3.

29 12 9
                                    

Estratto dall'interrogatorio di Jess

-Qual é il suo nome?- domandò l'uomo in divisa all'altro capo della scrivania dopo aver avviato la registrazione
-Jessica Brook- dissi e, come ogni volta, mi vergognai del mio cognome e fissai il puntino rosso che lampeggiava
-Quanti anni ha?-
-Ventuno-
-Era a conoscenza, prima dell'arresto, che suo padre fosse un assassino?-
-Forse si, sapevo, nel profondo che in Jim c'era qualcosa che non andava-

Avevo quattro anni la prima volta che vidi papà smaltire un corpo, ovviamente ero piccola, pensavo fosse solo un gioco.

Aveva detto che saremmo andati al parco, avevo portato la bici. Ricordo che si era allontanato "Devo prendere una cosa in macchina" aveva detto.
Inizialmente credevo mi avesse comprato un regalo ma, quando, dopo molti minuti non lo vidi tornare andai nel panico. Avevo iniziato a piangere -Papà!- gridavo andando in direzione dell'auto.
Il parco era nelle vicinanze del bosco, la macchina era parcheggiata sotto un enorme pino. Posso ancora sentire l'odore della resina e del sangue.
Evidentemente non pensavo che io lo vedessi. Gettò per terra un oggetto che cadendo produsse un rumore metallico
-Jess, ho detto che tornavo subito- si avvicinò a me, asciugandomi le lacrime con la mano inguantata. Erano umidi e sporchi di terra.
-Non arrivavi- mugugnai tirando su col naso
-Stavo prendendo una cosa- sorrise amorevolmente scompigliandomi i capelli arruffati.

Era mio padre. Il mio eroe. Non feci caso alla buca alle suo spalle. Non feci caso al sacco nero e umidiccio vicino alla pala. Non feci nemmeno caso alle strisce rosse che gli erano apparse in fronte dopo che se l'era asciugata dal sudore. Non feci caso alla puzza di marcio nel bagaglio così come non feci caso al quaderno pieno di foto inquietanti che forse, ancora oggi non ho mai capito.

"La mia piccola Jess. La mia bambina" diceva mentre le incollava alle pagine.

-E il regalo?-
-Certo, il regalo- infilò la mano in tasca e ne tirò fuori una statuetta di legno. Era gialla, a forma di cane. Adoravo i cani da bambina. L'avevo abbracciato continuando a guardare il nuovo gioco senza accorgermi delle macchie scure che lo ricoprivano.

-È stata l'unica volta?- la voce del poliziotto mi riportò alla realtà. Scossi la testa -Questa fu sola la prima di una serie molto vasta. Ogni volta che faceva una vittima mi portava qualcosa. Forse rimorso o semplicemente era pazzia la sua, non lo saprò mai-
-Per ora non c'è altro che dobbiamo sapere. La chiameremo appena ci serviranno chiarimenti-
-Grazie agente-
-Grazie a lei- premette un pulsante e il nastro smise di girare.

Psycho KillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora