13. Happy Birthday

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Capitolo 13: "Happy Birthday"

Erano passati un paio di giorni, nei quali ovviamente non sentii Federico. Ero consapevole che sarebbe successo e malgrado facesse male, cercai di andare avanti con la mia vita.
Ero ancora a casa dei miei genitori e il sole fuori era sorto da un po', in quando i raggi entrarono nella mia stanza, illuminandola.
Di alzarmi non ne avevo proprio voglia quel giorno, malgrado fosse il 12 settembre, il giorno del mio compleanno!
Cerca di restare al letto il più possibile, ma presto il mio sogno finì, perché sentii degli schiamazzi fuori dalla mia camera e mi affrettai a richiudere gli occhi.

«Buon compleanno a te, buon compleanno a te, buon compleanno a Chloe, buon compleanno a te» mia madre e mio padre vennero a svegliarmi, esattamente come quando ero bambina.
«Sveglia dormigliona».
Così aprii gli occhi e sorrisi ai miei genitori.
«Buon compleanno tesoro» sussurrò mio padre lasciandomi un bacio tra i capelli.
«Grazie papà».
Dopo pochissimo piombò nella mia camera anche Noah, portava con sé un piccolo dolcetto e due candeline, una blu e una rosa.

«Buon compleanno a noi» urlò mettendosi a sedere sul letto.
«Buon compleanno scemo» dissi scompigliandogli i capelli.

Lui ridacchiò e mi porto la piccola torta sotto il naso.
«Esprimi un desiderio» disse.
Ci guardammo negli occhi e insieme soffiammo le candeline.
Il giorno del nostro compleanno eravamo soliti esprimere un desiderio insieme, perché da piccoli avevamo la convinzione che insieme eravamo invincibili e di conseguenza i nostri desideri si sarebbero avverati più in fretta.
Come da tradizione ogni anno, Noah faceva comprare una torta piccolissima, tutta ricoperta di cioccolato, dove accendeva due candeline, una per lui e una per me e quell'anno fu uguale a tutti gli altri.

«Auguri bambini miei» disse la mamma che ci abbracciò fortissimo. Forse non accettava il fatto che stavano crescendo, per lei restavamo sempre i suoi bambini.
«Che farete oggi?» chiese invece mio padre sedendosi sul letto.
«Io non ho voglia di fare nulla, vorrei passare il mio compleanno a casa con voi» ridacchiai.
Ci fu una grande risata generale, perché ormai era risaputo, ogni anno dicevo di voler passare il compleanno in famiglia e puntualmente ogni anno Alba mi trascinava all'Alcatraz per festeggiare.
I miei genitori si prepararono per il lavoro e io e Noah restammo al letto a mangiare la nostra torta.

Eravamo in silenzio a guardare la TV e finire la torta anche quando bussarono alla porta.
«Vado io, non ti finire la torta» dissi a Noah, minacciandolo con la forchetta.

Corsi di sotto e aprii la porta trovandomi Alba davanti.
«Ma buongiorno e buon compleanno tesoro» urlò saltandomi addosso.
«Buongiorno anche a te pazza scatenata» ridacchiai io mettendola a terra.
«Come si sente oggi la neo ventiquattrenne?» scherzò mentre salimmo al piano superiore.
«Esattamente come ieri che ne avevo ventitré» dissi io con sarcasmo.
«Buongiorno Noah, buon compleanno» Alba entrò in camera mia come se fosse la propria e corse ad abbracciare mio fratello.
«Grazie Alba» rispose lui offrendole un po' di torta.

Ormai era cosa comune anche quella.
Alba che si introduceva in casa nostra, il giorno del nostro compleanno e portava quella spensieratezza e quell'allegria che tanto la caratterizzava.
«Quindi? Che si fa quest'anno?» disse Alba mentre si sdraiava sul mio letto.
«Chloe vuole restare a casa, magari organizzare una piccola cena con un paio di amici» mi precedette Noah.
«No tesoro, per niente divertente, hai ventiquattro anni, non cinquanta» fece una piccola pausa guardandomi dalla testa ai piedi.
«Ho capito, organizzo io» continuò poi sorridendomi.
Sentivo dentro di me che stava tramando qualcosa o magari l'aveva già fatto, ma ammettiamolo Alba non si era mai distinta per la sua intelligenza immane, quindi ero sicurissima che avrebbe organizzato la stessa serata all'Alcatraz con Samu, Elia, Maria e Laura.

L'intervista || Federico Chiesa Where stories live. Discover now