11. Extraterrestre.

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Ore 06:15, camera di Sophie e Karl.
Karl era di fronte allo specchio mentre si sistemava il cappello. Stava ascoltando la sua playlist, però senza cuffie; lui non le usava mai. Gli piaceva far sentire a chiunque ciò che ascoltava. Adorava il rap americano.
"Karl abbassa il volume!" urlò Sophie dal bagno, mentre si stava facendo la doccia.
Lui sbuffò: "Ma come fai a sentire con la porta chiusa e il rumore della doccia?!"
"Si sente benissimo. Abbassa!", e così fece.
Dopo qualche minuto Sophie uscì dal bagno in accapatoio e con un asciugamano in testa: "Mi raccomando, la prossima volta metti il volume più alto" disse ironicamente.
"Ahahah"
Poi lei prese la sua tuta e tornò in bagno chiudendo la porta. Ma Karl non aveva nessuna intenzione di abbassare il volume, e quindi lo alzò al massimo.
"KARL"
"Scusa non ti sento!", e poi rise. Pensava di aver vinto ma subito dopo Sophie accese l'asciugacapelli e lui non riuscì più a sentire la musica.
"Testa di cazzo!" urlò Karl.
"Ti sta bene"

Dopo qualche minuto Sophie uscì dal bagno con la sua tuta viola e i capelli asciutti e stirati.
"Dovrei valutare di comprarmi delle cuffie" le disse Karl.
"Non vedo l'ora che lo farai", disse prendendo dal comodino il suo cappello rosso. Poi si avvicinò allo specchio e se lo mise in testa. Karl era perso nei suoi pensieri.
"Sophie, comunque riguardo a quello che mi hai detto ieri..."
Lei si girò: "Cosa?"
"Vacci piano... con White"
"In che senso? Non capisco"
"Non... non correre. C'è tempo ancora"
"Ma tranquillo, lui adesso deve ancora riprendersi dalla morte di Pink; non gli dirò subito che mi piace, a parte che sarebbe troppo stupido e sospetterebbe di me"
"Non mi riferivo a quello..."
Sophie realizzò. "Oh. Ehm... non... non devi preoccuparti" disse sorridendo.
"Sophie, se mai voi doveste farlo, sarebbe un rischio. Non penso che tu sia pronta per avere un bambino a quest'età"
Sophie si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla: "Karl, non preoccuparti, davvero. E poi non penso proprio che White voglia farlo. Insomma, gli è appena morta la fidanzata"
"È che io ho paura per te"
"Ho diciotto anni, Karl. Sono responsabile"
Karl l'abbracciò.

Ore 08:05, Cafeteria.
"Alloooora. Chi sarà la nostra prossima vittima?" sussurrò Karl.
"Di già? Dai, facciamo passare un po' di tempo. Almeno si godono un po' il viaggio" rise Sophie.
"Ahahah" rise Karl. Poi si toccò le tasche dei pantaloni e le sentì vuote: "Ehm penso di aver lasciato il telefono in camera. Vado a prenderlo"
"Ok ti aspetto qui".
Karl entrò nei dormitori e Sophie rimase in Cafeteria con le mani sui fianchi. Si sedette al tavolo centrale e rimase a pensare. Ad un certo punto sentì dei rumori provenire dallo scarico della spazzatura, dove si svolgeva la task "Empty Garbage". Cercò di capire da lontano se ci fosse qualcosa, e poi vide un altro movimento. Spalancò gli occhi e poi si alzò. Si avvicinò lentamente verso quella direzione e poi quando fu vicina alzò velocemente la leva che apriva il portello. Spalancò gli occhi per la seconda volta: lì dentro c'era un alieno verde con un solo occhio e un'antenna sopra la testa. Era piuttosto piccolo e non aveva le zampe, ma strisciava.
"Oddio ma cos'è... sembra gelatina". Provò a toccarlo.
"Ew. Però sembra amichevole". Lei sorrise e poi tese la mano in avanti verso l'alieno, che immediatamente ci salì sopra.
"È così carino. Lo faccio vedere a Karl".

"Sono felice che abbiamo espulso l'impostore" disse Black.
"Anche io ma... siamo davvero sicuri che fosse Matt?" rispose Jaune.
I due erano in Electrical e Jaune stava riparando i fili della corrente. "Bhe, lo spero. In ogni caso, c'è una persona in meno quindi... ehm..."
"Vedi? Non sei sicuro nemmeno tu". Si girò verso di lui.
"Comunque stavo pensando... visto che FORSE abbiamo espulso l'impostore, perché non organizziamo una serata con tutta la crew?"
Lei si mise le mani sui fianchi. "Vuoi festeggiare?"
"No, vorrei solo..."
"Black, ti ricordo che se non è Matt l'impostore noi abbiamo ancora un assassino a bordo e io non ci vedo niente da festeggiare"
"Lo so ma... ecco è anche un modo per riappacificare la crew. Insomma da quando c'è questa storia dell'impostore ci siamo divisi tutti"
Jaune sospirò. "Io non sono d'accordo. Ma non hai tutti i torti sulla storia della crew. Effettivamente... dovremmo parlarne con Jade"
"Sì, hai ragione. Andiamo"

Sophie entrò in camera sua e di Karl con l'alieno in mano.
"Ehi Karl vedi cos'ho trovato nella spazzatura!"
Karl urlò. "CHE COS'È?!"
"È un alieno. Non è carino?"
"TOGLI QUELL'ESSERE DALLA MIA VISTA"
"Andiamo, sembra amichevole. Come lo chiamiamo?"
"No forse non hai capito. Quel coso non rimane con noi"
Lei si avvicinò. "E dai, guardalo, è così tenero"
Karl lo fissò e l'alieno fece lo stesso. Lui indietreggiava piano piano con la testa mentre l'alieno iniziava ad emettere dei strani versi.
"Ehm Sophie, perché quel coso fa questi ru- AAAAAAAH" l'alieno saltò in faccia a Karl.
"TOGLIMI QUESTO COSO DALLA FACCIA" disse cadendo per terra mentre cercava di togliersi quell'essere dal viso.
Sophie con un'espressione stupefatta indietreggiava, poi aprì la porta e uscì dalla stanza e in seguito anche dai dormitori.
"SOPHIE! SOPHIE DOVE VAI?! GIURO CHE TI UCCIDO!" urlò Karl.
Lei entrò nella Cafeteria e rimase in mezzo alla stanza pensando alla scena che aveva appena vissuto. "Ma che cazzo ho appena visto"

Black e Jaune si trovavano all'entrata di Navigation; Jade era di fronte a loro, di spalle; stava scrivendo qualcosa su un pezzo di carta ed era seduta sul sedile centrale che si trovava vicino ai comandi. Scriveva gli avvenimenti avvenuti in quella lunga settimana di missione: omicidi, sabotaggi...
I due dietro di lei si guardavano e facevano lite per chi sarebbe dovuto entrare prima, silenziosamente. Poi Jade mise il pezzo di carta nella cover del suo telefono. Si alzò per portare gli appunti in Communications, ma poi si girò e vide Black e Jaune litigare.
"Ehm ragazzi che state facendo?"
Rimasero imbarazzati. "Black deve dirti una cosa" disse Jaune.
Lui la guardò con un'espressione arrabbiata, e subito dopo fece un sospiro. "Ecco, noi,"
"Io non c'entro nulla, è una sua idea" lo corresse Jaune.
"Io, avevo intenzione di organizzare una serata, magari domani"
"Una serata, perché ?" chiese Jade con le braccia conserte.
"Visto che abbiamo espulso il presunto impostore e magari potremmo, festeggiare?"
"Black apprezzo la tua idea ma non siamo sicuri che Matt fosse l'impostore"
"Te l'avevo detto!" lo rimproverò Jaune.
"Sì ma potrebbe essere anche una maniera per riappacificare la crew visto che dopo la morte di Blue ci siamo divisi"
Jade riflesse.
"E poi almeno così ci distraiamo da questa orribile situazione"
"E va bene. Ma facciamo tra qualche settimana, per assicurarci che non avvengano più omicidi, ora faccio una cosa e poi lo comunico agli altri"
"Grazie Jade! Ti adoro!" disse Black abbracciandola.
"Ok ok, ma niente abbracci" rispose spingendolo.
"Sì scusami"
Jaune era rimasta delusa dal fatto che Black avesse avuto la meglio. "Comunque ha detto ciò che ti avevo detto io" disse per poi andarsene.
"Jaune aspetta, dobbiamo fare le task insieme!" disse rincorrendola.
Jade aveva il sorriso in faccia e poi scosse la testa.  Quando se ne furono andati, prese il biglietto che aveva in tasca: lo lesse un'altra volta e poi andò in Communications. Adesso che era il capitano aveva molte più responsabilità, e anche se era il secondo giorno che aveva questo ruolo, già lo sentiva pesante, si sentiva oppressa, costretta a gestire un'orribile situazione. Quando entrò nella sala comunicazioni, poggiò i suoi appunti sulla scrivania e poi controllò sotto di essa se si potesse fare qualcosa per riparare le comunicazioni verso Mira, ma non c'era niente da fare. Poggiò le mani sul tavolo e inclinò la testa con gli occhi chiusi; era esausta.

White era in Weapons e stava facendo le sue task; l'esperienza del giorno precedente lo faceva sentire continuamente abbattuto; aveva perso la sua fidanzata per sempre, ma doveva continuare a fare il suo lavoro. Ad un certo punto, dietro di lui sentì una voce famigliare, che in quei giorni lo perseguitava continuamente.
"Ehi White! Non sapevo avessi anche tu una task qui!"
Si girò.
"Oh, ciao Sophie"
Lei si fermò davanti a lui con un'espressione piuttosto seria: "Come stai?"
"Non bene. Non riesco a non pensarci"
Sophie l'abbracciò e lui ricambiò.
"Dai, vedrai che andrà tutto bene" gli disse. Quella vicinanza scatenò in Sophie una vera e propria eccitazione: si sentiva il cuore battere forte e le farfalle nello stomaco, e un'enorme voglia di...
"Grazie per consolarmi sempre" quelle parole la fecero tornare alla realtà.
"Oh ehm... figurati"
"SOPHIE!". Si sentì un urlo proveniente dai dormitori. L'abbraccio tra Sophie e White si sciolse e poi lei riconobbe immediatamente quella voce: Karl, e non era per niente felice.
Karl aprì con violenza la porta che conduceva in Cafeteria : era ricoperto di una sostenza verde gelatinosa su tutto il corpo e in mano aveva l'alieno che Sophie aveva trovato nella spazzatura poco prima. Lo lanciò ed esso cadde per terra.
"Karl! Come ti permetti di far del male al mio animale domestico?!" lo rimproverò Sophie.
"Oddio che cos'è?" chiese stupito White.
"L'ho trovato nella spazzatura" rispose sorridendo.
"QUESTA ME LA PAGHI!" urlò Karl, che corse verso Sophie.
"Che mi sono perso?" chiese White, ma poi Sophie iniziò a correre verso Shields e Karl la inseguiva. White rimase in Weapons e fissò l'alieno accanto a lui, per terra.
"Già, in questa nave sono tutti pazzi. È meglio che vada a vedere se si stanno ammazzando a vicenda oppure no" disse andando verso Shields.

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