Capitolo 3 - "Passi nella notte buia"

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La sfida vinta da Ernesto fece capire la sua dote innata, tutti gli alunni erano in delirio, si avvicinarono a lui e chiesero: << Ernesto...Ma come hai fatto! >>.

Lo sfidante tradito dalla sua stessa ambizione di essere migliore di lui, si rassegnò all'evidenza, era più bravo Ernesto nell'arco.

<< Sei forte...Non c'è altro da dire...Mi chiamo Massimo scusami se ho messo in dubbio le tue abilità. >>

<< Il piacere è tutto mio!...È stato comunque bello gareggiare insieme a te! >> disse Ernesto mostrando la mano in segno di amicizia.

Massimo vedendo quel gesto non esitò a stringergliela, così cominciò la loro amicizia.

Da quel giorno ne passarono altri nell' accademia, si ambientò velocemente, conobbe molte persone e nuovi amici; inoltre Ernesto aveva una stanza tutta sua, diversamente quando viveva nella foresta; la sua unica copertura era una vecchia capanna di legno lasciata dai suoi genitori, ma la notte la passava maggiormente fuori, adorava dormire sui sassi vedendo le stelle nel cielo addormentandosi con loro.

Una sera mentre il cielo era limpido ne approfittò per vedere come fossero le stelle viste dalla sua stanza, così aprì la finestra e si appoggiò sul bordo per vedere la bellezza delle stelle nel suo regno.

La luna era molto limpida nel cielo, illuminava le case da quel colore notturno simile al blu, mentre sulle strade si vedevano dei piccoli puntini arancioni fiammeggianti; erano le torce dei soldati che perlustravano le strade durante la notte, ma qualcosa attirò l'attenzione di Ernesto in quel buio.

Una sagoma fittizia si muoveva tra un tetto all'altro con molta agilità, era indescrivibile vedendolo nel buio; Ernesto cercò di aguzzare i suoi occhi ma non c'è la fece, finché a un tratto gli svanì davanti gli occhi definitivamente.

Era incredulo a ciò che vide, disse tra se a se: << Una persona che salta da un tetto a un altro durante la notte ?! >>.

Non ci pensò molto, era stanco da una lunga giornata di addestramento, ma si promise che il giorno dopo cercava qualche informazione su questo individuo.

La mattina arrivò, Ernesto si alzò e si preparò per la sua lezione mattutina, con la maestra Isabella, era una donna giovane sulla trentina d'anni bionda con i capelli ricci, il suo ruolo nell' accademia era insegnare la storia dell'arcieria del regno illustrando i veri maestri che hanno costruito questo ramo militare, era molto brava a spiegare e mostrava alla sua classe quanto amava quella materia.

Ernesto stava seguendo la lezione come tutti i suoi compagni, ma il suo pensiero era rivolto a quell'individuo sconosciuto della scorsa notte; cercando di non farsi scoprire, chiese a Massimo:

<< Pssss Massimo, ieri notte hai visto qualcosa che si muoveva sui tetti ? >>

Il suo amico stupito gli rispose sussurrando: << No...Ma di cosa stai parlando !? >>

<< Ieri sera ho visto una persona che saltellava da un tetto all'altro poi... >>
E mentre stava per finire la frase la maestra Isabella lo interruppe dicendogli: << Ernesto...Cerca di seguire la lezione! >>

I due amici si zittirono e misero la loro totale attenzione alla lezione; dopo la spiegazione ripresero il discorso, parlando, arrivarono alla conclusione che Massimo non vide nulla la sera prima.

Ernesto chiese la stessa domanda anche a una ragazza chiamata Chiara compagna di banco, ma lei era ignara di tutto, poi a Luigi uno dei migliori della classe, ma lui disse che la sera prima era in un sonno profondo, finché Franco un suo amico un po' sbarbatello lo sentì e disse a Ernesto: << Io l'ho visto... >>

Freccia d'ArgentoWhere stories live. Discover now