Finalmente libero

191 19 7
                                    

TW: Si parla esplicitamente di suicidio quindi se siete sensibili NON leggete questo missing!


Chiamata in arrivo: Tommaso.

Chiudi.

Chiamata in arrivo: Tommaso.

Chiudi.

Chiamata in arrivo: Tommaso.

Christian serra gli occhi e mette il telefono con lo schermo rivolto verso la superficie del tavolo su cui lo poggia.

Non può spegnere il telefono perché sta aspettando una chiamata importante, ma le chiamate incessanti di Tommaso gli stanno mettendo ansia. Continua a tartassarlo di telefonate da quando due settimane prima l'ha lasciato.

È diventato ancora più ossessivo, se l'è ritrovato ovunque: all'università, al supermercato vicino casa, persino sul pianerottolo del proprio appartamento- non l'ha fatto entrare e lui si è avventato sulla porta, finché sua madre non è tornata e lui si è calmato quel tanto che basta per andare via e fingere indifferenza.

Sente il campanello suonare e sospira, pronto a mandare via Tommaso per l'ennesima volta. Dallo spioncino però, vede che si tratta di Andrea quindi decide di aprire.

"Che vuoi?" Chiede dall'uscio senza farlo entrare.

"Chri, lo sai perché sono qui."

"Non cambio idea. Tu non lo sai quanto è stato difficile st'ultimo periodo. È ossessivo e aggressivo."

"Non starai un po' esagerando?"

Christian si allontana per prendere il telefono e mostrarlo ad Andrea.

35 chiamate perse.

Andrea sgrana gli occhi, non sa come rispondere.

"E questo solo nell'ultima ora e mezza. Ed è così tutto il giorno e a volte anche la notte."

Andrea sa che Christian ha ragione ma ha promesso a Tommaso di tentare di fargli cambiare idea. "Magari se gli rispondessi non ti chiamerebbe così tante volte."

"L'ho fatto, voleva costringermi a tornare con lui. Non ce la faccio più. Lo so che sei suo amico ma dovresti essere un po' più obiettivo."

Andrea distoglie lo sguardo e scuote la testa. "Lo sono, ma lui sta male e mi dispiace."

"Okay, ci hai provato e non ha funzionato perché non ci torno con lui, anche se dovesse farmi fondere il telefono a forza di chiamate. Puoi riferirglielo se vuoi!" 

Gli chiude la porta in faccia e butta fuori tutta l'aria. Gli viene da piangere, sente di non avere vie d'uscita. È completamente sopraffatto dalla presenza ingombrante di Tommaso. Nemmeno lasciarlo l'ha reso libero. Perché lui è ovunque, sempre e non sa più cosa fare per avere un po' di pace.

Alla trentaseiesima chiamata di Tommaso, prende il telefono e lo sbatte contro la porta, spaccando il vetro in più punti.

I giorni successivi evita di uscire di casa ma appena prova a guardare fuori dalla finestra, riconosce la sua macchina accostata di fronte al palazzo. Si sente in trappola.

Decide di scendere e affrontarlo, magari stavolta riesce a mandarlo via. Appena esce dal portone lo vede chiudere l'auto e raggiungerlo.

"Perché non mi rispondi?" Lo aggredisce.

"Te ne devi andare da qui." Non gli risponde perché sa già cosa dirà.

Tommaso lo prende per un braccio e lo strattona. "Se pensi che basta dirmi che è finita per farmi arrendere, allora non hai capito un cazzo."

"Mollami." Christian si libera e si allontana da lui di un passo. "Mi devi lasciare andare. Non ce la faccio più. Non ti voglio più nella mia vita. Basta!" Urla con gli occhi lucidi e la voce spezzata.

"Basta lo dico io con ste stronzate!"

A questo punto, Christian gli va sotto con la fronte e gli urla direttamente in faccia. Un grido quasi liberatorio.

Tommaso rimane interdetto. Poi Christian lo spintona contro il muro e completamente esaurito da quella situazione si sposta e sbatte la propria testa contro il palazzo. Un rivolo di sangue scende dalla ferita provocata dalla botta, e solo a quel punto si calma, ripete "vattene!" Risale in casa, chiudendosi la porta alle spalle.

Entra in bagno e si guarda allo specchio: ha la faccia sporca di sangue, gli occhi rossi e le tempie ingrossate dallo sforzo e dalla pressione che sicuramente sarà alle stelle. 

Si osserva e non si riconosce più. 

Deve far smettere tutto questo. 

Deve finire questa tortura. 

Va in camera e valuta la caduta dalla finestra. Non è abbastanza in alto. 

In cucina ci sono diversi medicinali ma potrebbero non fare effetto; i coltelli sono affilati ma dovrebbe avere più forza di quella che ha. 

Torna in camera e guarda il lampadario. È alto, è in ottone e regge il peso abbastanza bene. Non sa se ne ha il coraggio, poi il telefono torna a squillare, così come il citofono. È troppo, già non respira più. Entra nella camera dei suoi e prende una delle sciarpe della madre, poi uno sgabello dalla cucina e torna davanti al lampadario. Piange mentre lega la sciarpa all'ottone, mentre il telefono non smette di squillare e il citofono continua a emettere il suono metallico. 

Poi tutto tace. 

Ma lui ormai è sopra lo sgabello con la sciarpa intorno al collo. Si lascia andare. Non sente la porta aprirsi e la madre precipitarsi in camera. 

Non sente niente. 

È buio ed è finalmente libero.




Note:

Eh lo so, questo missing è tosto. Non ci sono né Simone né Manuel ma ho pensato che la storia di Christian aveva bisogno di un momento tutto suo.
Immagino che Tommaso a questo punto avrà ricevuto tutti gli insulti esistenti ahahah
Non se se ci saranno altri missing, magari datemi anche voi delle idee, perché altrimenti ho già l'ultimo in mente da DEVE essere l'ultimo. 
Fatemi sapere che ne pensate, che questo missing è stato tosto da scrivere anche per me.
​A presto
Babykit 

Stropicciati da una storia vissuta | SimuelWhere stories live. Discover now