3. Jesus of Suburbia: City of the Damned (parte 2)

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Dentro al Fusion c'erano le solite facce: studenti di passaggio, coppiette, adolescenti vestite e truccate come adulte per far colpo sui ragazzi più grandi

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Dentro al Fusion c'erano le solite facce: studenti di passaggio, coppiette, adolescenti vestite e truccate come adulte per far colpo sui ragazzi più grandi. Non mi piacevano affatto le ragazzine; preferivo quelle più grandi di me, disponibili ed esperte, che non si lamentavano o ti supplicavano di telefonargli dopo una scopata. In fondo era solo sesso, niente relazioni. All'interno del gruppo condividevamo questo pensiero: eravamo ragazzi a metà strada tra l'adolescenza e l'età adulta e avevamo bisogno di sperimentare, di provare, di divertirci senza troppi pensieri.

Si, pensare era stupido, malsano. Meglio improvvisare, cogliere l'attimo. Eppure al mattino quando tornavo a casa, per quanto avessi fatto a botte, per quanto avessi bevuto, per quante ragazze mi fossi fatto, i pensieri tornavano a galla e la parola "perdente" echeggiava nella mia testa.

- Ehi Prinz, ma quella non è la smorfiosa dell'agenda? -. Le parole di Alex, un mio amico, mi riportarono alla realtà.

- Chi? - chiesi cercando di ricordare.

- Quella dell'altra sera che ti ha insultato - aggiunse indicando una ragazza sul palco in fondo alla sala che stava suonando e cantando. La guardai attentamente cercando di ricordare: i lunghi capelli neri e lisci a cui si mescolavano ciocche rosso fuoco, gli occhi scuri sottolineati dalla matita nera, maglietta, gonna corta e Converse. Si, era proprio lei la ragazzina con cui mi ero scontrato. Quella pulce che pensava di intimorirmi e di dover ricevere le scuse dal grande Prinz, il capo di una delle bande di teppisti più terribili di Ferrara. Mi scappava ancora da ridere al solo pensiero.

- Hai ragione è proprio quella ragazzina - esclamai senza distogliere lo sguardo. La voce si sparse in un attimo e tutti cominciarono a osservare attentamente la ragazza sul palco.

- E così è quella la tipa che ha avuto il coraggio di darti del bastardo? - mi chiese Nero sorseggiando la birra. Gli avevo raccontato del mio incontro per farci qualche risata.

- Sì, è lei - risposi continuando a fissarla.

- È carina -

- È una mocciosa -

- Beh, ora non mi sembra proprio - In effetti non sembrava nemmeno la ragazza che avevo incontrato: era molto più attraente e accattivante vestita e truccata in quel modo.

- Come si chiama? - chiese di nuovo Nero.

- Non so - risposi disinteressato continuando a squadrarla.

- Controlla l'agenda, no? - suggerì Alex.

Già, l'agenda che lei aveva perso la sera dello scontro e che io avevo raccolto per farmi quattro risate con gli altri. L'avevo ancora? Frugai nel giubbino e la trovai nella stessa tasca in cui l'avevo lasciata. Ecco dove era finita! Ero convinto di averla persa o cacciata via.

- Eccola qui! - esclamai sventolandola in aria come fosse un premio. Tutti mi attorniarono per vedere meglio. Cico fu l'unico a rimanere fuori essendo il più piccolo.

La diedi in mano a Nero ma lui scosse la testa. - Leggi tu. L'italiano non è mai stato il mio forte - Presi un respiro e lessi il nome scritto in stampatello nella copertina interna.

- "Restituire a Sarah Minelli, via d'Este 14, Ferrara", la conosci? - domandai a Nero.

- Mai sentita - rispose poggiando a terra la bottiglia vuota che aveva in mano. Neppure a me quel nome diceva qualcosa.

- Facci un po' vedere cosa c'è dentro - disse uno degli altri prendendo l'agenda in mano e cominciando a sfogliarla.

- Idiota, tu non sai nemmeno leggere - esclamai riprendendola.

Lessi qualche riga in qua e là facendoci grosse risate. Sembravano poesie, alcune erano solo frasi scritte a caso accompagnate da note musicali. Erano testi da adolescenti in crisi nervosa o in astinenza da sesso. Patetico.

- Che figata, è il suo diario? – domandò Cico. Io e Alex lo guardammo di sbieco, chiedendoci cosa trovasse di così interessante in quel coso. – Che c'è, a voi non piace leggere le stupidaggini che ci scrivono sopra? – Cico si mise sulla difensiva. Quanto doveva ancora crescere quel ragazzino: i suoi quattordici anni si sentivano tutti. Cico si accorse della cazzata che aveva appena detto e abbassò gli occhi. Scossi la testa e ripresi a leggere, sfogliando le pagine.

- Non è il suo diario, qui ci sono solo canzoni – puntualizzò Alex.

- È un piccolo genietto la ragazza - constatò Nero.

- È penosa. Senti qui "Non dirmi cosa devo fare, non dirmi chi essere, sono un gatto nero che ti scivola accanto e graffia" – commentai mentre gli altri scoppiarono di nuovo a ridere.

All'improvviso il suono della chitarra stonò ma pochi sembrarono accorgersene; guardai in direzione del palco e vidi quella ragazza che mi stava fissando sorpresa con la chitarra ferma nelle sue mani. Non stava guardando me ma un punto più basso: l'agenda. L'amica vicina le diede uno spintone e lei riprese a suonare, iniziando tra le due una fitta conversazione silenziosa scandita solo dal movimento delle labbra. Aveva sbagliato perché si era accorta che io avevo la sua agenda e finita l'esibizione, sarebbe sicuramente venuta da me per piantare grane. Le avrei dato il benvenuto insieme agli altri se fosse stato necessario.

La musica cessò e la vidi scomparire dalla scena insieme alle sue amiche. Il momento si stava avvicinando. Nero guardò prima l'orologio e poi gettò un'occhiata attorno: quando faceva così si stava annoiando.

- Andiamo ragazzi, la musica è finita e inizia a fare caldo - disse alzandosi in piedi. Rimasi un po' deluso da quella improvvisa decisione ma non potevo dargli torto: il locale era diventato estremamente affollato e avevo voglia pure io di sgranchirmi un po'. Quel posto era troppo tranquillo per i nostri gusti. Andandocene ora non avrei mai saputo se quella pulce fosse venuta da me ma non me ne fregava più di tanto.

Uscimmo dal Fusion e ci dirigemmo fuori città, dove avremmo trovato altri passatempi interessanti. La notte era appena iniziata e avevo ancora tante energie da spendere.

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Bentornat*!
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Un punto di vista interessante quello di Prinz: iniziamo a conoscere infatti gli elementi del suo gruppo.
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Chissà dove si dirigeranno...
Lo scopriremo nel prossimo capitolo!

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Stay tuned!

Soundtrack:LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora