Capitolo 2

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After all, we all know Tag can be a scary game, especially when we don't want to be tagged.

Si svegliarono quando i raggi del sole filtrarono nel negozio e arrivarono agli occhi. Entrambe si girarono in modo che la luce non gli desse fastidio. La notte la passarono insonne, nonostante nessuna delle due proferì parola, non trovando di che conversare per smorzare la tensione di quella sera.
Si alzarono poi dopo qualche minuto e rimasero sedute a guardarsi, il volto di entrambe era ceruleo e delle occhiaie nere erano ben visibili sotto gli occhi.
«Sembri un panda» Sasha fu la prima a parlare e lo disse con leggerezza con quel suo sorriso allegro, a volte contagioso, sul volto, smorzando quel silenzio che non era mai pesante: avrebbero potuto stare ore senza parlare a guardarsi negli occhi non trovandolo mai imbarazzante, anzi, non sarebbero durate nemmeno qualche secondo che sarebbero scoppiate a ridere.
«Parla per te, non sei da meno» Disse l'altra con voce rauca e con la gola secca ma, nonostante tutto, le rispose con un sorriso genuino.
Hikaru appoggiò una mano a terra e fece leva per alzarsi. Andò a prendere due bottigliette d'acqua, lanciandone una a Sasha con tanto di latte e cereali. In bocca teneva la scatola di cereali, nella mano sinistra il cartone di latte e nella destra un fornello, quando mise giù tutto le sorrise incalzante.
«Ti va una buona tazza di cereali?»
«No» Disse con quel suo tono ironico alzando gli occhi al cielo, sorridendo e porgendole la tazza per farla riempire e versò i cereali. Lei a differenza di Hikaru, beveva il latte freddo e non capiva come l'amica potesse berlo caldo, soprattutto con i cereali. Mentre Sasha iniziava già a mangiare, Hikaru mise il latte a scaldare. Lo versò e iniziò a spingere i cereali sul fondo della scodella mentre ne versava il più possibile.
Dopo qualche minuto Sasha era già piena e non aveva finito nemmeno tutto il latte, mentre Hikaru aveva diverse scatole di biscotti di ogni tipo accanto ed era al terzo giro di latte e cereali. Quando fu finalmente sazia mise a posto tutto e si leccó le labbra sporche raggiungendo l'amica che stava girovagando per gli scaffali.
«Stavo riflettendo su una cosa» Parlò Hikaru mentre guardava gli scaffali dedicati ai manga appoggiando le punte delle dita sul dorso facendole scorrere.
«Ci serviranno delle armi, non credi? Insomma, siamo capitate in un mondo parallelo dove per sopravvivere si fanno dei game mortali, quindi per forza ci serviranno, per difenderci...e per uccidere» Disse l'ultima parola con titubanza e timore, come se fosse sicura che sarebbero servite.
«Qui vicino in teoria ci dovrebbe essere la mappa della città e se non sbaglio c'era segnata un'armeria, ma è abbastanza lontana» Concluse infine mentre prendeva uno zaino da quelli in esposizione mettendoci dentro vari cibi: dai salati ai dolci.
«Abbiamo qualcosa di meglio da fare?» Chiese quindi Sasha con quel suo tono simpatico mentre guardava l'amica mettere dentro tutto quel cibo senza dire niente, ormai sapeva com'era fatta, mangiava per cinque persone anche se non si sarebbe mai detto. Uscirono quindi dal negozio andando alla mappa più vicina che mostrasse la città e quando localizzarono dove si trovava l'armeria si incamminarono.

Dopo diverse ore di camminata raggiunsero finalmente l'armeria che, come avevano previsto, era sfasciata: pezzi di vetro sparsi fuori e dentro il negozio; le mensole dietro al bancone erano praticamente vuote e anche gli scaffali contenenti i proiettili e le ricariche. Andarono verso il magazzino, che conteneva solamente scatoloni già aperti e vuoti. La prima cosa che notarono, però, fu un terribile odore aleggiare nell'aria, era un odore pesante, acre e nauseante. Decisero di setacciare per bene tutto il negozio soffermandosi su ogni minimo angolo, tanto di tempo da perdere ne avevano, per cercare di trovare anche una piccola arma che avrebbero potuto usare come difesa. Sasha scelse di ispezionare il magazzino, mentre Hikaru fare un giro tra gli scaffali. L'albina non ci mise molto, stava camminando tranquillamente quando girò per imboccare l'ultimo scaffale rimasto ma si ritrovò davanti un corpo morto: giaceva immobile in una pozza di sangue, la testa reclinata su una spalla, gli occhi vitrei rivolti verso l'alto, il corpo gonfio e contorto in una posizione innaturale. La pelle era livida, con vari fori di proiettili su tutto il busto. Le braccia erano distese in avanti, come se avesse cercato di difendersi e la bocca spalancata in un urlo sommesso, ma ormai non c'era più alcun suono ad uscirne. La stanza era come caduta in un silenzio opprimente. Il fetore di carne in avanzata putrefazione pervadeva l'aria. La pelle era diventata scura e screpolata, mentre le membra erano ridotte a una massa informe di ossa e carne decomposta. Una nebbia di mosche si levava dalle ferite aperte, mentre sul corpo si potevano vedere alcune larve camminare indisturbate.
Hikaru rimase immobile, l'odore era così forte da farle arricciare le narici e stringere lo stomaco. Si avvicinò con cautela volendo comunque controllare se avesse addosso qualche arma che sarebbe potuta rivelarsi utile, trattenendo l'istinto di vomitare man mano che si avvicinava e l'odore si faceva sempre più pungente. Con la punta del piede lo girò di schiena, facendo volare via le mosche che gli erano appoggiate sopra e iniziò a ispezionare prima con solo lo sguardo: avrebbe preferito non toccarlo sinceramente. Quando appurò che dietro alla schiena non aveva nulla, lo rigirò a pancia in su e gli slacciò la cintura dei pantaloni per toglierglieli e vedere se tenesse qualcosa dentro, ma la fatica fu vana. Decise infine di sfilargli gli stivali che portava e quando tolse il primo sentì il rumore di metallo cadere a terra, spostò lo sguardo e vide un coltello pieghevole, lo prese e lo mise nella tasca posteriore dei pantaloni. Aveva trovato qualcosa.
Tornò poi verso il magazzino andando a vedere se Sasha avesse trovato qualcosa.
«Niente, assolutamente niente» Rispose esasperata ancora prima che Hikaru potesse porgerle la domanda.
«Io ho trovato un coltellino, spero che non mi debba mai servire» Disse prendendo in mano il coltello facendo uscire la lama guardandolo per qualche secondo rimettendolo poi a posto.
«Beh tanta strada per nulla, torniamo al negozio» Disse Hikaru mettendosi dietro all'amica mettendole le mani sulle spalle uscendo il più velocemente da lì.

what the fuck is going on? // Alice in Borderland Where stories live. Discover now