8- peace and war

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Ad Harry si era unito un altro ragazzo. Pelle scura, capelli neri ed afro, un completo nero addosso e l'aria intimidatoria. Non ci volle molto che anche Smith entrò di nuovo nella stanza "ha detto la password?" Chiese l'uomo avvicinandosi ad Harry.

Quest'ultimo scosse la testa, le mani dietro alla schiena "non ha voluto parlare" rispose "non possiamo hackerarlo e basta?"

"Ci abbiamo provato, ma non funziona. Hai un computer molto protetto, agente Tomlinson" disse poi guardando Louis.

Questo sorrise ed alzò le spalle "faccio quello che posso" rispose sarcasticamente, l'odio che stava provando in quel momento era immenso e non si faceva problemi nel mostrarlo.

"La password del computer, agente"

"Vai a farti fottere, agente Smith"

L'uomo allora sorrise ed annuì "Sasha?" Guardò poi verso il terzo ragazzo "ci pensi tu?" Lui annuì e si avvicinò a Louis, dandogli un pugno in faccia. Il capo di Louis si girò verso la direzione del pugno, un segno rosso che già stava apparendo sulla guancia.

"Julian!" Lo chiamò Harry, avvicinandosi all'agente Smith "Avevi detto che non l'avremmo toccato"

Louis rise, storgendo il naso così da poter alleviare anche solo di poco il dolore che sentiva al viso "disse colui che mi ha sparato" sussurrò sarcasticamente.

"Ho detto che se ci avesse detto la password non lo avremmo toccato, Harry" rispose l'uomo, inclinando la testa "lui fa parte della CIA, è un agente, uno di quelli che lavora per Liam. Non vorrai mica tirarti indietro, non è così?"

Harry strinse i denti e scosse la testa "no, non voglio"

"E allora qual è il problema?"

Il riccio chiuse gli occhi e si rimise al proprio posto, scuotendo la testa "non c'è nessun problema" rispose a testa bassa.

Smith sorrise ed annuì "bene allora" guardò di nuovo Louis, le mani dietro la schiena come sempre, sembrava una mania, a quanto pare "la password, signor Tomlinson"

"Come facevate a sapere che io avessi la chiave se non l'ho mai detto ad Harry?" Chiese invece Louis, decidendo di non rispondere alla domanda. Tanto già sapeva che sarebbe stato lì per un po' di tempo, perdere qualche minuto per fare lui stesso delle domande non avrebbe fatto del male a nessuno.

"C'era uno dei nostri che ti controllava" rispose Harry "Ti seguiva ovunque tu andassi. Apparte in casa, comunque. Ha provato ad entrare, ma il sistema di sicurezza sarebbe suonato e sarebbe successo un casino"

"Ovvio, stupido io che non c'ho pensato" borbottò Louis, sospirando e guardando verso il basso "sai" rialzò lo sguardo, riportandolo sul riccio "se non volevi venire ad un appuntamento con me, bastava dirmelo. Spararmi e rinchiudermi qui dentro mi sembra un tantino esagerato-"

"La password" lo interruppe Smith.

Il liscio guardò l'uomo e scosse la testa "sappiamo entrambi benissimo che non ti dirò niente"

"Oh, si invece, lo farai" rise l'uomo, avvicinandosi a Louis e mettendosi a pochi centimetri dal suo volto, guardandolo negli occhi "so perfettamente come farti parlare, e so che sei stato addestrato a resistere sotto tortura"

"Allora perché mi staresti facendo picchiare da lui, se sai che non porterà a niente?"

Smith sorrise e si avvicinò all'orecchio di Louis "perché è divertente, e le grida di una persona sono come la mia droga, agente Tomlinson" sussurrò, a Louis vennero i brividi nel sentire il suo tono tanto felice e calmo nel dire una frase come quella. L'agente Smith si allontanò dal suo orecchio e fece qualche passo indietro "Sasha" chiamò il ragazzo "è tutto tuo" quello sorrise compiaciuto "Andiamo, Harry?" Guardò poi verso il riccio, avvicinandosi alla porta.

CIA || LarryKde žijí příběhy. Začni objevovat