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Demir


"Anestetizzare i sentimenti per sostituirli con graffi sul cuore."
Kleo Blake


Rimango immobile, con il pugno chiuso e le nocche appoggiate sul banco. Gli occhi incollati sulla porta che viene chiusa con violenza da Ailyn.


Raddrizzo la schiena mentre cerco di assimilare l'accaduto. Tento in tutti i modi di distogliere lo sguardo dall'uscita ma gli occhi sembrano come calamitati verso di essa.


<<Neanche per un misero secondo, Hendrix.>>


Quelle parole mi rimbombano nella testa. Non sono stupito per il rifiuto alle mie provocazioni, ero certo che mi avrebbe affrontato e non sarebbe rimasta immobile ad ascoltarmi, ma per il modo in cui si è rivolta a me chiamandomi per cognome. Nessuna ragazza, anche sapendo le radici della mia famiglia, ha minimamente provato a nominarlo. Hanno sempre utilizzato il mio nome o soprannomi bizzarri inventati sul momento. Sentir uscire dalla sua bocca il suono del marchio cucito con il fuoco sulla mia pelle, rende tutto inesorabilmente pesante. E' un boccone amaro da mandare giù.


Il suo tono troppo calmo e deciso, ha suscitato brividi di disgusto e una collera incontrollabile. Per un misero secondo la sua figura risultò distorta e al posto di quei occhi cosparsi di terra e luce, apparvero quelli azzurri e ripugnanti di un deplorevole stagno.


Occhi tentatrici e bramosi di potere.


<<Cazzo.>> Sbatto il pugno sul banco creando rumore che si propaga nella grande aula.


'Perchè è sempre tra i piedi? Perchè cazzo è dovuta entrare in questa università, e specialmente, nella vita dei miei amici?'


Avrei dovuta ignorarla quel maledetto giorno all'università.


Avrei dovuto lasciar correre come ho sempre fatto con le ragazze che le assomigliavano ma, quella mattina, non ho resistito. E' scattato qualcosa dentro di me e quel divieto che mi sono imposto, si frantumò in mille pezzi. Volevo avvicinarla con un banale pretesto solo per il gusto di umiliarla e, non so, speravo che una parte di me venisse appagata nel distruggere la sua nuova copia. Credevo fosse una ragazza che non si sarebbe ribellata e avrebbe abbassato la testa quando le fossi passato accanto, invece, la sua ostinazione ha seminato in me ulteriore vendetta creando un loop senza fine.


Ogni sguardo, ogni parola, ogni lamentela mi riporta sempre in unico punto.


Porto entrambe le mani nei capelli e chiudo gli occhi. Ho cercato di evitare contatti di questo genere perchè ho sempre temuto che il passato sarebbe diventato più reale che mai. Non ho mai pensato che potessi risolverlo facilmente o cancellarlo dai miei pensieri come farebbe il fuoco con un pezzo di carta.


Speravo che la paura, la tristezza, la rabbia, il dolore fisico e mentale potessero trasformarsi in un insulso foglio e che le fiamme potessero bruciarlo da liberarmi da ogni turbamento. Anche se mi avesse carbonizzato il corpo, non mi sarebbe importato. Avrei fatto di tutto se avessi avuto l'opportunità di scrollarmi di dosso le grida, le risate malefiche e il terrore di un possibile ritorno.


Sarei potuto arrivare a consegnare i ricordi e l'amore di mia madre, se mi avessero giurato che avrei potuto eliminarla per sempre da ogni centimetro della mia vita. Si, lo avrei fatto anche se avrebbe significato consegnare il dono più prezioso che conservo nel cuore ma il tormento del ricordo mi uccide lentamente con microscopiche gocce. Impercettibili ad occhio nudo ma rilevanti come un uragano sulla pelle.


Desire Of Two Imperfect SoulsWhere stories live. Discover now