Provare a convincere i diffidenti

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Mi stavano davvero facendo perdere tempo, possibile che dovessi ripetere alla mia famiglia tutto, e nei minimi dettagli, più e più volte?

Provai, cercando di restare il più calmo possibile, di farmi comprendere meglio: "Quando gli altri soldati non ci vedranno tornare..."

"Ci?" mi chiese Vasilii fulminandomi con lo sguardo e stringendo la zappa su cui non aveva mai mollato la presa per tutto il tempo. "Non sei venuto solo allora! Io lo sapevo ci hai traditi! I tuoi colleghi sono fuori ad attenderci, non è così? Figlio di..."

"Sono solo!" urlai per sovrastare la sua voce. "Il mio compagno, Vanya non è con me, lui non sarà un problema!" 

Mia madre mi guardò intristita e mi prese la mano nelle sue, anche dopo tutto quel tempo passato distanti l'uno dall'altra, lei riusciva a leggermi nell'anima.

"Cosa è successo al tuo collega?"

Non potevo proprio dirglielo, non era il caso. Risposi che era caduto dalla scarpata, che era stato un incidente. Immaginavo già la scena: non vedendoci tornare dalla missione, i nostri avrebbero mandato una dozzina di soldati a cercarci, avrebbero trovato il corpo maciullato di Vanya, ma non il mio. Avrebbero capito tutto, non erano stupidi, li avevo addestrati a essere svegli oltre che abili. Mi avrebbero dato la caccia per questo. Dovevamo andarcene di lì il prima possibile!

Non facevo che pensare a tutto ciò che stavo rischiando e perdendo a causa loro: la mia vita piena di successi personali; la mia dimora solitaria su per la montagna boscosa; le mie medaglie che non avrei meritato più dopo questa diserzione; non avrei mai più rivisto Vanya!

Ero riuscito per lungo tempo a mantenere segreto a tutti il mio passato, il mio essere figlio di un semiumano. Nessuno sapeva dell'esistenza dei miei parenti, non una persona mi aveva mai chiesto niente a riguardo. Nell'Impero poi ci curavamo poco di registrare le nascite: ci preoccupavamo piuttosto dei morti e delle loro dimore da riempire coi giovani che potevano lasciare le proprie famiglie. Era priorità del regime trovare e addestrare più reclute possibili per la nostra pacifica causa.

"Non ci possiamo fidare di lui", riprese Vasilii imperterrito. "Ha ucciso molti di noi in nome del suo amato Impero e per quel tiranno di Imperatore, tutto in nome di una qualche assurda e irraggiungibile pace. Madre ti prego, non perdere la ragione! Ci sta ingannando, moriremo comunque per mano sua! Se non ora, sarà comunque a breve!"

"Ho ucciso solo coloro che minacciavano davvero la pace!" specificai con la mia freddezza. "Voi di certo non eravate un problema per l'Imperatore, non era necessario che sapesse della vostra esistenza. Vi ho tenuti al sicuro proprio perché io sono diverso: per lui non avrebbe fatto alcuna differenza le intenzioni che riservavate nei suoi confronti, gli sarebbe bastato sapere che eravate quello che siete..."

Mi dovetti interrompere, la voce non mi usciva più dalla bocca, Vasilii mi guardava fisso, una mano sospesa stringeva a pugno l'aria: una corda spessa mi stava stringendo sempre di più la gola, non riuscivo più a respirare, caddi sulle ginocchia. Mia madre gli gridava di fermarsi.

"Se avessi voluto uccidere il tuo amato Imperatore lo avrei fatto da tempo", mi disse Vasilii allentando la presa: la corda scomparve nel nulla, inspirai ed espirai velocemente per riprendere fiato, un dolore atroce mi attanagliava il collo.

"Ascoltate, non mi importa più cosa pensiate di me! Ma so di un luogo dove potreste essere davvero al sicuro, un luogo sconosciuto sia all'Imperatore che alla guardia. Chissà dove, dispersa nell'immenso mare, so di un'isola."

Vasilii scoppiò a ridere costringendomi al silenzio: "Un'isola? Gli Antichi Superstiti lo avevano affermato cinquemila anni fa: la terra è tornata a essere un unico ammasso da molto tempo ormai, non vi sono altre isole su questo pianeta! Esiste solo la Terza Pangea".

"Ci sono invece!" doveva ascoltarmi, se mi avesse interrotto di nuovo lo avrei zittito con le maniere forti. "Almeno un'altra c'è, Ivan ne parlava spesso."

"Ivan il predicatore?" Svetozar si mostrava più curioso che sospettoso. "Lo avete ucciso! Non è così? Ho visto, durante un giro d'ispezione, la sua testa piazzata su un palo! Il solo che avrebbe potuto sul serio ribaltare questo corrotto sistema, lo avete tolto di mezzo. Complimenti", si fece sarcastico. 

"Non credevo dessi credito alle parole di un... come li chiamate? Estremisti?" Avgust si burlava di me. Rideva a crepapelle insieme a Vasilii, mia madre era l'unica che restava seria. La piccola Zora le stava seduta accanto in totale silenzio, era palese che non avesse ancora deciso cosa pensare dello zio.

Solo perché era mio compito eliminare i ribelli, non voleva dire che non avessi mai ascoltato ciò che andavano predicando, spiegai loro. Avevo appreso molto dagli Estremisti, più di quel che si potesse immaginare. Riferii loro tutto quello che potei e nel minor tempo possibile. Raccontai alla mia famiglia di quest'isola in mezzo all'oceano, di un semiumano superstite che viveva in un villaggio al nord e che avrebbe potuto indicarci chi - un abitante sulla spiaggia - ci avrebbe spiegato come lasciare il continente.

"Il mare..." Svetozar era perplesso. "A quanto so, per ventimila leghe dal mare, le terre sono tutte disabitate, l'Imperatore non vi vuole nessuno lì!"

"Esatto", risposi.

"E allora come sai che c'è qualcuno lì?" la piccola Zora si fece coraggio nel prendere parola, ma rimaneva comunque nascosta accanto a mia madre.

"Non lo so per certo, ma so che non è il caso di restare qui!"

"Be'", fece Vasilii, "preferisco morire cercando di salvarmi, piuttosto che aspettare che la morte bussi alla mia porta. Ci stiamo, ma come ci sposteremo? Ci hai pensato Aleksej?"

Avevo già elaborato un piano, mentre ne parlavamo, e anche di più. Avrei informato loro sulle mie intenzioni una volta partiti. 

"Prendete tutto l'indispensabile, lasciate ciò che non vi serve, il cammino è lungo!"

"Prendete tutto l'indispensabile, lasciate ciò che non vi serve, il cammino è lungo!"

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Nota dell'autrice: Scusate il capitolo molto corto, i prossimi saranno più lunghi. Aleksej è riuscito a convincere la sua famiglia a scappare, persino il diffidente Vasilii. 

Ma esisterà davvero quest'isola di cui lui ha tanto sentito parlare? Come riusciranno a scappare? Se la caveranno o avranno problemi?

Nei prossimi capitoli vedremo.

Un commento carino e una stellina, come sempre, mi renderebbero la giornata più piacevole.

Auguro a tutti una buona serata! 

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