Erano ormai le tre del pomeriggio e Frank stava tornando a casa, cercando di essere il più veloce possibile nonostante abitasse vicino la scuola.
Tutto sembrava filare liscio, poi arrivò Thomas.
Ora erano cazzi.
-Guarda un po' chi abbiamo qui, la femminuccia.- sbottò con un sorriso sadico il ragazzo, guardando maliziosamente Frank, che iniziò impercettibilmente a tremare dalla paura.
Thomas era un ragazzo... carino, forse. Aveva due grandi occhi verdi, capelli neri, fisico asciutto e labbra carnose; non ti aspetteresti mai da un ragazzo del genere certe cose, anzi.
-T-Thomas... ciao.- rispose intimorito Frank, stringendo i pugni.
-Vuoi andare via davvero così presto quest'oggi? Non penso sia il caso.- gli disse il moro, avvicinandoglisi pericolosamente.- Sai, oggi durante l'ora del professor Way dovevi starti zitto, odio chi si sente superiore a me solo perché sa come risolvere quella merda.- continuò, dopo aver afferrato saldamente la cravatta rossa che sia lui che tutti gli studenti portavano.
-T-Thomas, io ho solo fatto quello che mi ha detto il professore, ti prego, lasciami stare.- lo pregò il più basso, cercando di togliere la mano dell'altro ragazzo dalla sua cravatta.
Tutto inutile.
Un pugno;
Due pugni;
Tre pugni;
Un calcio;
Due calci;
Tre calci;
Una voce che urlava il nome di Frank. Chi diavolo poteva essere? Nessuno di solito usciva da scuola durante quell'orario, specialmente i professori. L'unica cosa che Frank vide prima di cadere in un lungo sonno, fù un viso pallido, dei lunghi capelli neri che ricadevano sulle spalle e due occhi grandi e verdi, ma non come quelli di Thomas, no... i suoi erano più... più amichevoli, quasi come un caldo abbraccio, mentre quelli di Thomas erano carichi d'odio, ribrezzo ed egocentrismo.
Frank si risvegliò in un posto forse a lui troppo conoscente: l'infermeria.
Quella stanza era la più deprimente di tutto l'intero istituto: pareti e pavimento bianco, due lettini altrettanto bianchi, una specie di credenza totalemente bianca piena di medicine, cerotti, fasce e robe varie.
-Cosa diavolo ci faccio qui?- mormorò, tentando i alzarsi dal lettino, ma senza riuscirci.
-Frankie, tesoro caro, sei in infermeria. Thomas ti ha picchiato... per l'ennesima volta.- rispose la signora Han, ormai rassegnata al fatto che Frank non avrebbe mai più reagito o detto a qualcuno quello che gli succedeva ogni giorno dentro quell'inferno.
La signora Han, che adorabile donna! Era di origini orientali, forse giapponese , ma venne ad abitare in America alla tenera età di sette anni. Aveva una corporatura minuta, nonostante avesse più o meno i suoi cinquant'anni; lunghi capelli corvini sempre raccolti in uno chignon e smalto rigorosamente rosso.
-Oh.. e chi mi ha portato qui?- chiese il ragazzo, sfiorandosi la testa, che scoprì essere fasciata da più strati di garza.
-Il professor Way. Oh, a proposito, mi aveva chiesto di lasciarvi un momento soli quando ti saresti svegliato, quindi aspetta qui che lo faccio entrare.- disse velocemente la signora Han, uscendo dalla porta che all'esterno era adornata da una grande scritta verde che recitava la parola 'Infermeria'.
-Frank.. vedo che ti sei svegliato, mi fa molto piacere.- sorrise Gerard, sedendosi sopra uno di quei pochi sgabelli che c'erano dentro quella piccola stanza.
-La.. ringrazio di avermi portato qui. E' stato un gesto gentile.- si limitò a ringraziare il suo professore con lo sguardo basso.
-Frankie, potresti dirmi perché il signor Henderson ti stava picchiando? Non vorrei essere invasivo, ma la tua situazione mi preoccupa e non poco.- ribatté preoccupato Gerard, cercando di guardarlo negli occhi.
-E' stato solo un battibecco tra di noi, a volte capita tra studenti.- si limitò a rispondere Frank, guardandosi le mani tatuate.
-Frank, per l'amor del cielo! Ti ha mandato in infermeria, non penso che questo sia solo un battibecco tra studenti, che comunque neanche quello dovrebbe esserci dentro queste mura.- continuò a ribattere il professore, alzandogli il viso e girandolo verso il proprio.
-Professore, perché non pensa un po' alla sua vita? Tanto la mia finita e non c'è bisogno di preoccuparsi più di tanto. E ora mi scusi, ma devo tornare a casa.- e così Frank, anche se l'infermiera voleva fare gli ultimi controlli, andò via, diretto verso casa sua.
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Mama, We All Go To Hell ~ Frerard
FanfictionFrank e Gerard. Gerard e Frank. Possono due persone come loro, due persone che occupano un ruolo totalmente diverso l'uno dall'altro dentro dell'inferno di scuola, avere qualcosa in comune come il passato? Gerard era il solito professore sexy dal...