💜Capitolo 9💜

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I mesi passarono e il pancino di Sally lievitava, e il fagiolino cresceva...

In quei mesi accaddero tante cose straordinarie! Incontrai dopo tanto tempo la mia mamma Margaret. Quando la rividi le diedi la bella notizia, dopo lo shock iniziale anche lei accettò la cosa.
<<Non ci posso credere! Sarà un maschietto o una femminuccia?>> mi chiese, e io :<<Veramente sarà una sorpresa anche per noi.. Anche se ho un pò di timore... E se nasce maschietto come me? Come il mostro?>>. La mamma mi guardò preoccupata e disse :<<Non pensare troppo al passato, ma al presente ed al futuro>>, e poi mi abbracciò... Il suo abbraccio mi era estraneo.

Tutti quegli anni in Orfanotrofio mi avevano estraniato dalla figura dei miei genitori, forse perché per anni avevo vissuto una vita completamente differente. Per anni non avevo più visto la mia mamma e ora mi sembrava tutto così strano.

La tristezza dopo un pò si fece sentire. Tutti intorno a me erano felici, tutti tranne il sottoscritto.

L'ultimo mese d'attesa giunse al termine e nacque il piccolo. Si. Era un bel maschietto dagli occhi verdi e capelli biondi e rossi. Era un dono immenso, e Sally aveva un sorriso immenso.

Io le stavo vicino e mi sforzavo di sorridere. Sally una sera se ne accorse, eravamo ancora in ospedale quando mi chiese se fossi felice ma io risposi :<<Tutto è successo troppo velocemente. Se sono felice? non lo so. Sono felice che Albertino sia nato, sono felice di vivere una vita al vostro fianco. Ma sento nuovamente il bisogno di stare da solo.>> e Sally :<<Di nuovo? Non è che mi stai tradendo con qualcuno?>>. Io risposi ironicamente :<<Si, con mia sorella>>, ovviamente ero figlio unico. E lei :<<Pensi di essere spiritoso? Sai che Albertino ha bisogno di entrambi i genitori? Sai che Albertino ha bisogno di una famiglia serena? E tu vuoi negare ad Albertino una vita serena? Vuoi negare ad Albertino ciò che noi non abbiamo avuto? Vergognati!>>. Dopo di che Sally mi chiese di andare via, di tornare a casa.

Tutto era così sbagliato, tutto era così ingiusto! Così decisi di andarmene, di sparire nella Dark Forest.

Dopo tutti quegli anni tornai in quella foresta maledetta. In quel posto ci tornai con una corda. Avevo vissuto abbastanza... avevo sofferto abbastanza... avevo pianto abbastanza...
Non mi importava di avere una famiglia, stavo male e basta. Desideravo solo addormentarmi e riposare per sempre. Dopo aver messo la testa nel cappio cominciai a soffocare, e lentamente la vista cominciò ad annebbiarsi, la foresta intorno a me cominciò a scomparire...

Ad un tratto la corda si spezzò e caddi al suolo.

Durante il periodo di incoscienza sognai la mia breve infanzia, i miei genitori, le risate e i pianti, i momenti belli con i miei amici. Sognai Silvia, Jeff, Gelika, Sally, mio figlio e Bonnie...

Qualche ora dopo mi risvegliai nel letto di casa. Sally mi teneva la mano, e quando la vista tornò ad essere nitida notai il suo sguardo perso e spaventato.
Sally mi chiese :<<Cosa hai fatto? Come hai osato fare un simile dispetto a me e a nostro figlio?>>.
Non avevo neanche la forza per piangere, cercai almeno di risponderle :<<Ad essere onesto, mi sono sentito male dal giorno in cui mi hai detto di aspettare Albertino. Ho il terrore di diventare come mio padre... Sally, non voglio fare del male a te e a nostro figlio. Preferirei gettarmi in un lago di lava anziché prenderti a calci e pugni. E soprattutto non voglio far passare ad Albertino tutto quel che abbiamo passato noi.>>.

Sally rimase senza parole. Dopo qualche minuto rispose :<<Anch'io sono stata egoista. In tutto questo tempo, fin dalle elementari a dir la verità, ho sempre e solo pensato a me stessa. Non ti ho mai chiesto come stessi o come ti sentissi... Anche se a casa vivevi l'inferno, non c'è stato un giorno in cui non ti sei preoccupato per i tuoi amici. Poi, in tutti questi anni di Orfanotrofio non ti ho mai visto senza sorriso. Io mi sono innamorata del tuo sorriso, della tua gentilezza e allora davo per scontato il tuo modo di essere! Quando sei cambiato, quando è cominciata la tua depressione, io ho sottovalutato la cosa...>>. A quel punto mi sentii in dovere di rispondere :<<Non è stata tutta colpa tua, anch'io non ho mai avuto il coraggio di esternare tutta la sofferenza che avevo dentro. E poi sono esploso ingiustamente con te...>>. Dopo l'ultima frase sospirai e proposi :<<Stavo pensando che potremmo andare in terapia, così da poter guarire dai nostri traumi. Cosa ne pensi?>>. Lei annuì e commossa mi abbracciò.

 Lei annuì e commossa mi abbracciò

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