua pelle olivastra. La sua toga color panna era legata su una spalla e si intravedevano le linee della muscolatura perfetta. Il suo sguardo era paterno e rassicurante e un po' mi dava sollievo.

-Ti dirò anche di più, non sei stato solo risparmiato, ma vivrai anche con noi, privilegio consentito a pochissimi, dato che, di solito si vive in zone meno tranquille. L'Olimpo è vasto, anche se dal mondo dei mortali non sembra-.

-Davvero?

-Sì, è la verità- sbottò Apollo, sbucando da dietro altre divinità –voi umani a volte non vi capisco ... soprattutto voi Achei ... -

-Apollo, smettila, non è colpa sua se ti sei schierato dalla parte dei perdenti-

L'intervento di quella voce femminile scatenò le risa all'interno della stanza, mentre il dio del sole stava diventando rosso dalla vergogna. Ad aver parlato era stata Atena, colei che mi ha fatto da spirito guida, frenandomi prima che potessi uccidere quel cane di Agamennone.

-Achille, non ci fare caso a lui- continuò la dea –è uno molto rancoroso-

-Ahh, la mia figliola conosce i miei figli meglio di me- affermò Zeus, posando un braccio attorno alle spalle di sua figlia –Mi pare di aver detto tutto quello che dovevi sapere, ora ti lasciamo riposare. Immagino non ti senta ancora bene al cento per cento, ti chiameremo quando la cena sarà pronta-

Con quelle parole, tutti i presenti si congedarono dalla mia stanza.

Rimasi ancora un po' seduto sul letto a riflettere: mi avevano risparmiato dal sottosuolo ed ero contento ovviamente, ma sentivo un vuoto gigantesco dentro il mio petto. Ero libero, potevo vivere tranquillamente la mia vita lassù, ma là sotto avevo lasciato un pezzo di cuore. Magari mi stava aspettando, avrebbe vissuto ogni giorno con il desiderio di ricongiungersi a me e io sapevo che quella speranza sarebbe stata vana: ero quasi triste di essere lì, volevo forse andare incontro al mio destino, come ogni mortale, però sapevo che non potevo fare nulla.

Con quel pensiero, mi stesi sul letto, mi posizionai sul fianco e chiusi gli occhi, pronto a iniziare quella nuova vita, tra gli dei.

Da quel giorno sono passati tre millenni e ormai mi sono ambientato in quell'ambiente che all'inizio sembrava così d'èlite; anche Apollo, nonostante il suo scherno iniziale, è riuscito a lasciarsi alle spalle quella guerra, e ora siamo inseparabili.

Per quanto riguarda la nostra vita in un mondo completamente diverso da quello a cui eravamo abituati, devo dire che abbiamo creato un giusto compromesso: cerchiamo di essere distanti dal mondo dei mortali e le loro innovazione le abbiamo portare qui. Abbiamo telefoni, televisioni, computer, vestiti che seguono la moda (la toga l'abbiamo abbandonata da tempo).

Tutto proseguiva per il meglio, anche se un giorno le cose cambiarono in modo che ancora non mi spiego, ma partiamo dall'inizio a raccontare questa storia.

Rivolta dal TartaroWhere stories live. Discover now