Migliore amica

123 17 1
                                    

Finalmente questa noiosissima lezione è finita.

Odio doverlo ammettere, ma per quanto la Thornhill fosse una pazza svitata follemente infatuata di quell'altro pazzo svitato di Crackstone, lei riusciva a rendere le lezioni incredibilmente interessanti. Le sue conoscenze in fatto di botanica erano impressionanti. Ed io, sotto sotto, un po' la ammiravo.

Adesso invece, da quando è arrivato il nuovo professore, la storia è cambiata.

Il "rimpiazzo" passa le ore di lezione a ripetere cose sapute e risapute e, nel momento in cui cerca di entrare un pochino più nel dettaglio, finisce col dire baggianate fin troppo evidenti per una studentessa studiosa come me.

Io e Bianca ci siamo subito lanciate un'occhiata di intesa e abbiamo deciso, ognuna per sé, ma nello stesso momento, che avremmo smesso direttamente di ascoltare i suoi ampollosi discorsi.

***

In un attimo, come di programma, mi ritrovo davanti alla porta chiusa dello studio di mia madre.

Con un velo di amarezza, noto come il cartellino di metallo inchiodato sulla porta, cita ormai testualmente il nome di "Morticia Addams".

Le parole di Larissa risuonano taglienti nella mia testa:

"Non pensavo ci avreste messo così poco a sostituirmi... Evidentemente mi sbagliavo."

Deglutisco.

Abbasso velocemente gli occhi sulla maniglia...

Le buone maniere mi suggeriscono di bussare, ma io, come mio solito, faccio esattamente il contrario e apro velocemente quella maledettissima porta, in primis per impedire alla mia testa di perdersi in altri futili pensieri.

Gli occhi nero pece di mia madre incontrano immediatamente i miei, illuminandosi.

-La mia nuvoletta di tempesta!- Esclama, alzandosi dalla sedia in legno.

È così alta che per pochi centimetri non tocca il lampadario affisso al soffitto, appena sopra la sua testa.

Come se non sapesse quanto detesto gli abbracci, mi viene incontro, allargando le braccia.

Sospiro, già fortemente irritata...

Mi accovaccio e passo agilmente sotto il suo braccio sinistro, posizionandomi alle sue spalle.

È un trick che faccio spesso, agevolato dalla nostra lampante differenza di altezza, ma a cui mia madre non si è ancora abituata.

-Ieri sera ho incontrato Morticia, madre.- Esordisco, andando dritta al punto ed evitando, in questo modo, che lei possa perdersi in qualche altra stomachevole smanceria.

Alle mie parole, sbianca...

E vi assicuro che è sbiancata per davvero, nonostante ancora non mi capacito di come sia possibile, visto il colorito già fin troppo niveo della sua pelle.

-La storia del medaglione mi ha salvata.- Le dico, ringraziandola fra le righe.

Resto in silenzio per qualche secondo, per lasciarle il tempo di metabolizzare, e, intanto, cerco di decidere velocemente cos'altro raccontarle di ieri notte.

Perché si...
Ancora non ho deciso se dirle anche di Tyler.

Da un lato vorrei farlo, poiché mi sembra la cosa più ragionevole da fare; eppure, la parte di me che ho soffocato per anni, prende, ancora una volta, nel giro di questi giorni, il sopravvento; e l'imbarazzo, il ricordo della mano dell'Hyde sulla mia guancia, mi impediscono di aprire bocca al riguardo.

Proseguo a parlare di Larissa...

-L'ho imprigionata e l'ho costretta a parlare. Avevi ragione. La gelosia le ha annebbiato la mente.-

Pentimento...

Nei suoi occhi neri e tristi, leggo perfettamente il senso di colpa che pian piano sembra divorarla.

Abbassa lo sguardo, incapace di sostenere i miei occhi, neri tanto quanto i suoi, ma privi di qualsiasi emozione.

So benissimo che mia madre non ha mai voluto tutto questo.

Nonostante la Weems la consideri un mostro, io so benissimo che Morticia non ha mai avuto cattive intenzioni.

-Non è tutto, madre.- Alza nuovamente gli occhi, colmi di rammarico. -Non può più ritrasformarsi.-

Confusione...

-I mutaforma possono trasformarsi un'ultima volta, dopo che il loro corpo è morto. Lei, ormai, è chiusa nel tuo corpo.-

Speranza...

Finalmente, per la seconda volta da quando sono entrata in questa camera, Morticia si decide a parlare.

-Ho un'idea.- Le sue labbra si piegano in un sorriso sincero. -Le cederò il mio posto, il mio nome, la mia fama,... Sarà nuovamente preside della Nevermore e, per la prima volta, non sarà l'ombra di nessuno. Lei sarà me.-

Alzo un sopracciglio, spiazzata.

Potrebbe davvero funzionare?

-Non pensi che, in questo modo, possa soffrire ulteriormente, sperimentando tutto l'amore che la gente prova per te sulla sua stessa pelle?-

Rassegnazione...

-Non lo so insettina, ma penso valga la pena tentare... Tu portami da lei.-

***

Chissà che sensazione si prova a dialogare con se stessi...

Mia madre non me lo raccontò mai, ma io ho capito, guardandola di nascosto, che non deve essere affatto semplice...

Vedere se stessi dire cose che non ti sono mai nemmeno passate per la testa.

Vedere se stessi insultarti, chiamarti "traditrice", "puttana",...

Deve essere spiazzante.

Mia madre, nonostante sapesse benissimo che quella davanti ai suoi occhi non era veramente lei, ma una sua semplice copia sbiadita, riusciva a malapena a non tremare.

Non so perché continuai a guardarla senza intervenire, senza darle conforto e farla sentire al sicuro.

Forse perché sapevo che era una questione tra lei e la Weems.

Una questione nata anni e anni prima della mia nascita.

Una questione in cui io ero stata tirata in mezzo, ma nella quale non c'entravo direttamente.

Una questione che non mi riguardava...

Fu un sollievo, dopo attimi di panico, vedere la Weems calma, ferma ad ascoltare le parole di scuse di mia madre.

Non so come ci riuscì, ma sembrarono estirpare in un attimo tutto l'odio che l'ex preside aveva coltivato per anni, in segreto; un odio cresciuto così tanto, in maniera incontrollata, che aveva finito col sofforcarla.

Forse, queste parole di scuse, erano l'unica cosa che la Weems stava veramente aspettando.

Forse non le importava di tutto il resto.

Forse, anche lei, dopotutto, si sentiva in colpa.

Forse, voleva soltanto riavere indietro la sua migliore amica.

Probabilmente, fu per questo che rifiutò di tornare a capo della sua amata Nevermore.

-La Nevermore è il tuo posto Morticia, lo è sempre stato. Tu meriti di essere lì. E sono sicura che tutti gli studenti già ti adorano.-

Si ok, tutto molto commovente, ma intanto, se non fosse arrivato Tyler, in questo momento io sarei morta accoltellata a causa sua...

-Mercoledì.- Mi chiama dolcemente Larissa, girandosi nella mia direzione.

Cazzo...
Sapevano che stessi origliando?

Esco fuori dal mio nascondiglio improvvisato e, a quanto pare, poco funzionale, e guardo l'ex preside, con sguardo interrogativo...



Fine?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora