L'uomo quasi invisibile

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Erano passati molti e molti giorni dalla nostra partenza. La ricerca del semiumano superstite si stava rivelando ardua. Ero a conoscenza del fatto che vivesse in un villaggio in pianura, ma non sapevo altro. Il solo che poteva aiutarci, era così introvabile.

Avevamo attraversato l'ennesimo gruppo di case, ma niente. Non ce n'era traccia. I nostri abiti non erano più adatti alle temperature rigide di quella regione. Era così freddo che sul terreno vi si era poggiata persino la neve. Vasilii chiese, a un soldato di servizio lì, dove potevamo trovare altre divise. Mia madre e la piccola Zora erano raffreddate, la tosse non dava loro pace. Pensai che sarebbe risultato assai credibile ora che, noi soldati, andassimo a cercare un curatore per delle civili.

Mandai Avgust a cercarne uno, avevo fiducia in questi uomini, sapevano fare davvero il loro mestiere questi curatori. Io e gli altri miei fratelli ci dirigemmo invece verso l'ennesimo deposito che si trovava al centro del villaggio, a differenza delle altre dimore però, questo immobile non aveva un tetto e appariva più come un cubo di pietre e legno. All'interno non vi era nessuno, o almeno così credevamo. Un insolito fischio ci fece comprendere di non essere soli.

"So che ci sei!" iniziai a parlare cercando di captare con le orecchie ogni singolo rumore rivelatore. "Non vogliamo farti del male! Vogliamo solo il tuo aiuto!" 

"Certo", rispose una voce sgraziata con uno strano accento. "I soldati dell'Imperatore non vogliono nuocere a nessuno! Racconta queste barzellette a qualcun altro! Io non le trovo divertenti, non le trovo divertenti! Ci odiate perché siamo nati diversi, diversi! Ma perché siamo nati diversi te lo sei chiesto? A nessuno interessa, interessa. Che importa perché siamo così? Se non sei come la maggioranza devi morire, morire!"

Un rotolo di stoffa cadde a terra, Vasilii e i miei fratelli si stavano chiedendo da dove provenisse la voce. Non riuscivamo proprio a vederlo. Udivamo i suoi passi, ma di lui non c'era traccia.

Aguzzai l'udito, mentre ripetevo nuovamente ciò che gli avevo già riferito.

"No", rispose questi. "Prova con un'altra battuta! Come comico fai pena! Fai pena!"

Rotoli su rotoli continuavano a cadere senza motivo, mi lanciai in avanti, non vedevo niente davanti a me, ma avvertii la consistenza di un corpo caldo. Lo trattenni contro il muro.

"Vedo che non ti piacciono le critiche signor commediante!" mi disse la voce, la sentivo vicina a me, ma non vedevo alcuna persona. "Fa in fretta se vuoi togliermi di mezzo! Fa in fretta, morire lentamente non è piacevole per nessuno, per nessuno!"

"Non voglio ucciderti! Voglio il tuo aiuto!" ripetei sperando che stavolta mi ascoltasse. Svetozar mi fece notare una stranezza sul pavimento di legno. Oltre la mia ombra, ce n'era un'altra.

"Dannata ombra!" fece l'uomo quasi invisibile. "Riesco a non farmi vedere mai, ma quella non la riesco proprio a nascondere se non sono al buio, al buio!" 

Ripetei per l'ennesima volta che avevo bisogno di un'informazione: lui conosceva il semiumano che viveva su una spiaggia chissà dove, questo avrebbe potuto farci lasciare la Terza Pangea, e io volevo trovarlo.

Si mise a ridere di gusto, lo tenevo ancora stretto contro la parete, alzai il braccio e gli bloccai la respirazione affondando il gomito nella sua gola. Smise di ridere.

"Non sto scherzando come vedi! Dimmi dove si trova e come posso avvicinarmi a lui e ti lascerò andare!"

"Prima dì tu a me perché hai bisogno di lasciare questa terra maledetta, terra maledetta!"

Odiavo scendere a patti, non ero solito farlo. Quando mi ritrovavo cose del genere davanti le uccidevo e basta. Non avevo pazienza per questi giochetti, nessuna pietà.

Vasilii mi fece un cenno, questa volta avrei dovuto ignorare il mio orgoglio e confessare il tutto. Lo feci, gli parlai a cuore aperto, di Vanya però dissi solo che era caduto accidentalmente.

"Quindi figlio di un semiumano, ma senza poteri. Come mai tu non hai poteri? Bizzarro, bizzarro", rifletteva a voce alta quell'uomo fastidioso. "Come mai tu non hai poteri dimmi, dimmi! E nonostante la tua famiglia, hai deciso di unirti all'Impero. Male, male!"

Riflettendo sul mio voltare le spalle al mio stesso sangue, mi dissi che ero semplicemente nato così, che era nel mio destino essere un soldato. Desideravo la pace, questo era ciò in cui avevo sempre creduto e per cui avevo lottato.

"Io ti ho spiegato le mie ragioni", gli dissi, "ora tu dicci dove trovare il semiumano della spiaggia."

Ero davvero impaziente, la mia ira crescente era palese, l'ometto invisibile non perse tempo con i suoi giochetti di parole e mi rispose quasi immediatamente: "Non posso aiutarti in questo, ma conosco chi ti può indirizzare da lui. Un altro semiumano, lo chiamano Lo Spagnolo. Lui ha un tunnel, un tunnel".

Questa non ci voleva proprio, mi dissi, avevamo sprecato così tanto tempo per cercare lui e ora dovevamo trovarne un altro ancora? 

Avevo sentito parlare di una vecchia razza di umani chiamata gli Spagnoli, nessuno si fidava di loro: erano etichettati come esseri imprevedibili.

"Dove possiamo trovare Lo Spagnolo?" gli chiesi abbastanza seccato.

"Non è lontano, altri due villaggi più a nord, ma non credo vi aiuterà, forse vi ucciderà, vi ucciderà."

Nota dell'autrice: Ebbene sembra che per Aleksej trovare un modo per salvare la sua famiglia sia più arduo di quanto pensasse

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Nota dell'autrice: Ebbene sembra che per Aleksej trovare un modo per salvare la sua famiglia sia più arduo di quanto pensasse.

Lo Spagnolo sarà disposto ad aiutarli? O li ucciderà come afferma l'uomo quasi invisibile? Lo scopriremo presto!

Buon pomeriggio a tutti!

La missioneWhere stories live. Discover now