Groenlandia

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Sono troppo, troppo, troppo appiccicosi.

La vacanza è iniziata letteralmente da 7 minuti e io sono già al limite della sopportazione.

Si comportano come se non si fossero visti per dieci anni, quando invece hanno passato tutto l'inverno incollati come mosche su una ragnatela!

Buon Satana, ti prego, se mi è concesso esprimere un umilissimo desiderio, fa sì che non diventi mai come i miei genitori.

Sospiro.

Mi costringo a ignorare lo schiocco dei loro baci stampati sulla faccia e a guardarmi intorno.

Il blu sempre più intenso della notte, ingoia gradualmente i chilometri di ghiaccio bianchissimo che ci circondano.

Mi ero dimenticata di questa sensazione: il freddo pungente che penetra e brucia nelle vene.

Aah! Ben -10 gradi di appagamento!

-Quanto manca ancora?- Chiede mio fratello con voce tremolante, incapace di apprezzare i veri piaceri della vita.

-Zitto e cammina.- Gli rispondo io, gentilissima come mio solito.

Dopo 25 minuti di strada, arriviamo al nostro amatissimo Igloo, in ghiaccio nero.

Una volta entrati, Madre e Padre prendono subito posto sulla poltrona di ghiaccio, trascurando completamente l'esistenza mia e di Pugsley.

Sono piena.

-Io esco.- Asserisco mentre guardo mio fratello con lo stesso sguardo gelante con il quale guardo chiunque. - Non posso sopportare un altro minuto accanto a loro.-

-Vengo con te.- Ha il coraggio di rispondermi.

Usciamo.

Adoro la Groenlandia. Qui è praticamente sempre notte, ovvero, l'unica parte del giorno che merita veramente di essere vissuta.

Ammetto di non avere la minima idea precisa di dove andare, ma avevo bisogno di qualche ora di affrancamento da Morticia e Gomez Addams.

Cammino sì, senza meta, ma con un passo talmente incalzante che, in pochi secondi, lascio mio fratello indietro.

Poi un urlo. Pugsley.

-Tyler!- Sussulto, istintivamente e stranamente, in preda al panico, ma, quando mi volto verso mio fratello, capisco che il suo grido era dovuto solamente all'innoquissima presenza di un orso polare. Affamato direi, a giudicare dal modo in cui lo guarda.

Cammino verso di loro, poi, una volta arrivata ad una distanza accettabile, creo velocemente una palla di neve e la tiro all'orso per richiamare su di me la sua attenzione.

I nostri occhi si incontrano.

-Cattivo orsacchiotto.- Sibilo trai denti stretti e quest'ultimo fugge come terrorizzato.

-Mercoledì Addams che mi protegge senza far male a qualcuno?! Un anno alla Nervermore ti ha veramente ammirbidita come dicevano!- Mi insulta lui, quando invece mi aspettavo un ringraziamento. Sta crescendo bene.

-Non faccio mai male agli animali.- Faccio una breve pausa di riflessione. -...Solo alle persone.-

Improvvisamente cala un silenzio rasserenante.

Poi, una vibrazione.

Caccio fuori dalla tasca del giacchetto il mio nuovissimo cellulare, rigorosamente nero, e apro quell'app... Che mi sembra si chiami Whatsapp.

-E quello cos'è?- Mi chiede Pugsley, estremamente esterrefatto.

-Che c'è, non hai mai visto un cellulare?- Rispondo, con un'aria di superiorità.

-Certo che so cos'è un cellulare, solo... Non ti credevo il tipo.-

-E invece lo sono.- Concludo, alzando gli occhi al cielo.

-Allora... Chi era?- Mi chiede un attimo dopo, accompagnando la domanda con un inquietantissimo occhiolino.

Piccolo ficcanaso.

-Nessuno.- Mento, mentre esco dalla chat con Xavier.

-Va bene allora, sorella. Tieniti pure i tuoi segreti.-

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