Capitolo 1

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The beauty of chess is it can be whatever you want it to be. It transcends language, age, race, religion, politics, gender, and socioeconomic background. Whatever your circumstances, anyone can enjoy a good fight to the death over the chess board.

Hikaru e Sasha si ritrovarono così davanti a un edificio quadrato. Era bianco, si ergeva nonostante gli altri edifici di Tokyo, come una sentinella inesorabile. Anche da lontano era impossibile non notare la sua bellezza architettonica. Le sue alte pareti bianche e la cupola a cipolla erano incorniciate da grandi colonne bianche, che incorniciavano la porta principale.
Salirono delle scalinate in marmo, costeggiate da dei vasi di vari fiori variopinti di cui si potevano distinguere i colori grazie alla luce della luna. Le due si fermarono poco prima di varcare la soglia. La porta a due battenti in legno massiccio era già aperta in modo da far vedere le persone al suo interno. Sasha fece per andare da loro, ma Hikaru la fermò prima. Quella gente era tutto tranne che felice. C'era chi era confuso, facendo capire che erano anche loro lì da poco, mentre alcuni parevano spaventati e feriti, era uno spettacolo triste. Molti di loro avevano il corpo segnato da cicatrici e lividi, e i vestiti sporchi e lacerati. I loro volti erano pallidi. C'erano alcune persone addirittura che erano in un angolo di quel sontuoso edificio a vomitare per chissà quale motivo. Hikaru, e ora anche Sasha, non erano così ben disposte ad entrare. Una ragazza però, che indossava un bikini azzurro con motivi a fiori e foglie bianche, si avvicinò al limite della porta, stando attenta a non varcarla per sbaglio, come se fosse spaventata da cosa le potesse succedere. In bocca teneva uno stecco in plastica come quelli dei chupa chupa. Tra tutte le persone che in quel momento notarono, lei era decisamente quella più calma. Era una ragazza slanciata, sicuramente si aggirava sul metro e settanta, ed era una molto bella. Avrà avuto sui vent'anni, portava i capelli lunghi, castani raccolti in delle treccine e alcune di esse avevano dei nastri blu, rosa e bianchi. Le tre rimasero a guardarsi per qualche istante e questa prese parole togliendosi il bastoncino dalla bocca.
«Se volete vivere è meglio che entriate, non rimangono molti posti» Una voce gentile, morbida ma ferma, che suscitava calma e sicurezza. Era una voce che portava con sé serenità, con un tocco di tenerezza e calore che scioglieva la tensione. Ispirava fiducia, rassicurava e incoraggiava. Era una voce che trasmetteva rispetto.
«Cosa intendi dire?» Domandò Hikaru che era sempre solo più confusa mentre quell'angoscia che ballava nel suo stomaco non si faceva sempre più forte facendole salire il cibo mangiato qualche minuto prima, se non si fosse calmata avrebbe fatto sicuramente la stessa fine del ragazzo di prima nell'angolino.
A questo punto intervenne un giovane che fino a poco fa stava ascoltando tranquillamente la musica. Era più basso della ragazza in bikini e indossava una felpa bianca con cappuccio e dei pantaloncini anch'essi bianchi con motivi a foglie blu. Con una mano si abbassò il cappuccio che teneva in testa rivelando dei capelli biondi di media lunghezza con della ricrescita. Affiancò la ragazza, a quanto pare facevano squadra.
«Questo è un game che non ha un tempo limite per le iscrizioni a quanto pare, ma solitamente c'è una scadenza per iscriversi. Se non entrate non avrete nessun giorno di visto, siete appena arrivate vero? Le vostre facce confuse ne sono la conferma. Qui per sopravvivere bisogna superare dei game che danno dei giorni detti "visto" per poter rimanere, allo scadere di tutti i giorni morirete, e l'unico modo per rinnovarlo e continuare a giocare ai game» La voce era calma, come una corrente profonda che scorreva sotto la superficie. Quando parlava, le parole avevano come un effetto rassicurante.
Nonostante la sua voce trasmettesse sicurezza, Hikaru non si fidava molto, gli dava una brutta impressione, non come l'altra ragazza che sembrava effettivamente gentile. Nonostante la spiegazione dei due ragazzi, questo non servì a tranquillizzare le due, anzi, le fece solo preoccupare ulteriormente, il loro stomaco ormai era come su una montagna russa, non in senso positivo. Per quanto assurdo potesse essere non potevano fare altro che fidarsi, d'altro canto la popolazione era completamente sparita quindi tutto ciò non poteva essere sicuramente uno scherzo.
Sasha varcò la porta senza esitazione mentre Hikaru rimase bloccata qualche secondo, doveva metabolizzare il tutto, e nel mentre un'altra persona entrò poco dopo Sasha.
«Ti conviene entrare, è rimasto solo un telefono» Disse il ragazzo con in mano il telefono spento.
"Fanculo" pensò Hikaru ed entrò anche lei.
L'interno dell'edificio era immacolato, con pavimenti in marmo lucente e pareti dipinte di un bianco candido. Il bagliore lunare che entrava dalle finestre illuminava con la sua luce fioca l'intera struttura, facendola sembrare un luogo surreale. Si sarebbe potuta respirare un'atmosfera di pace e tranquillità se non fosse stata per la circostanza in cui si trovavano. Anzi, l'aria che si respirava lì dentro era rarefatta, pesante.
«Ottima decisione» Disse il ragazzo con un leggero sorriso in volto lanciando il telefono a Hikaru che lo prese al volo.
Le due amiche si misero vicine e guardarono lo schermo nero che fece un riconoscimento facciale.
«Io sono Kuina comunque, piacere» Disse la ragazza di prima con il suo tono gentile tenendo il bastoncino in bocca porgendo loro la mano. Ovviamente Sasha non esitò a stringergliela sfoggiandole il suo sorriso più radioso. La rassicurava avere qualcuno che nonostante fossero delle principianti le aiutassero.
«Sasha d'Angelo, chiamai solo Sasha» Rispose lei allegramente. La voce era felice e vibrante, come il suono di una melodia che si diffonde nell'aria. La sua tonalità era fresca e luminosa, con una nota di eccitazione che trasmetteva un senso di gioia.
«Hikaru» Si limitò invece a dire facendo un leggero inchino. A differenza di quella dell'amica, la sua voce era fredda, distante, ma sempre cordiale con un pizzico di dolcezza che ammorbidiva il tutto. Aveva un tono piú basso, quasi impercettibile.
«Le iscrizioni sono ufficialmente chiuse, il game sta per cominciare» Disse una voce femminile dal telefono che andava in simultanea con quella degli altri.

what the fuck is going on? // Alice in Borderland Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang