Capitolo 23.

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Un'altra noiosa settimana era passata, e (s)fortunatamente Frank quel giorno sarebbe tornato a scuola. Certo, avrebbe preferito restare a letto con Gerard dato che da quella volta in poi in sedere del più piccolo ha solo visto un comodo e spazioso letto matrimoniale, ma questi sono dettagli.Frank si trovava davanti l'ingresso della scuola insieme a Ray, il quale stava rimuginando su una futura partita contro chissà quale squadra.

-Ray,- lo interruppe Frank, - siamo sicuri che questo non sia solo un brutto incubo?- domandò, guardando angosciato tutto ciò che lo circondava.

-Frank, ti ringrazio dell'interruzione. Comunque si, questa è la realtà, questa qui davanti a noi è la scuola, quelli attorno a noi sono i nostri compagni e noi...- si interruppe un secondo per guardare l'orologio, -dovremmo seriamente andare in aula, altrimenti la signorina Signat ci urla contro.- continuò il riccio, avvisandolo.

Frank si limitò ad annuire e a seguire il suo amico fino all'aula 207, quella di Spagnolo.

-Buenos dìas chicos.- esordì piatta la professoressa, gettando la sua roba sulla cattedra.

-Buenos dìas profesora.- risposero altrettanto piatti gli studenti dentro quell'aula.

Quella professoressa, la Signat, al primo anno era tutt'altra cosa: amava il suo lavoro, ci metteva passione in quello che insegnava! Era a dir poco afrodisiaco stare lì ad ascoltare la sua voce, ma col tempo tutta quella gioia finì, e si ritrovò ad essere apatica e, uh, scolorata. Ovviamente si intendo che non vestiva più come 'un tempo'.

*

Mentre la Signat continuova a blaterare qualcosa in lingua, la tasca di Frank vibrò, o meglio, il telefono all'interno della tasca di Frank, vibrò.

-Tra due minuti al bagno degli insegnati al terzo piano? ;)- recitava il messaggio inviato da Gerard.

Il piccoletto era un po' intimorito da quel messaggio all'inizio, ma poi si disse che era solo una sua impressione: alla fine cosa si poteva fare dentro un bagno?

-Vengo subito.- rispose velocemente Frank, con un sorrisetto stampato in faccia.

Ecco, diciamo che quella risposta, Frank, avrebbe fatto meglio a non inviarla principalmente per due motivi:

Uno: la professoressa l'aveva beccato e quindi buttato fuori;

Due: fece crescere in Gerard la voglia di prenderlo e sbatterlo al muro... in tutti i sensi, ma questi sono dettagli.

Il piccoletto uscì velocemente dall'aula senza ribattere, e subito dopo si trovò a salire le scale fino al terzo piano come un'idiota."Perché proprio al terzo piano e non a pianterreno? Vuole farmi perdere un polmone?" si domandò mentalmente Frank, mentre si dirigeva nel bagno degli insegnati.

-Ci hai messo poco.- affermò Way, poggiandosi di schiena al muro piastrellato di bianco.

-Avevi detto due minuti, e ho approfittaro del fatto che la Signat mi ha buttato fuori per, uh, indovina un po'? Colpa tua, ma non ne faccio un dramma, penso che mi odi quella.- ribatté Frank, avvicinandosi a Gerard.

-Non ci resta molto tempo, allora.- ridacchiò malizioso Way.

-Mancano una ventina di minuti al suono della campanella, forse è fin troppo poco.- ribatté Frank, guardando gli occhi del suo professore di Matematica.

Gerard non rispose, le parole sarebbero state superflue e avrebbero solo fatto perdere tempo, quindi lo baciò. Lo baciò una, due, tre, dieci volte. Aveva bisogno di sentire quelle labbra premute sulle sue, anche se solo per qualche secondo.Way posò le mani sui fianchi di Frank, il quale sussultò al contatto; successivamente le fece scendere sempre più, toccandogli il sedere per poi arrivare alle sue cosce e prenderlo in braccio. Quel nanetto era leggerlo, quindi lo sforzo fù pressoché nullo.

Dopo che Frank strinse le gambe attorno ai fianchi di Gerard, quest'ultimo entrò dentro una delle toilette, chiuse la porta e sbatté il più piccolo al muro.I loro sensi andarono a farsi fottere, il loro cuori sembrano più due martelli pneumatici, ma non importava: finché erano insieme, finché le loro labbra si toccavano e le loro lingue cercavano di dominare l'una sull'altra, non importava.

Way aveva posato le sue mani sul sedere di Frank, e quest'ultimo aveva le sue posate sul viso e sui capelli di Gerard: avrebbero voluto continuare per ore, ma il rumore di qualcuno che entrava in bagno li fermò di colpo, facendo saltare i loro cuori in gola.

-Signor Way, si sente meglio? Se proprio non resiste può fare un permesso e tornare a casa,- lo avvisò una voce femminile, -possiamo parlare di quella cosa questo pomeriggio o domani.- continuò quella voce.

-Si, un po' sto meglio. Sta' tranquilla Maria.- rispose Gerard, usando un tono di voce basso e rauco.

-Possiamo fare questo pomeriggio, per favore? Penso che andrò a casa.- continuò Way."Questo pomeriggio cosa. Ti faccio vedere io, adesso." pensò Frank, fissando il professore che ancora non smetteva di parlare con quella ''sgualdrina''- o almeno così la definiva Frank.Quest'ultimo, in modo molto bastardo, poggiò le labbra sul collo di Gerard, ed iniziò a mordere, leccare e succhiare un lembro di pelle, mentre si divertiva a guardare il professore che cercava di articolare una frase decente.

-I-Io credo c-uhm, c-credo che p-ohssa andar bene v-verso le-uhg, t-tre.- ansimò Way, chiudendo gli occhi.

-Va bene, ora penso sia meglio lasciarla da sola, non sembra che lei stia bene. Spero si rimetta in fretta, a questo pomeriggio.- si affrettò a dire quella ragazza, per poi andare via.

Gerard avrebbe voluto seriamente defenestrare Frank, ma poi nessuno lo avrebbe fatto sentire amato come quel piccoletto. Lì per lì non fece niente per vendicarsi, ma molto presto lo avrebbe fatto, oh se lo avrebbe fatto.

Non ci volle molto prima che quei venti minuti passarono, ovviamente, quindi Frank si ritrovò nell'aula di scienze a prendere appunti sugli organi inerni degli esseri umani.Certo, gli sarebbe piaciuto parlare di un altro tipo di organo, ma tenette quell'argomento per sé stesso e continuò a prendere appunti su un foglio a caso che molto probabilmente avrebbe perso entro la fine della giornata scolastica.

*

Dopo quella ventina di minuti -e nemmeno- passata a slinguarsi, Gerard decise di non tornare a casa: non voleva che quella studentessa venisse a casa sua a rompere, ci bastava Mikey d'altronde, quindi l'avvisò subito dopo essere uscito dal bagno che avrebbero risolto quel problema in giornata.

Molto probabilmente se avessero saputo che quelli sarebbero stati gli ultimi giorni di tranquillità, li avrebbero spesi meglio, oh se l'avrebbero fatto.


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Mama, We All Go To Hell ~ FrerardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora