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Mi avevano sbattuto contro un muro, la faccia grattava sulla superficie irregolare. Faceva male.
Mi stavano ammanettando -Finisci in isolamento Brook- aveva riso Edgar. Avrei voluto tirargli un pugno in faccia.

La cella d'isolamento era una stanza di un metro per uno, senza finestre e senza un letto, c'era solo un buco nel pavimento e dovetti intuire fosse il gabinetto, se così si può definire.

Era buia e sporca, come ogni stanza del carcere d'altronde. -I pasti ti verranno passati da lì-, l'uomo fece cenno con la testa a una piccola porticina in basso nella porta metallica, -Due volte al giorno e una volta a settimana ti sarà concessa una doccia di ventuno minuti-
Annuí.
-Bene- sogghignò Edgar chiudendosi a chiave la porta alle spalle.

Non mi avevano concesso la doccia quella giornata e le mie mani erano ancora ricoperte dal sangue di quel bastardo. Scoppiai in una risata e mi spiattellai il sangue sulla camicia lercia.

Estratto dal l'interrogatorio di Hannah

-Signora Brook, come ha reagito appena entrata in casa quel giorno?-
Tossii, la terapia a cui mi ero sottoposta non portava a nessun risultato, presto avrei dovuto dire addio alla mia piccola Jess, avevo già dato l'autorizzazione per cercare una famiglia che potesse prendersi cura di lei. Avrebbe capito? Cosa poteva io cervello di una bambina di sei anni comprendere perché lo zio era per terra coperto di sangue e il padre davanti a lui che rideva. Come potevo sopportare l'idea di aver sposato un pazzo e non essermene mai accorta per tutti questi anni?
-Signora Brook?-
-Si... Io sono andata a prendere Jess all'asilo e quando sono tornata a casa ho visto mio marito, ricoperto di sangue e Trevis, per terra esanime, con uno squarcio nel petto...- sospirai
-Lei sapeva degli istinti di suo marito?-
-Per favore, ex marito, ho chiesto il divorzio- lo corressi sospirando nuovamente, con fatica.
-D'accordo allora, sospettava delle tendenze del signor Brook?-
-No- risposi secca -Pensavo fosse felice, che fosse normale, con me o con Jess non ha mai dato segni di squilibrio- mi presi la testa tra le mani e l'agente con un balzo mi raggiunse dietro la scrivania -Signora si sente bene?-
-Si, ho solo... Bisogno di... Riposare- chiusi gli occhi.


-Voglio vedere mia figlia- continuavo a battere su quella porta da settimane ormai. - Voglio vedere la mia Jess- gridavo ma mai nessuno si degnava di dirmi qualcosa. Poi, dopo qualche giorno, quando mi portarono il pranzo afferrai il braccio della guardia -Perché non posso vedere mia figlia!- gridai -È un mio diritto!-
L'uomo si spaventò e corse via, tornò poche ore dopo con il direttore del carcere.
-É un mio diritto. È un mio diritto- ripetevo dondolandomi sul pavimento
-Apri- ordinò l'uomo all'esterno e la porta si spalancò con un clangore metallico -Brook- disse con disprezzo il direttore, un uomo di mezz'età con dei capelli grigi stempiati e una giacca nera sopra una camicia bianca. Era vestito così elegantemente per un motivo specifico? O semplicemente tutti i direttori dei carceri si vestivano come se dovessero andare ad un matrimonio?

-Voglio vedere Jess- ripetei mentre Edgar mi girava di spalle per ammanettarmi
-Lo sappiamo-
-E allora perché non me la fate vedere? Perché è una bambina? Allora perché non mu fate vedere mia moglie? Voglio vedere Hanna!- gridai più forte, la mia voce risuonò lungo tutto il corridoio che stavamo percorrendo.

Giungemmo in una stanza luminosa e il carceriere rimase in piedi davanti alla porta.
-Si sieda-, l'uomo di sedette alla scrivania di legno massiccio
-Voglio vedere mia moglie- ribadí accomodandomi. Era da mesi che non mi sedevo su qualcosa che non fosse il pavimento.
-Signor Brook temo non sia possibile-
-Non mi importa del divorzio! Io la voglio vedere. La devo vedere. La prego, ne ho bisogno- supplicai. L'altro si passò una mano sul viso, mise gli occhiali e mi guardò con un misto di disprezzo e compassione. -Singer Brook. Non può vedere sua moglie-
-Solo una volta, per favore- chiesi disperato. Era successo qualcosa, me li sentivo. Sospirò -Sua moglie si è sottoposto a diverse cure sperimentali come lei sa... Nessuna di queste però ha portato a risultati. Sua moglie è deceduta ieri notte. Mi dispiace per la sua perdita-
E si alzò, lasciandomi solo nel suo ufficio.

-Non è possibile- dissi -Lei è forte, è la donna più forte che conosca. Non può essere morta. Non può. E Jess? Cosa ne sarà della mia piccola Jess?- presi a piangere, avevo le mani legate quindi le lacrime mi rigarono il viso senza che potessi far niente -Voglio vedere Jess!- sbottai dimenandomi sulla sedia. -Voglio vederla!- piansi e gridai fino allo sfinimento -La mia Hannah, il mio amore-

Psycho KillerDonde viven las historias. Descúbrelo ahora