QUATTRO

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«Sono nata il 27 gennaio del 2003, a Cinisello, fuori Milano.» Mi ascoltano attentamente, tutti in silenzio. Siamo seduti fuori, in veranda: io, Federica, Ramon, Wax, Ludovica e Samuel. Fa fresco, ci stringiamo nei nostri giubbotti e qualcuno ha anche una coperta sulle spalle. «Mia madre era una ballerina classica, viene dalla Russia, e mi ha fatto iniziare a ballare non appena ho iniziato a camminare. Ha una sua scuola, l'ha aperta a Milano non appena si è trasferita qui in Italia, dopo aver incontrato mio padre. Lui è cubano, ma vive in Italia da tutta la vita. È stato lui a farmi girare il mondo, portandomi in giro durante le vacanze, qualsiasi fosse il clima. Mia madre sperava invece di farmi crescere chiusa in una sala da ballo.» Sospiro, e tutti loro mi guardano curiosi e attenti.

«Sei figlia unica?» Annuisco verso Fede.

«Mia madre è stata male dopo avermi partorita, non è più riuscita a ballare e per questo ha sofferto di depressione.» Mi mordo il labbro, cacciando indietro le lacrime. «Adesso sta bene, ma non vuole più figli. Sono stata la prima e l'ultima». Sorrido.

«Quindi lei non balla più?» Ramon mi interroga.

«No.» Scuoto la testa in negazione. «Il nostro rapporto è sempre stato molto contrastante per questo, fin dalla mia nascita è stata convinta che fosse colpa mia, in effetti aveva ragione.»

«Non dirlo». Mi blocca Wax, gli sorrido. «Un figlio dovrebbe rappresentare un dono per I proprio genitori, non si dovrebbero mai far sentire i bambini in colpa di essere nati.» Annuisco, sono d'accordo, ma dovrebbe dirlo a mia madre.

«Voleva che fossi quello che lei non poteva più essere: una ballerina. Ogni giorno a danza, per ore, anche a casa, era solo danza. Lei per me non era niente di più di un insegnante, io per lei non ero niente di più che una cavia, un progetto da portare a termine». Ludovica mi stringe una mano per confortarmi, ma non mi serve. Ormai ho preso coscienza che forse il rapporto fra me e mia madre non sarà mai nulla di più che un legame di sangue. «Comunque non mi importa più di tanto, ho mio padre che mi ama, io lo adoro, è perfetto e non potrei chiederne uno migliore. Mi ha dato ogni lato positivo di se e mi ha formato per la donna che sono adesso.» Sorrido, viene spontaneo parlando delle persone a cui tieni.

«Ci parli dell'opera di Parigi?» Ramon batte le ciglia curioso. So che lui ha studiato all' Accademia Ucraina di balletto prima di venire ad amici. Così mi metto a raccontare la mia esperienza in Francia, e di come la mia voglia di ballare sia scomparsa lì e stia tornando
grazie a questo programma.

 Così mi metto a raccontare la mia esperienza in Francia, e di come la mia voglia di ballare sia scomparsa lì e stia tornando grazie a questo programma

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Platonic soulmates | WAXOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz