9- cauntdown

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Louis continuava a non parlare. Chiudeva gli occhi ogni volta che Smith dava un pugno alla donna e cercava di non sentire le urla della figlia chiamare sua madre spaventata. Non poteva dire la password. Era troppo pericoloso "Va bene agente, proviamo in questo modo, ok?" L'agente Smith prese dalla tasca posteriore dei pantaloni una pistola e la puntò verso il petto della donna, la quale era stesa a terra in una pozza di sangue "dimmi la password, o le sparo"

Louis chiuse gli occhi, scuotendo la testa mentre una lacrima scendeva sul suo viso "Ti prego non- non ucciderla-"

"Dimmi la password"

"Non posso!"

"Conto fino a dieci, va bene?" Inclinò la testa "dieci..."

"Julian, ti prego, smettila!" Urlò Harry, cercando di farlo ragionare, ma era come se l'altro non lo stesse nemmeno ascoltando. Harry lo guardava con le lacrime agli occhi. Quello non era il Julian Smith che conosceva e che l'aveva cresciuto.

"Nove..."

"Non posso- lasciala andare, questa cosa è tra noi due, ok? Fai del male a me, lei non- ti prego-"

"Otto..."

"Cazzo!"

"Lasciate andare mia madre!"

"Sette..."

"Smith- fai quello che vuoi a me, ma loro lasciale andare" quasi non pianse "ti supplico"

Lui lo guardò negli occhi, freddo, apatico "Sei..." continuò il conto alla rovescia.

Louis grugnì, quando "a-agente Tomlinson" sentì la voce tremante della signora Fletch borbottare.

"Cinque..."

Louis guardò la donna stesa a terra "per favo- per favore-"

"Quattro..."

"Megan..." il suo labbro tremava "Megan, deve- deve salvarla, lei deve vivere"

"Tre..."

"La prego, si prenda cura di l-lei, ok?" Pianse la donna "per favore"

"Due..."

Sulla guancia di Louis scesero sempre piu lacrime "lo- lo prometto" annuì Louis, il sapore salato delle lacrime nella bocca.

"Uno..."

Lei annuì, chiudendo gli occhi e sorridendo "grazie" sussurrò.

"Tempo scaduto" Smith alzò le spalle e premette il grilletto. Louis chiuse gli occhi mentre il suono rimbombava tra le strette pareti della piccola stanza, la testa della donna cadde a terra con gli occhi spalancati mentre piano piano perdevano colore e sempre più sangue usciva dalla sua ferita che ora aveva al centro del suo petto.

"Mamma!" Urlò Megan, piangendo sempre di più e buttandosi a peso morto a terra.

Harry urlò e corse in avanti, verso la signora. Si inginocchiò a terra e portò le mani sul buco di proiettile "No no no, posso salvarla, posso-" ingoiò un groppone di saliva mentre lacrime salate uscivano dai suoi occhi "si può ancora fare qualcosa, io-"

"Harry-"

"Non toccarmi!" Urlò il riccio quando sentì la mano di Julian toccargli la spalla. Si alzò in piedi e fece qualche passo indietro, le mani tremavano e gli occhi erano spaventati "tu l'hai- l'hai uccisa, tu-"

"Figliolo-"

"Non chiamarmi figliolo, non sono tuo figlio e tu non sei mio padre!" Lo interruppe nuovamente "sei- tu sei un mostro, tu-" emise un singhiozzo, il respiro era pesante e l'asma non aiutava per niente "io mi fidavo di te, pensavo-" cadde a terra senza aria, una mano sul pavimento mentre l'altra sul petto, stringendo la sua maglietta "pensavo potessi fidar-mi" chiuse gli occhi quando iniziò a vedere tutto attorno diventare nero.

CIA || LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora