II.

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La morale perbenistica obbliga l'ordinario borghese a comportarsi secondo tutt'una serie di principi consacrati, volti allo stabilire l'ordine

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La morale perbenistica obbliga l'ordinario borghese a comportarsi secondo tutt'una serie di principi consacrati, volti allo stabilire l'ordine. L'esser fuori posto, in una precisa schiera omologata, è la condanna all'infrangimento di tale prescrizione. Un canone legislativo, in grado di etichettare tutto ciò si presenti diverso dalla norma. È la trasgressione ad esser peccato.

Ogni tartufo si nasconde al di sotto di un terreno d'ipocrisie, false credenze, nel profondo non rispettate ma reiterate; in modo che un sistema immobile venga perpetrato persino da altri.

Ne rimangono vittime, che siano eroi o malvagi. Gli ultimi definiti tali solo per aver avuto il coraggio di opporsi al tanto convenzionale conformismo.

Non vi è posto per gli esclusi. Non v'è posto per nessuno che non patisca, perché poi in fondo ogni essere - nella sua dimensione ontologica - è a modo suo diverso.

Falsamente di coesistenza. Una società che, col pretesto d'includere, ghettizza in maniera ipocrita.

Tutt'una trappola. Novelle inventate per tener l'umano a bada; frivole storielle che raccontano di miti irraggiungibili, ineguagliabili, che penetrano nelle essenze della persona fino a convincerla che quella sia la retta via.

"Mio padre ha donato diecimila dollari in beneficienza." ne parlava per rendere palese quel lavaggio di coscienza a suon di denaro.

"Beneficienza? Non sosteneva l'istruzione femminile in Afghanistan?" Jimin, seduto a tavola, replicava incuriosito.

"Tsk- che importa dell'Afghanistan!" davanti a lui Patrick sbuffava indolente. "Ormai è andato. Da quando le truppe americane sono state ritirate, non è certo più affar nostro. Non sei d'accordo?"

Jeongguk s'intromise. "Ma i talebani hanno segregato donne e... bambine. Non possono più uscire di casa se non accompagnate da uomini e coperte fin sopra la testa-"

"Ehi, biondino saccente." venne interrotto dal ragazzo più grande. Donald s'imponeva su di lui, tanto a renderlo timido. "Da quando in qua ti occupi di attivismo? È una roba per donne."

Jeongguk, interdetto, abbassò gli occhi.

"I nostri nonni hanno affrontato la guerra in Corea, e tu hai davvero il coraggio di affermare un tale spregio nei confronti di chi è adesso oppresso?" Jimin fissava Donald, puntando il dito sul tavolo.

"Per favore, datevi una calmata." Logan prese un lungo tiro di sigaretta dall'altro capo del tavolo. "I panni sporchi si lavano in casa propria. I talebani si occuperanno delle loro donne, non è affar nostro."

In posizione di dominanza, quel ragazzo dai capelli grano e gli occhi azzurri - il più grande del gruppo - inalava l'odore erbaceo del suo fumo. "E tu biondino, sta' attento a quel che dici. È illogico che uno dei più generosi benefattori di Miami faccia la beneficienza a chi non gli compete."

Miami Heat | VKWhere stories live. Discover now