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20 novembre

Monica

Nessuno si era mai preso cura di me, eccetto mia madre. Vedere Griffin così premuroso nei miei confronti, mi suscitò emozioni fortissime.
Io...io ero grata a lui.
Mi era stato vicino, mi aveva convinto a lasciare il mostro che si stava prendendo gioco della mia anima e la stava sgretolando come briciole di pane, e si stava prendendo cura di me mentre ero malata.

<<Griffin...>> Sospirai.
<<Monica, dimmi>> rispose con gli occhi più belli che abbia mai visto. Luccicavano come due supernove. Desiderai tuffarmi dentro quell'esplosione di stelle.
<<Grazie...>> Scandii quelle parole con le mie pupille infilzate nelle sue.
<<di tutto>> continuai.
E poi... Fu come una saetta. Così istantaneo, così fulmineo, così improvviso.

Le sue labbra si posarono sulle mie.
Insieme erano come due caselle che finalmente avevano trovato il loro incastro, il loro posto. E io... Io mi sentivo completa per la prima volta, come se finalmente avessi trovato l'altra mia metà.

Ci staccammo l'uno dall'altra e lui mi guardò con quelle iridi che sembravano gridarmi "sono io la tua metà, sono io l'amore puro che hai sempre cercato". Ci guardammo e poi, presi da più passione, ci baciammo di nuovo. Lui affondò la sua bocca nella mia e io posai d'istinto la mano sulla sua nuca.

Riprendemmo fiato e nel frattempo lui mi carezzò le tempie spostando una ciocca di capelli.
Fummo interrotti da un rumore proveniente dal piano di sotto. Una serratura.
O cazzo .
Mia madre.

La scia di un improvviso Where stories live. Discover now