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Yuu's P.O.V.

Yuu rimase ad ascoltare attentamente tutto ciò che il biondo aveva da dirgli. Rimase lì, fermo e immobile, la testa poggiata vicino alla sua spalla, le mani raccolte verso il suo corpo e gli occhi piantati sulla figura dell'altro, concentrati nel cogliere ogni minima sfaccettatura del discorso. L'angelo parlava di fretta, come se volesse affrettarsi nel voler dare respiro a tutti i pensieri e a tutte le vicissitudini che lo avevano portato lì su quel prato con lui. Era come vedere in diretta lo spaccarsi di una diga. Dapprima vi è solo un rigagnolo d'acqua, lento ed innocuo che poi si trasforma velocemente in una violenta e indomabile cascata. Lì in mezzo a quel prato cremisi, il suo costume spiccava come una rosa bianca in un roseto colmo di rosso, i suoi capelli d'oro gli ricadevano davanti al viso come una morbida carezza, le sue dita guantate giocherellavano distrattamente con i fili d'erba, le morbide ali bianche che ampie e morbide gli premevano contro la guancia, procurandogli un leggero solletico. Era una visione artistica, bellissima. Sembrava per davvero un angelo. Yuu non si sarebbe stupito se un pittore passando da lì avesse voluto ritrarre l'altro in quel momento colto dall'idea irrefrenabile di voler conservare quell'immagine per sempre. Mentre a lui bastava essere lì, ad imprimersi nella mente le parole dell'altro, a cercare di conoscere meglio quello sconosciuto che lo aveva attratto a sé fin dal primo istante. Yuu non aveva mai creduto nei colpi di fulmine, per quanto gli altri lo considerassero un idiota non era mai stato così stupido da crederci sul serio, ma quel bellissimo ragazzo dagli occhi tristi lo stava facendo ricredere nel giro di una notte. L'angelo gli raccontò tutto, del suo rapporto con la madre, con lo zio, con il suo migliore amico, di quanto lui si fosse impegnato nell'essere un figlio perfetto e ubbidiente per poi venire ripagato a pesci in faccia, della famiglia di sua madre, che scoprì essere gli Hiragi, tutto. E per quanto il suo cuore sanguinasse nel sentire come la voce glaciale dell'angelo si spezzasse davanti certi argomenti, come per esempio le cose che gli mancava fare con sua madre, tipo parlare di come avessero trascorso la giornata davanti ad un piatto di noodles, oppure di quanto sentisse il peso della sua nuova libertà e di come quest'ultima non fosse altro che un costante promemoria della sua nuova e spiacevole situazione, un'altra piccola parte di lui si sentiva sollevato, capito. Non aveva mai avuto modo di conoscere qualcun altro che avesse avuto una situazione familiare disastrosa quanto la sua, e beh... il fatto che l'angelo stesse condividendo con lui le sue esperienze e i suoi sentimenti lo faceva sentire meno solo. Era bello quanto doloroso, potersi rispecchiare in qualcun altro.

Il racconto del biondo parve andare avanti per ore, prima che la sua voce diventasse incerta - Beh ecco, questo era tutto...- disse guardandolo di sfuggita, come se lui tra tutti potesse giudicarlo, come se potesse ghermire il suo cuore e infrangerlo come una statuina di vetro.

Yuu gli sorrise, tentando di trasmettergli ciò che provava - Non posso credere che tu ti sia tenuto tutto questo per te- affermò occhieggiando di sfuggita una delle mani dell'altro, adesso ferma, in allerta - Dev'essere stato molto difficile...-

L'angelo lasciò andare un profondo sospiro che gli svuotò i polmoni - Non immagini quanto- disse amaramente, gli occhi di nuovo puntati sul cielo sopra di loro, persi in dei ricordi che lui non avrebbe mai potuto raggiungere quasi come le stelle di quel mondo ultraterreno.

" O la va o la spacca" pensò avvicinando una mano alla sua, facendo in modo che si sfiorassero - Sai... io credo che forse dovresti parlare con tuo zio, chiarirvi- gli consigliò, mentre una parte di sè, una parte molto molto molto di nicchia, continuava a suggerirgli che il nome dello zio, Shinya lo avesse già sentito da qualche parte. Purtroppo per lui, la sua memoria faceva acqua da tutte le parti. Ormai ci era abituato. Se i ricordi della sua infanzia prima di Guren erano paragonabili a un mucchio di colori mescolati alla rinfusa senza un ordine o una forma precisa, i ricordi del passato erano delineati in una forma precisa, ma caotici. La sua memoria non era buona per niente, che ciò dipendesse dagli shock subiti da bambino o da qualcos’altro, non lo sapeva proprio. Alcune cose poteva ricordarsele anche per anni, altre invece, se pur importanti, potevano svanire di colpo dal suo cervello, lasciandolo inerme. Non aveva nessun controllo su di loro, e questo lo lasciava sempre con una grande frustrazione addosso.

☆ 𝑂𝑛𝑒 𝑑𝑎𝑦 𝑡𝑜 𝑐𝒉𝑎𝑛𝑔𝑒 𝑒𝑣𝑒𝑟𝑦𝑡𝒉𝑖𝑛𝑔 ★ 𝑀𝑖𝑘𝑎𝑦𝑢𝑢 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora