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Attenzione ⚠️  tematiche delicate

Intanto in una casa a Shibuya....

Shinya's P.O.V.

Shinya avvertiva il proprio viso farsi sempre più caldo mano a mano che il bicchiere che teneva stretto in mano si riempiva e si svuotava periodicamente di liquido ambrato. Gli sembrava di star vivendo una specie di sogno ad occhi aperti: lui, il suo corpo appesantito dall'alcol, la sua mente una gelatina di cui unici due neuroni ancora funzionanti avevano rivolto tutta la propria attenzione sulla figura abbandonata accanto a lui sul divano. Lui e Guren non avevano più aperto bocca se non per ingurgitare lo scotch che aveva recuperato il capo di polizia dalla cucina. E sinceramente gli andava bene anche così. Fino a quando l'altro avrebbe sopportato la sua compagnia senza sbraitargli addosso, Shinya avrebbe accettato quella situazione con piacere. Il silenzio tra di loro non si poteva definire pesante, anzi, tutt'altro. Era il genere di silenzio rilassato che aveva animato le loro serate giovanili, quelle che precedevano delle lunghe chiacchierate liberatorie e risatine a perdi fiato. Era il genere di silenzio che più gli era mancato.

Ad una certa l'uomo al suo fianco si schiarì la gola, prendendo un lungo sorso dal proprio bicchiere - Allora.... insegnante eh?- chiese con tono ironico, la testa abbandonata all'indietro contro lo schienale del divano.

Shinya lo osservò con la coda dell'occhio, stringendo le mani a pugno per evitare di cedere alla tentazione e di scostare le ciocche di capelli neri che gli erano rimasti sul volto- Pensavi volessi fare altro?- ribatté ironico, mettendosi nella sua esatta posizione con una tranquillità e una scioltezza che da sobrio non avrebbe avuto- Lo sapevi che mi sarebbe sempre piaciuto insegnare- a differenza degli altri ragazzi della sua età, lui aveva sempre più o meno avuto chiaro ciò che voleva fare una volta diventato adulto. La sua indole gentile ma autoritaria lo avevano aiutato a farsi strada nel mondo dell'insegnamento con determinazione e onestà, nonostante di cognome ormai facesse "Hiragi" e la parola "onestà" ormai fosse diventata obsoleta.

- Lo so, pensavo solo che Mahiru volesse indirizzare il suo maritino verso una carriera più rispettabile che so...- rispose la voce impastata di Guren, muovendo il proprio bicchiere avanti e indietro come uno scacciapensieri lasciato in balia del vento - Proprietario di una banca, di uno jacht club, CEO o che so io- biascicò senza guardarlo in viso, decidendo di far rimanere ostinatamente lo sguardo puntato verso il soffitto piuttosto che su di lui.

L'insegnante si passò la lingua tra le labbra, raccogliendo l'ultimo sentore di alcol rimasto prima di versarsene un altro goccio dalla bottiglia posta sul tavolino - Effettivamente ho dovuto lottare un pò per convincere gli Hiragi ad accettare il mio lavoro- ammise ripensando a quei giorni passati a mettere su discussioni su discussioni per riuscire a prendere almeno una decisione sul proprio futuro. I pomeriggi passati in silenzio nella sala degli incontri della famiglia mentre persone a lui estranee sputavano sentenze sul suo futuro senza neanche interpellarlo, come se lui non fosse stato nient'altro che un pezzo di mobilio. La luce che entrava dalle grandi vetrate, fredda, glaciale, il tipo di illuminazione perfetta per quell'ambiente sterile, che gli feriva gli occhi nonostante ogni volta essi fossero piantati saldamente verso il pavimento. Il suo corpo stretto in un completo pruriginoso cucito su misura dal sarto di famiglia, talmente tanto stretto che al minimo respiro troppo profondo minacciava di strapparsi e lasciarlo in mutande. E in mezzo a tutto quell'orrore, una candida mano che copriva la sua sotto il tavolo, mentre una voce femminile si levava sopra le altre, autoritaria, forte, degna di una regina, riportando l'ordine all'interno della sua vita. Un sorriso spontaneo dal sapore dolceamaro nacque sul volto di Shinya - Ma Mahiru non mi ha mai ostacolato. Sapeva ciò che avevo sempre voluto fare, e mi ha aiutato a far sì che divenisse realtà- erano stati compagni di disgrazie per molti anni. Ormai lei lo conosceva come le proprie tasche "Chissà se nei suoi ultimi giorni aveva già capito che sarei finito qui" qui sul divano di Guren, con Guren, a bere e parlare come vecchi amici. Sicuramente sì, era troppo intelligente per non averci pensato - Non voleva rendere la nostra situazione più... difficile di quanto già non fosse. E almeno per quanto riguardava il mio lavoro, aveva spazio di manovra sufficiente per aiutarmi-

☆ 𝑂𝑛𝑒 𝑑𝑎𝑦 𝑡𝑜 𝑐𝒉𝑎𝑛𝑔𝑒 𝑒𝑣𝑒𝑟𝑦𝑡𝒉𝑖𝑛𝑔 ★ 𝑀𝑖𝑘𝑎𝑦𝑢𝑢 Where stories live. Discover now