[COMPLETA] "Lui era un ragazzo, lei era una ragazza. Niente di più ovvio".
L'avete già sentita, vero? Vi è mai capitato di ascoltare una canzone alla radio e percepire una certa familiarità? Quella che avete appena ascoltato, in realtà, è qualcosa...
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I'm tired of being what you want me to be
❤️
Là fuori fu terribile. La voce secondo cui cinque studenti erano stati richiamati dal preside prese a circolare immediatamente durante la ricreazione, diffondendo notizie approssimative e sbagliate, nate dalla curiosità e dalla superficialità.
Non volevo immaginare il polverone che quello scandalo avrebbe sollevato: era come essere la rockstar del momento, piena di problemi e perseguitata dai paparazzi; volevo diventare famosa ma non in questo modo, non a questo prezzo.
Rientrai in classe a lezione appena cominciata e andai subito a occupare il mio posto cercando di passare inosservata. Qualcuno mi punzecchiò per sapere cosa fosse successo ma feci finta di niente. Era inutile negare il mio viaggio in presidenza, l'unica cosa da fare era ignorare i curiosi per evitare di riempire le loro bocche affamate con notizie innocue che si sarebbero trasformate, passando di persona in persona, in feroci accuse.
Marika scrisse qualcosa nell'angolo del quaderno: chiedeva se era tutto ok. Le scrissi che la storia era un po' più complicata di come pensavo e che le avrei raccontato tutto più tardi. Marika aggiunse di averne parlato anche con Irene e che sarebbe venuta da noi alla fine delle lezioni. Le risposi che aveva fatto bene. Più ero circondata da persone che mi credevano, più trovavo la forza per lottare.
Al termine delle lezioni fummo di nuovo chiamati in presidenza. Marika mi accompagnò ma uno dei poliziotti presenti la obbligò a rimanere fuori. Mentre aspettavo che mi chiamassero dentro, arrivò il gruppo di Prinz capeggiato dal ragazzo; pensai sulle prime che questa volta sarebbe entrato pure lui ma il poliziotto lo bloccò come aveva fatto con Marika, costringendolo a rimanere fuori.
Il poliziotto fece segno di entrare. Nell'ufficio ci ritrovammo di fronte alla singolare figura di Castelli che prese subito parola appena la porta venne chiusa. Con grande sorpresa, in un angolo dell'ufficio trovai mia madre e una sua collega. Mi venne un sospetto.
- Eccoci qui di nuovo - scherzò Castelli, lanciando un'occhiata a mia madre e poi a me. Io e gli altri rimanemmo impassibili. - Vi ho chiamati qui per comunicarvi che abbiamo già parlato con i vostri genitori. Ognuno di voi sembra avere un buon alibi - Castelli si soffermò su di me. Cercai di reggere il suo sguardo ma dovetti mollare, tanto mi metteva in soggezione - Dobbiamo lavorare sulle prove per maggiori verifiche e le indagini si protrarranno più a lungo del previsto -
L'ispettore si girò verso il preside e fece un cenno con la testa.
- È giusto sappiate che sono già stati nominati gli avvocati che vi difenderanno. Per Sarah Minelli sarà la madre, l'avvocato Claudia Morelli e per voi ragazzi, si tratterà dell'avvocato Lucia Ranzani -
Bingo. Avevo visto giusto.
- Hanno già patteggiato per il rinvio della sospensione, essendo momentaneamente insufficienti le prove a vostro carico - disse l'ispettore con una punta di rammarico.