💜Capitolo 2💜

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Silvia e Jeff erano in presidenza con i genitori, la situazione era estremamente tesa che Jeff iniziò ad avere dei conati nervosi. Il Pater Mostrum avrebbe voluto disintegrarlo ma disse a entrambi :<<A casa facciamo i conti!>>.

La preside stava per notare i lividi sul braccio di Camélie, quando irruppi nella stanza ed esclamai :<<Preside Rosy, non sospenda i miei due amici. Gli darò ripetizioni dopo scuola. La prego!>>.
La Preside accettò, ma tenne occhi vigili su Camélie che si alzò frettolosamente a seguito del marito, il Pater Monstrum soprannominato da noi bambini.

Dunque, escogitai in pochi minuti uno splendido piano, ma avrei dovuto attuare il tutto il giorno seguente.

Passammo tutto il pomeriggio in aula a ripetere. Tutto andava secondo i piani, tanto che Jeff mi ringraziò per averli salvati :<<Grazie Gregory, sei il mio eroe. Sarebbe stato fantastico se avessi avuto un fratello come te!>>. Inoltre Jeff mi svelò di temere per la sua sorellina: tempo fa aveva sentito parlare il Pater Mostrum con Gelika, e le disse che "la mamma era cattiva"e altre cavolate simili...
Questo racconto iniziava a darmi fastidio, così mi alzai e dissi :<<Ragazze, e Jeffino, per oggi abbiamo finito. Si torna a casa!>>.

Quella sera offrì anche di accompagnare tutti i miei amici, al posto di farli venire a prendere dai loro genitori. Così accompagnai Silvia e Jeff, e presto io e Sally rimanemmo soli. La serata non fu tanto dolce, anzi ero parecchio arrabbiato con lei :<<Perché non hai chiesto scusa a Silvia?! E soprattutto perché hai fatto notare alla maestra che io e Silvia non c'eravamo? Quella non si accorge mai di nulla...>>, e Sally sbottò :<<Perché stai sempre con lei? Anch'io sto male quanto lei!>>. In quel momento persi il controllo delle parole e le risposi con tutta la rabbia che avevo in corpo :<<Silvia ha due fratelli più piccoli, ed ha una responsabilità che non immagini sulle spalle. Quindi, tu non hai diritto a rovinarle la vita segnalandola ai maestri, lo sai che è pesantemente a rischio. Dato che continui a comportarti così, scordati la mia amicizia. Nessuno ti vuole bene, e se sparissi nessuno si preoccuperebbe e tantomeno ti verrebbero a cercare, perché nessuno ti vuole bene. Sei una bambina cattiva e meriti di rimanere da sola a vita!>>.
Dopo questo mio impetuoso rimprovero, il buio calò nei suoi occhi, e a capo chino scappò via...

Era arrivato il momento di tornare a casa. Ero stato fuori tutto il giorno e avevo timore di tornare a casa. E se il mostro mi avesse fatto a pezzi?
Così decisi di rientrare a casa in silenzio, avevo una copia delle chiavi nel taschino dello zaino, ma stranamente riuscì ad arrivare in camera con le gambe ancora integre.
Aspetta un attimo! Qui c'è troppo silenzio - pensai.
Per paura fosse successo qualcosa di terribile corsi nella camera dei miei, per fortuna la situazione era tranquilla. Anzi, il mostro non era proprio a casa. Non era a casa perché era Sabato, perciò era in birreria con i suoi amichetti sfigati. Ma il problema era un'altro... Come sarebbe tornato? In che stato si sarebbe presentato?

Misi da parte i molteplici attacchi di panico e presi una manciata di fumetti da leggere nel lettone con la mamma.

Misi da parte i molteplici attacchi di panico e presi una manciata di fumetti da leggere nel lettone con la mamma

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