|6| Ritorno a LA

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CHANEL
"Ti piace, tesoro?" Patrick, dall'altro lato del tavolo assaggia il suo pollo speziato preparato da lui con tanta dedizione.
"Sì, buonissimo davvero." Gli sorrido quando alzo la testa verso di lui che fino a qualche istante fa era piegata sul piatto di ceramica per via dei mille pensieri. Sapere che in qualche modo l'ho tradito non mi dà il coraggio di essere serena con lui. Infondo Patrick è sempre stato un bravo compagno, ma purtroppo non è mai riuscito a darmi ciò che io cercavo. Non penso sia colpa sua. È solo che dopo Carter nessuno pare riempire davvero il mio cuore che, a quanto pare, aspetta solo il suo per essere colmato completamente.
"Com'è andata oggi a lavoro?"
"Molto bene. C'era una riunione con i giornalisti di Vogue che sono interessati alla mia carriera da giovane stilista imprenditrice ed è andata meravigliosamente. Ero un po' agitata, ma non ce n'era bisogno." Gli spiego. Sono state delle ore intense e sono davvero molto stanca. Ho tentato in tutti i modi di essere perfetta durante quell'intervista e spero di aver soddisfatto qualsiasi dubbio dei giornalisti.
"Sarai stata eccellente come sempre. E i tuoi genitori? Sono arrivati?"
Ecco un particolare che avevo cercato di ignorare in tutti i modi.
"Sì, questa mattina sono passati in azienda. Non li vedevo da mesi. Ma a quanto pare domattina dovremmo prendere un aereo per Los Angeles."
"E come mai?"
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo.
"Dopo aver dato un'occhiata al progetto del nuovo atelier, mia madre si è messa in testa che è ora di rimodernare la nostra sede a Los Angeles. Verranno con noi anche gli Stewart." Annuisce e ride sotto i baffi. Patrick e mia madre vanno d'amore e d'accordo, ma si può dire lo stesso di mio padre. A quanto pare, per i miei genitori é l'uomo perfetto per me e questa volta non gravano sulla mia relazione, visto che tutto va secondo i loro piani.
"È fantastico. Se riuscirò a raggiungervi, lo farò. Sai, sono pieno di lavoro da fare. Mio padre è partito per un weekend con mia madre e ha lasciato tutto nelle mie mani." Beve un sorso di vino, quasi scocciato dalla decisione dei suoi genitori. Non mi é nuova questa situazione. Lo fanno di frequente.
"Va bene, ma non ti dannare l'esistenza. Se riuscirai a venire è bene, altrimenti ci vedremo quando tornerò qui a New York."
"Vuoi dell'altro pollo?" Annuisco e la serata continua così: tra chiacchiere, vino, pollo alle spezie e discorsi d'affari.

CARTER
Quando salgo sul jet degli Stewart, Dylan e Nathaniel sono già seduti uno accanto all'altro a discutere di un progetto presente sul pc. Cerco Chanel, ma noto che non è ancora arrivata.
"Mia sorella sta arrivando, ha fatto qualche minuto di ritardo." Dice Dylan, rivolto verso il pilota. Dopo quello che è successo l'altra sera, io ed il mio migliore amico non abbiamo avuto modo di parlare. O forse non avevamo il coraggio di farlo. Ci siamo incontrati ieri sera per una birra in un pub, ma non abbiamo neanche sfiorato l'argomento. Non appena prendo posto, comincio a guardare alcune delle foto del gala in maschera di qualche settimana fa. Ci sono alcune persone vestite in modo davvero stravagante, altre che hanno pensato di mantenersi sul sobrio e sull'eleganza, tipo me.
"Buongiorno. Scusate per il ritardo." La voce di Chanel rimbomba in tutta la cabina. Alzo la testa istantaneamente e la vedo salire sul jet, indossando una tuta blu elettrico e delle scarpe ginniche e comode. Senza troppi ripensamenti, si siede accanto a me lasciandomi sorpreso, ma con una sensazione di calore al cuore che si propaga in tutto il petto.
Noto le facce stranite di Dylan e Nathaniel che quasi mi strappano un sorriso divertito che tento in tutti i modi di trattenere. Mio fratello punta gli occhi su di me e mima con le labbra:
"Devi dirmi qualcosa, fratellino?"
Annuisco, ma senza troppa energia visto il finale di quel momento meraviglioso di qualche sera fa.
"Preghiamo i signori passeggeri di allacciare le cinture. Il jet sta per prendere il volo." Parla il mio fidato pilota dalla sua cabina e dopo qualche minuto, l'aereo comincia a muoversi con velocità sulla pista, sollevandosi da terra in pochi secondi.
"Si va dai Taylor." Fa Dylan con tono ironico osservandomi con uno sguardo divertito.
"Mai stato più felice di così." Rispondo io.

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