VI.

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Ira e rabbia

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Ira e rabbia. Passione e irrazionalità. Stoltezza e follia. Jeongguk bruciava di sentimento incontrollato. Quel fuoco indomabile, tanto a renderlo nervoso.

Ma a che servirebbe un mondo mediocre, se tale non fosse animato dalle passioni? Che sia questo il modo in cui si è generato tutto il resto.

Jeongguk amava dar sfogo alle sue ire fumantine, non le reprimeva - perché tenerle chiuse nel suo spirito gl'ingenerava frustrazione.

S'incolpava per non rendere al di fuori tanto quanto dimostrasse nel suo introspettivo. Si biasimava per esser mangiato dalla paura, per non riuscire a manifestare il suo essere esuberante, qualora fosse in presenza di altri.

Picchiettava i suoi piedini congiunti, seduto alla panca d'entrata della sala riunioni della Kim&Kim's Company. Stava lì a dondolarsi, e "Pff..." a sbuffare di noia innervosito, nell'attesa che i suoi cugini uscissero.

"Tsk! Che strazio..." mormorò a bassa voce.

Vestiva col suo Valentino preferito. Una camicia da bowling in cotone e patch firmato.

I suoi bermuda blu, ad intonarsi perfettamente col colletto del suo indumento a prima vista camp. Pretendeva che quel kitschfosse alla moda; per la verità era semplicemente anticonvenzionale.

"Uff..." sbuffò ancora.

Parlava spesso fra di sé. Era un ottimo interlocutore; l'unico lo ascoltasse per davvero. Vi si trovava d'accordo, mai nessuna sentenza da dover argomentare. Qualora non avesse avuto voglia del confronto, vi si ritirava.

Le persone attorno a lui avrebbero creduto fosse folle. Non gl'importava; gl'interessava il solo commento estetico. Che dicessero di lui non un riduttivo apprezzamento; piuttosto una reale moina per il suo impegno nell'apparire.

"Signor Garcia, la pratica del tribunale sarà avviata il prima possibile..." una voce irruppe nel silenzio d'attesa di Jeongguk. Guardava penzolare davanti ai suoi occhi le due ciocche bionde splendenti alla luce del sole mattutino. "...le invieremo i documenti il prima possibile, così che Smith possa rendersi conto della gravità." Seokjin uscì dalla sala riunioni seguito dal suo cliente.

Nemmeno lui s'immaginava quanto Jeongguk lo adorasse. Non intendeva gelosia nei confronti di suo cugino, piuttosto una semplice devozione, ammirazione innata che, sin dagli anni dell'infanzia, gli aveva fatto desiderare di riuscire a conquistare la sua sicurezza.

Sicuro, spavaldo e cinico. Ottime qualità per il migliore avvocato di tutta Miami. E se ne avesse avuto un minimo, un minor biasimo avrebbe pesato su di lui.

"La ringrazio Avvocato Kim." finalmente quel Garcia ebbe un volto. "Le farò avere il pagamento prima possibile." un carattere singolare. Garcia portava dei baffetti ingrigiti su un volto abbronzato. Quel suo accento messicano lo distingueva dagli altri.

Miami Heat | VKWhere stories live. Discover now