Come l'equazione di Dirac

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Simone si guarda intorno abbastanza soddisfatto. Ha scoperto nel tempo, e soprattutto da quando vive con Manuel, che gli piace tenere ordinata la casa e sistemarla nei weekend e nei giorni in cui non lavora. In qualche modo lo rilassa e lo fa stare bene perché sente di averne il controllo, lui che per anni non ha potuto controllare nemmeno un aspetto della sua stessa vita.
Oggi è proprio una di quelle giornate in cui è solo in casa e ha riordinato tutto, manca solo mettere nei cassetti le maglie di Manuel. Apre l'armadio, l'anta di mezzo in particolare, apre uno dei cassetti – Manuel gli aveva lasciato una delle ante tutta per sé. In realtà gli aveva lasciato tutta casa a disposizione e Simone aveva potuto scegliere dove e come sistemarsi, facendolo sentire più che a casa. 

Prende una delle maglie e l'appoggia dentro il cassetto più in alto, spostando una di quelle già presenti all'interno e l'occhio cade su un biglietto ripiegato in più parti e mezzo spiegazzato.

Lo fissa ed è tentato di aprirlo e leggere cosa ci sia scritto. No, se è lì è perché non vuole che Simone lo legga. Certo, se non avesse voluto avrebbe dovuto anche sapere che sistemando avrebbe potuto trovarlo. Chiude il cassetto e per qualche secondo finge totale indifferenza: prende un'altra maglia e l'appende alla barra, chiudendo l'anta e tornando in cucina. Afferra il telefono e controlla l'orario, tra meno di mezz'ora Manuel dovrebbe finire le lezioni e tornare a casa. Apre il frigorifero e controlla cosa potrebbe cucinare.

Al diavolo!

Torna in camera e tira fuori quel bigliettino spiegazzato. Lo apre e inizia a leggere:

- Non inizierò questo discorso in modo melenso, tipo "amore della mia vita" o "luce dei miei occhi" non sono proprio il tipo, mi conosci. Ma tu sai di essere tutte queste cose per me, quindi possiamo andare avanti. Avrei voluto scriverti una poesia per chiedertelo ma-

Interrompe la lettura perché ha capito cos'è. Il cuore gli batte più veloce e il respiro gli si è spezzato. Rimette al suo posto quel foglio e chiude tutto. Si siede sul bordo del letto e fissa l'armadio chiuso.

Trema dall'emozione solo al pensiero, perché erano anni che non permetteva a pensieri del genere di raggiungere il suo cervello. Aveva smesso di crederci che potesse costruirsi un futuro d'amore. Tommaso gli aveva tolto tutto, persino la speranza. Manuel ci ha messo mesi per ricostruire ciò che lui aveva distrutto: le ferite – fisiche ed emotive – la fiducia. La speranza, appunto. E ora dopo più di un anno, tante sedute di psicoterapia, e l'amore di Manuel, finalmente Simone sta bene, sorride davvero, non ha più incubi, non mente più sul suo stato d'animo, mangia normalmente, tanto da aver recuperato peso. C'è voluta tanta pazienza e tanto lavoro di entrambi per riuscirci, ma alla fine hanno creato una stabilità che per Simone era semplicemente vita.

Nei giorni successivi Simone freme in attesa che Manuel faccia la sua mossa. Non sa nessuno che lui ha visto e letto parte di quel biglietto, ma Manuel si è accorto che qualcosa è cambiato, che Simone ogni tanto lo fissa senza apparente motivo. Non dice niente, però, non vuole turbarlo. Come quella sera, mentre sono a cena e Manuel si sente osservato.

"Che c'è?"

"Nulla..."

"Non lo so, me fissi."

"Mi piace guardare le cose belle."

Manuel ride, con quel modo tutto suo di arricciare il naso e chiudere gli occhi, mentre le spalle si muovono verso l'alto. "Che scemo... Senti, per la cena di sabato prendiamo le pizze perché non me va de cucina'."

"Ma se cucino sempre io!"

"E non me va che lo fai. Tanto so' sempre i soliti, non dovemo impressiona' nessuno."

Ed è lì che qualcosa cambia. Hanno invitato tutti a cena da loro, perché fa troppo freddo per uscire e Manuel preferisce la comodità di casa sua a doversi muovere a casa di altri, anche se sono sempre i suoi amici.

Il primo ad arrivare è Andrea, ormai lui è parte integrante del gruppo. Incredibilmente ha legato tanto con Manuel e spesso escono a bere qualcosa insieme anche da soli. Andrea si era ritrovato completamente solo dopo l'arresto di Tommaso, il loro gruppo si era del tutto sfaldato e si erano allontanati da lui, ritenendolo responsabile di ciò che era avvenuto a Tommaso. Ne aveva sofferto, ma Manuel, Simone e tutti gli altri lo avevano accolto dimostrandogli che quelli che riteneva suoi amici non lo erano mai stati davvero, che alla fine si erano rivelate frequentazioni di circostanza, gente che per caso si era ritrovata a uscire insieme, ma senza avere davvero nulla da spartire. Al contrario con Manuel aveva più cose in comune di quelle che credevano entrambi e con l'amore di Laura anche lui era riuscito a rimarginare le ferite che quell'amicizia tossica gli aveva procurato.

"Ehi, ma quanto vino hai portato?" Chiede Simone vedendolo entrare in casa con uno scatolone pieno di bottiglie.

"Sono 5 bottiglie, siamo 8 mi sembrava il minimo." Risponde posando la scatola sul tavolo.

"Come 8?"

"Christian porta il suo nuovo 'fidanzato'."

"Perché usi le virgolette?" Manuel entra nella stanza e apre la scatola tirandone fuori il contenuto per metterlo in frigo.

"Perché sono sicuro che non durerà manco questo."

Da quando è tornato a Roma e ha conosciuto Simone e Manuel, Christian ha ripreso a uscire e ha ritrovato la forza di frequentare altri ragazzi. Anche se non riesce a far durare le relazioni più di un paio di mesi, ancora non è abbastanza sicuro per fidarsi di qualcun'altro e lasciarsi davvero andare. Simone gli ripete sempre che a piccoli passi ce la farà, come ha fatto lui. Seppur tutti e due sanno che la situazione è ben diversa per Simone che ha sempre avuto Manuel accanto che non ha mai mollato anche quando tutto diventava più complicato e quasi insostenibile.

Mentre gli altri arrivano e Manuel li accoglie in casa, Simone e Andrea si ritrovano soli in cucina mentre preparano il tovagliato per tutti.

"Senti ti devo dire una cosa." È appena un mormorio quello di Simone.

"Cosa?" Non lo guarda in volto, troppo occupato ad aprire una delle bottiglie.

"Credo che Manuel voglia farmi la proposta."

Andrea alza lo sguardo e lo rivolge a Simone. "Perché... perché lo pensi?" Chiede titubante.

"Perché ho trovato una lettera in un cassetto, ma non l'ho letta tutta."

"Magari non è una proposta. Cioè, non hai trovato mica un anello?!"

"No, ma conosco Manuel è uno che con le parole sa esprimersi benissimo."

"Non ti starai facendo troppi film mentali?" Chiede ancora Andrea e Simone nota come sia a disagio su questo argomento. "Cioè da una lettera nemmeno letta tutta, come fai a-a-"

"Oddio, tu lo sapevi. Cioè tu sai che mi farà la proposta!"

"Cosa?" Andrea smette di guardarlo e torna a trafficare con le bottiglie. "Io non so nulla."

"Te l'ha mai detto nessuno che sei un pessimo bugiardo? Tu lo sai, ti si legge negli occhi."

Andrea sospira e smette di aprire le bottiglie. "Sì, okay è vero. Però, ti prego, almeno fingiti sorpreso quando succederà."

Simone sorride a tutta faccia e annuisce. "Mi sta per chiedere di sposarlo. Ho il cuore a mille."

"Te lo meriti." Sorride anche Andrea. Se lo merita davvero Simone dopo ciò che ha vissuto per colpa di Tommaso.

"Tutto okay?" Manuel è in piedi davanti alla cucina e ha in mano diversi cartoni di pizza.

Entrambi rispondono affermativamente e per il resto della serata nessuno dei due tira più fuori l'argomento.

Passano i giorni e Simone è sempre più impaziente. Non capisce perché Manuel non faccia nulla, forse è ancora in cerca dell'anello. O magari ha cambiato idea. No, non può aver già cambiato idea, o non lo avrebbe detto ad Andrea. Non si sarebbe esposto se non fosse più che convinto.

Passano settimane e alla fine Simone si convince che Manuel non gli chiederà più di sposarlo.

Quasi se ne dimentica, ma decide che va bene così: non hanno bisogno di un pezzo di carta o di una cerimonia per decretare la validità del loro rapporto. Sono più forti di qualunque coppia, hanno sfidato e superato ostacoli che difficilmente lasciano indenni, eppure eccoli lì, ancora una volta, ancora insieme.

Poi una sera, al ritorno dal lavoro, entra in casa e trova tutto buio, illuminato solo una candela al centro della stanza con accanto un biglietto. Simone sorride prima ancora di fare un passo, si avvicina alla candela e si piega sulle ginocchia per recuperare il foglio.

- Vai in camera e accendi il computer -
È il testo del biglietto. Con passo veloce entra in stanza e apre il computer. C'è un video sullo schermo pronto per essere avviato. Preme play.

"Non sono il tipo che fa le cose in modo tradizionale ormai lo sai. Quindi ci sono un paio di cose che ho preparato: una è questa."

Nel video Manuel tira fuori la chitarra e inizia a strimpellare qualche nota intonando una canzone che riconosce subito. È la sua preferita. Poi si interrompe e si rivolge alla telecamera che lo inquadra.

"Okay, dopo sta cosa imbarazzante, facciamo qualcosa in cui sono più a mio agio. Però devi tornare di là. Quindi chiudi il computer e torna in salone."

Simone segue le istruzioni e quando esce dalla stanza si ritrova Manuel, in carne e ossa, davanti a quella stessa candela di prima con in mano un biglietto.

Quel biglietto.

Manuel si schiarisce la voce e inizia a leggere. "Non inizierò questo discorso in modo melenso, tipo "amore della mia vita" o "luce dei miei occhi" non sono proprio il tipo, mo conosci. Ma tu sai di essere tutte queste cose, quindi possiamo andare avanti. Avrei voluto scriverti una poesia per chiedertelo, ma sarei stato scontato perché le poesie sono un po' la mia cifra, no? Però c'è da dire anche, che alla fine non sarei io se non lo facessi. Perciò...

Qui sdraiato

Illuminato dalla luce del mattino

Fermo l'immagine del tuo volto

E imprimo nella mente ogni dettaglio

Immersi in questa intimità

Come attratti da una forza esterna ci siamo trovati

Siamo entrati in collisione e mai più separati

Legati

Come l'equazione di Dirac.
"

Mette il foglio in tasca e alza lo sguardo verso Simone, che ha gli occhi lucidi e quel sorriso che non si è mai spento da quando è entrato in casa. Simone muove un passo verso Manuel e si ferma quando tra loro rimane solo la candela a terra, mentre la cera cola consumando la fiamma.
 "Simo' io e te siamo legati da qualcosa che è più forte di noi ma che allo stesso tempo ci rende forti insieme. E nonostante le difficoltà e tutta la merda che abbiamo dovuto affrontare siamo sempre tornati l'uno all'altro, ci siamo scelti, sempre. E io voglio continuare a sceglierti per il resto della mia vita." Manuel si inginocchia e tira fuori dalla tasca una scatolina. "Ho detto che non faccio le cose convenzionali però ogni tanto in certe occasioni è giusto rispettare le tradizioni" Simone annuisce e lui continua. "Ecco, quindi Simone Balestra, vuoi sposarmi?"

Simone gli si inginocchia davanti per essere alla sua altezza e gli porge la mano. "Sì, ti voglio sposare."

Manuel prende il volto di Simone tra le mani prima di baciarlo profondamente.

"Non posso credere che hai fatto tutto questo. La canzone, la poesia. La citazione a Dirac. Non sapevo nemmeno che la conoscessi."

"Dai, lo sanno tutti che quella è l'equazione dell'amore, no?"

"No, non tutti. Ma tu sì. Sei incredibile."

"Non sono più il più bello e il più stronzo?"

"Sì lo sei ancora, l'unica cosa cambiata è che non sei etero."

Manuel ride e poggia la fronte su quella dell'altro. "Mi sa che non lo sono mai stato, anche se non lo sapevo."

"Ah dici?"

Manuel lo abbraccia stretto e Simone ricambia con altrettanto trasporto, consapevoli entrambi che quello è solo l'inizio di un nuovo capitolo della loro storia. Meno drammatico, ma comunque intenso e denso di quelli che si trasformeranno ben presto in ricordi preziosi.

Soprattutto sarà pieno d'amore.





Note:

Io ve lo dico, non sono capace di scrivere poesie quindi quella schifezza fate finta sia un piccolo capolavoro alla Mafex ma che non ci si avvicina nemmeno per sbaglio ahahah
Detto ciò per la cit. all'equazione di Dirac dovete ringraziare bludimetilene che prima me l'ha fatta conoscere e poi ce la siamo tatuata come memoria di un'amicizia indelebile, come questo tatuaggio. Love you girl!
A presto
​Babykit

Stropicciati da una storia vissuta | SimuelWhere stories live. Discover now