14. It's The Fear (parte 1)

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The fear who I'm becoming,The fear that I'm losing the struggle within

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The fear who I'm becoming,
The fear that I'm losing the struggle within

❤️

La settimana ricominciò e mi obbligai a non pensare più a quanto avevo visto sabato sera in discoteca; era chiaro che avevo fantasticato un po' troppo sull'atteggiamento che Prinz aveva avuto nei miei confronti e ne ero rimasta delusa. A lui interessavano solo le ragazze con il corpo da top model e la zucca vuota come le Miss Mononeurone, non quelle un po' strane e problematiche come me. Gli avevo fatto pena: ecco perché mi era stato vicino.

Decisi di spostare la mia attenzione su due nuovi problemi: primo tra tutti, il compito di matematica. Mariani aveva pensato di iniziare la prima lezione della settimana comunicandoci di aver fissato un compito tra un mese. Mi venne il batticuore: quella era forse la mia ultima possibilità per tentare di risollevare un po' la mia situazione e stavolta non erano ammesse deroghe.

Secondo problema: le lezioni con Stefano. Erano le otto di sera e di lì a poco l'amico di Irene, nonché mio futuro amico, sarebbe arrivato. Per tutta la durata della cena avevo fantasticato sui possibili scenari che si sarebbero sviluppati nel salotto di casa mia e mi compiacqui nel verificare che non avevo sbagliato le previsioni. Stefano venne sottoposto a un interrogatorio di terzo grado da parte dei miei, in cui fu costretto a illustrare tutte le sue credenziali e che si concluse con un doppio sorriso da entrambe le parti, in particolare dal settore genitori, visibilmente soddisfatti del buon partito che la figlia combina guai aveva portato a casa.

Stefano era bravo come insegnante: gli avevo detto di portare molta pazienza con me e lui stava rispettando quell'avvertimento ripetendomi le nozioni appena spiegate, anche se ero certa non facesse un grande sforzo vista l'indole tranquilla e paziente. Sin da quella prima lezione, molte cose divennero più chiare e non avrei avuto difficoltà alla prossima interrogazione.

Mariani sembrò avermi letto nella mente: martedì mattina mi chiamò alla lavagna per svolgere un esercizio su una serie di derivate con tanto di rappresentazione grafica, argomento che avevo affrontato con Stefano giusto la sera precedente. Iniziai a eseguire i calcoli e in un secondo momento avrei fatto la rappresentazione grafica. Mariani non toglieva lo sguardo dal mio operato: aveva detto agli altri di svolgere gli esercizi da soli cosicché potesse dedicarsi completamente a me.

- Scriva meglio o si sbaglierà - disse sistemando con il gesso una cosa ma non diedi peso al suo rimprovero, concentrata sull'esercizio che stavo svolgendo. Ora non gli andava bene nemmeno la calligrafia?

Iniziai le rappresentazioni grafiche: le prime due le feci in pochi minuti ma mentre stavo procedendo con la terza mi fermai: c'era un errore. Strano, avevo riguardato ogni cifra e passaggio tre volte e là dove c'era qualcosa di sbagliato, avevo immediatamente corretto.

- Cosa succede? Non si ricorda più come procedere? - mi chiese il prof.

- C'è un errore - affermai continuando a fissare le cifre sulla lavagna.

Soundtrack:LoveOù les histoires vivent. Découvrez maintenant