5.

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Non so esattamente a cosa devo questo "onore" riguardo stasera.
È risaputo da quasi vent'anni che i Mosquito e i Cobra abbiano un astio non indifferente.
Da quando è venuta a mancare mia madre si è scatenata una guerra,che sfortunatamente ha lasciato dietro di se non molte,ma sempre troppe macchie di sangue.
Loro odiano noi, ma sinceramente parlando,non mi viene da usare la parola "odio" nei loro riguardi, semplicemente non c'è molta simpatia.
Un po' di timore c'è l'ho,ma a quanto ho capito ci saranno tutti, una cosa "eclatante" spero solo non si sparino addosso a vicenda. Ma sono curiosa di sapere il perché di questa urgenza.

Agguanto il mio cappotto di pelle e salgo in macchina,Kendra al mio fianco non fa altro che torturarsi le mani, nell'abitacolo non volta una mosca, questo mi mette ancora più ansia, appena vedo l'insegna del C-Club iniziano a sudarmi le mani. Un pensiero si insinua della mia testa tornando a qualche settimana fa, scendo dalla macchina e il mio occhio ricade su un falò in lontanza, non posso far a meno di pensare a quel padre, chissà come staranno i suoi figli, sicuramente non bene, e io per quanto non sia così,mi sento comunque in parte responsabile per il fatto che quei bambini non abbiano più visto varcare la soglia di casa al loro papà.
Kendra sembra  leggermi nel pensiero, non mi ero nemmeno accorta che fosse scesa dalla macchina,la sua mano si appoggia sulla mia schiena in segno di conforto, Chris ha ragione, non mi ci abituerò mai a portarmi questo peso sulle spalle. Non voglio nemmeno provarci a sopportarlo. Niente dovrebbe essere così nella mia vita. Quanto mi odio per questo. Vorrei scappare e non guardarmi più indietro,lasciando questa parte di mondo marcio per poter riniziare a respirare. 

Insieme a Kendra mi avvicino all'entrata dell' club, occhi tutt altro che amichevoli si posano su di noi, mentre saliamo le scale dell'entrata vedo gente dell'eta di mio padre osservarmi come un orso osserva un barattolo di miele, che schifo,uomini senza vergogna. Mi mettono in soggezione e mi incutono terrore. Istintivamente porto una mano sul retro della mia schiena, non ho mai sparato, ma ho giurato che nessun uomo mi avrebbe toccata contro la mia volontà,ne avrebbe esercitato il suo portiere su di me, ma devo ammettere che un arma da fuoco in mano ad una persona piena di paure può solo che danneggiare di più la situazione.
Accarezzo la mia AK-9 tra la mia schiena e il bordo dei miei jeans e subito mi sento più sicura. Mio padre me l'ha regalata il giorno del mio diciottesimo compleanno, beh c'è chi riceve una festa è una torta,io ho ricevuto una festa è una pistola, che fortuna vero?

Oltrepasso quei cinque maniaci all'ingresso e quello che si presenta davanti ai miei occhi credevo di poterlo vedere solo nei film di bande come "Gangs of New York" oppure un porno.
Gente che si prende a spintoni mente a dieci mentre più in là una ragazza si dimena senza nemmeno curarsi delle circostanze su un uomo che potrebbe essere suo padre.
Sembra un film gangster mischiato al Moulin Rouge!

Con aria schifata mi dirigo verso l'ufficio di Jake Williams.

Busso al suo studio è un "avanti" oltre la grande porta di legno sembra darmi più coraggio. Abbasso la maniglia e se quello all'inizio del club mi sembrava sovrannaturale, la scena che mi si presenta davanti agli occhi è inimmaginabile direttamente.
Mio padre con il suo fedele leccapiedi stanno alla destra del signor Williams, Christopher siede nella grande poltrona color vinaccia davanti a loro, prima di entrare do uno sguardo veloce alla sala è noto che Kendra si è fermata a parlare con Jeff, mentre Cloe mi osserva con un aria tutt'altro che benevola,sembra quasi disgustato. Riporto lo sguardo ai tre uomini davanti a me e mi decido ad entrare.

Rimango in piedi al centro della stanza senza sapere cosa dire i fare, una cosa è certa, mi sento in soggezione, e i sorrisi stampati sulla faccia di mio padre e del signor Williams non mi stanno affatto rincuorando, anzi, tutt'altro.

Con un cenno del capo il signor Williams mi invita a sedermi nella poltrona alla destra di Chis, prendo il mio posto e non lo degno nemmeno di uno sguardo. Non sono una persona troppo rancorosa, sennò avrei già fatto esplodere metà New York, la parte marcia almeno, ma le sue battute da uomo medio,senza sapere nulla su di me mi hanno lasciato l'amaro in bocca.

I miei pensieri si dissolvono  nell'aria quando mio padre prendere la parola.
<< Allora ragazzi, vi chiederete sicuramente il perché di questa convocazione>>
Sposto lo sguardo su mio padre non capendo davvero il perché di questa apparente felicità che gli contorna il volto.
Al nostro silenzio prende la parola il Jake,il padre di Christopher.
Mentre il leccapiedi di mio padre resta in un angolo a braccia conserte,sembra l'unico non contento di questa situazione,e la cosa mi fa pensare.
<<Ragazzi,18 anni fà io e Josh abbiamo purtroppo preso la drastica decisione di separarci, Emma tu sicuramente capirai il perché>> annuisco continuando a guardare negli occhi mio padre, non sto capendo e di conseguenza mi sento un senso di tensione addosso.
Mio padre prende posto accanto a me poggiandomi una mano sulla spalla,sussulto al suo tocco facendo accigliare Chis e suo padre, sembrano sorpresi dalla mia reazione, e li capisco, loro non sanno cosa questo mostro mi ha fatto passare.
<< Emma mi dispiace,mi dispiace così tanto per quello che ti ho fatto passare, ma c'è un perché a tutto ciò, ti spiegherò tutto più tardi a casa, ma sappi che mi dispiace, non era mia intenzione sfiorarti nemmeno con un dito, dovevi solo credere.. >>
Lo guardò tra l'inorridito e l'incredulo, mamma mia non sto capendo niente. E mentre proprio sto per aprire bocca sento Chis prendere la parola.
<< Le hai messo le mani addosso non è così?!>> il suo tono è pacato ma allo stesso tempo sembra tuonare di rabbia.

Non mi volto, la vergogna si impossessa di me, con il capo chinato vedo però per un solo secondo lo sguardo di Chris incupirsi, mi guarda di sfuggita e espira la sua frustrazione,sicuramente si sarà ricordato il discorso di prima in palestra.
Beh, non voglio la sua compassione. Rialzo immediatamente il capo e guardo il signor Williams, nel suoi occhi vedo compassione,rabbia,e dolore. Tutte cose che non voglio vedere, non voglio fare pena e ne far penare nessuno.
Sono più forte di quanto credono.
<<Allora potete gentilmente spiegarci perché siamo qui?!>> chiedo con tono duro non distogliendo mai lo sguardo dal padre di Christopher.
<<Dovete sapere che non è stato uno dei Cobra a uccidere tua madre Emma>> dice lui appoggiando i gomiti alla grossa scrivania scura.
<<Ah ma questo lo so già>> sbuffo io afflosciandomi sulla poltrona.
Tre teste scattano su di me, non capiscono come io possa aver pronunciato quella frase.
<< Come scusa?!>> adesso è il leccapiedi di mio padre a parlare.
Lo guardò con tutto il disgusto che provo per lui.
<< Chi ti ha detto che tu,proprio tu, puoi rivolgermi parola dopo tutto quello che anche tu mi hai fatto è che hai fatto passare a tua figlia?!>> non mi scompongo ma la mia voce tuona nella stanza. Sento i suoi denti stridere tra di loro,si sta trattenendo dal rispondermi per via di mio padre.
I Williams guardano me e poi lui,non capiscono e lo comprendo, ma sinceramente non mi va di spiegare.
<<Potete arrivare al punto?!>> Christopher sembra più frustrato di me.

Ma cosa sta succedendo?

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