Capitolo 3

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Nothing wrong with shooting... as long as the right people get shot.

Dopo il game dell'oni il tempo passò in fretta.
Hikaru e Sasha approfittarono della metà dei loro giorni di visto per allenarsi. La loro giornata era tutta organizzata, dopo la colazione iniziavano con un allenamento basico, facevano almeno cinque chilometri al giorno di corsa e con grande felicità notarono dei miglioramenti, raggiungevano l'obiettivo prestabilito ogni giorno in minor tempo. Dopo la corsa facevano almeno un'ora di pausa, per poi recarsi in una palestra vicino al negozio dove ormai si erano stabilite. Per prima cosa si allenarono sul muro d'arrampicata, senza imbracature, mettendo sotto dei materassini spessi mezzo metro, non potevano permettersi di usare delle protezioni, perché se mai fosse capitato un gioco di quel genere non ci sarebbero state. I primi giorni cadevano sempre, ma non si arresero finché non raggiunsero la cima, ripetendo l'arrampicata per due o tre volte. Passarono infine alla fune attaccata al soffitto. Avevano capito che quel genere di agilità serviva. Si allenarono anche con i sacchi da boxe, colpendo e immaginando di schivare gli attacchi di un ipotetico nemico. Non avendo molto per ingannare il tempo, la maggior parte delle volte si allenavano anche di sera, crollando poi subito dopo e ricominciando ogni giorno la stessa routine.

Era quasi sera, la luna era alta in cielo, nonostante fosse ancora chiaro, e mancava poco all'orario in cui di solito apparivano i game arena. Le due ragazze quindi, vista l'aria fresca, decisero di fare una corsa sperando di imbattersi in un game volendo aumentare i giorni del loro visto. Mentre correvano, un grattacielo si illuminò, mostrando la solita freccia con la scritta che indicava dove fosse il game. Le due ragazze quindi seguirono le indicazioni e raggiunsero un luna park illuminato, con sottofondo le tipiche canzoni. Vi entrarono e, diversamente dal solito, invece che trovare il tavolino con tutti i telefoni già all'entrata, dovettero fare qualche metro, andando dove c'era più spazio. Li, un tavolo più grande degli altri, conteneva ancora solo dieci telefoni. Hikaru e Sasha si trovarono davanti una quarantina di persone.
Le luci ondeggiavano nel cielo come se fossero stelle cadenti, illuminando la città. Gli alberi erano drappeggiati di svariati colori luminosi, il luna park si estendeva a perdita d'occhio, con le sue luminarie multicolori che brillavano come stelle in una notte d'estate. La lucentezza si rifletteva sulla superficie dei giochi, che scintillavano come gemme preziose.
Le montagne russe erano illuminate da mille luci colorate, mentre le giostre più piccole ne avevano di più soffuse.
Hikaru per un momento si ritrovò a pensare a quando vedeva i ragazzi come lei e Sasha passeggiare per le strade, divertendosi con le giostre, quando dalle tende usciva musica, mentre alcuni si riunivano intorno ai fuochi da campo per scaldarsi. Quando in quel momento i loro unici problemi erano quali giostre fare e quali bancarelle visitare. Invece ora si trovavano in quel posto che aveva sempre regalato gioia solo per sopravvivere. A svegliarla da quella trance fu Sasha, che stese il braccio porgendole un telefono.
L'abina lo prese e, come sempre, fece il riconoscimento facciale. Mancavano ancora una decina di minuti al chiudersi delle iscrizioni.
Le due si guardarono intorno per cercare di capire che tipo di gioco sarebbe capitato. Notarono in lontananza un altro tavolo con sopra svariate armi, tra cui delle semplici pistole, dei fucili a pompa e quelli da cecchino. Le due dopo aver analizzato le armi si guardarono.
«Saranno lontane una sessantina di metri...penso che la fase iniziale sia una gara per prendersi l'arma migliore, io punterei sul fucile da cecchino, insomma è a lungo raggio, sarebbe l'ideale se volessimo nasconderci per sparare a qualcuno senza essere prese» Disse Hikaru mentre si metteva una mano al mento per pensare, cercando in qualche modo di prevedere il gioco.
«Se si parla di velocità nessuno mi batte, prenderò due fucili appena il game inizierà, la però vedo anche delle munizioni quindi sarebbe inutile prendere un arma se non si ha con che sparare, cercherò di fare del mio meglio» Disse Sasha alzando il pollice, sorridendo.
Dopo cinque minuti arrivarono altre persone che presero i telefoni rimanenti. Le iscrizioni dunque erano ufficialmente terminate.

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