Capitolo 6

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"La vita
non è forse più bella
perché
da un momento
all'altro
si può perderla?"
CESARE PAVESE

«Verrà da te tra qualche settimana e tu dovrai aiutarmi, devo parlarle assolutamente Gianluigi!» il mio sguardo duro fa intendere una velata minaccia che non posso assolutamente permettermi.
Voglio dire, perché mai dovrei confidare nel suo aiuto? Ci siamo odiati fin dal primo istante; è rimasto a guardare impotente la rovina della sua migliore amica.
Avvenuta per mano mia.

Senza neanche rendermene conto digrigno i denti, serrando così forte la mascella da iniziare ad avvertire un lieve dolore.
«E sentiamo, credi davvero che io sia obbligato ad aiutarti? Altrimenti cosa fai? Mi picchi?»
Vorrei davvero mettergli le mani addosso, ma così facendo brucerei l'unica possibilità di parlare con Miriam.

Mi muovo nervosamente sulla sedia cercando di placare il tremolio alla gamba sinistra, diventato ormai ingestibile.
«Senti, mettiamo le cose in chiaro. Io odio te e tu odi me, ma sei l'unica persona capace di convincerla ad ascoltarmi, a darmi una possibilità per spiegarle tante cose. So per certo che, se non le parlo, finirò per perdere completamente la testa»

Poggia una mano sul suo mento, muovendola su e giù in maniera lenta, quasi robotica mentre mi osserva da capo a piedi; completamente assorto nei suoi pensieri.
«Il problema è che non ti vedo cambiato. Non hai provato a migliorare la tua vita, anzi dall'aspetto che hai immagino tu l'abbia solo peggiorata ulteriormente.
So bene come ti senti, è esattamente quello che ho provato io quando lei ha scelto te, quando l'ho vista tra le tue braccia.
Io volevo lei mentre lei voleva te. Conosco bene Miriam e so per certo che lei era consapevole di quanto tu fossi sbagliato, problematico, bipolare; una persona non adatta a lei.
Eppure ti ha amato, andando persino contro se stessa la maggior parte delle volte.
Ha scelto te e tu non ti sei neanche reso conto della fortuna che hai avuto.
Hai preferito perderla, strapparle di dosso la vita.
Hai preso la ragazza più solare che io abbia mai conosciuto e l'hai trasformata nel buio più tetro» prende un respiro, giocherellando con la zip della felpa.

«È vero, cazzo. Lo so» alzo il tono di voce in preda ad una rabbia che mi squarcia il petto.
«Non ho ancora finito di parlare» alza una mano intimandomi di stare in silenzio.
Aggancia i suoi occhi ai miei, indurendo lo sguardo.
«Ti aiuterò. Ti darò una sola possibilità di parlarle dopodiché sarà lei a decidere cosa fare.
Ma, Axel...» si avvicina, restando a pochi centimetri dal mio naso.
«Prova a farle del male o soltanto a pronunciare una parola fuori posto e verrò personalmente a tagliarti la gola. In tal caso mi assicurerò che tu marcisca all'inferno, puoi giurarci»

Porta l'ennesima sigaretta alle labbra, scrutando attentamente il mio viso.
«Grazie amico»
Presto rivedrò la mia Miriam e, al solo pensiero, il mio cuore riceve una scossa elettrica iniziando a battere frenetico nel petto.

«Non siamo amici Axel, non lo saremo mai. Sia chiaro!»
Si alza lentamente dalla sedia reggendo la sigaretta tra i denti.
«Ora puoi andare. Ti chiamerò io una volta organizzato il tutto» apre la porta e con un gesto della mano mi fa segno di uscire.

«Grazie» dico, in un sussurro quasi impercettibile.
«Non lo faccio per te. So che se Miriam non compie questo passo lo rimpiangerà per tutta la vita. Se vorrà mandarti a fanculo almeno lo potrà fare guardandoti negli occhi» fa scoccare la lingua sul palato e, salutandomi con un cenno del capo, scompare dietro la tendina blu cobalto.

Il viaggio di ritorno si presenta più complicato del previsto, il cuore sembra non voler smettere di battere all'impazzata e non riesco a respirare.
Parcheggio l'auto sulla prima piazzola di sosta e scendo frettolosamente.
Mi sento soffocare, non riesco a placare il tremolio alle mani nè tantomeno quello alle gambe.

L'inferno in noi 2 {CAOS}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora