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La cena è andata alla grande, non ho mai visto le persone brindare tanto come stasera.
Le risate sono state sonore e vivaci.

Abbiamo gustato un ottimo pasto, Duncan ha fatto parecchie elemosina sotto al tavolo, poi si è arreso, andandosi a coricare sulla poltrona di Paolo.

Abbiamo cercato di scalzarlo ma ci hanno intimato di non importare, è solo un cane ed il pelo si potrà aspirare con l'aspirapolvere domani.

Tagliamo la torta che Hannah ha fatto preparare per papà, l'unica pecca della serata, è proprio Leonardo, il suo sguardo non si incrocia mai con quello di Paolo e quando avviene, dura poco ed è teso.

«Allora... Ariadne... sei all'ultimo anno di superiori eh?
Cosa vorrai fare dopo?» credo che questa sarà la domanda che mi verrà posta più spesso fino a giugno del prossimo anno, fino a quando qualche college non accetterà la mia domanda e sarò pronta a partire.

«Economia, vorrei entrare nel campo dell'imprenditoria per aprire un locale insieme a papà.» il sorriso di Hannah è dolcissimo, è contenta del nostro rapporto così solidale, ricordando del locale vivo e sempre pieno che aveva mio papà all'epoca.
«Beh... mi sembrano piani molto interessanti... perché non prendi spunto da lei?» si intromette Paolo, in seguito appallottola il tovagliolo, lanciandolo.

Colpisce Leonardo contro alla fronte, per poi cadere sulla sua fetta di torta.

Leo si passa la lingua sui denti mordendosi il labbro inferiore, sta contando nella sua mente per non fare una brutta figura.
«Non è questo il momento di parlarne...» interviene Hannah, guarda mio padre, una mossa tattica per fargli capire la pesantezza della situazione.

Papà c'era, nei quindici anni in cui Hannah è rimasta sola, insieme a quella mentecatta di mia madre, le hanno dato aiuto, ricordo che ero molto piccola, Leonardo mangiava e dormiva da noi, era sempre con Dorian a giocare in giardino.

Quando Paolo è ritornato, anche papà era restio dal perdonarlo ma per quanto riguarda Leonardo, la faccenda è totalmente delicata.

«Leonardo fa il meccanico, mi pare che si spacchi la schiena da mattina a sera mettendo in mezzo anche il fatto che giochi a basket con gli altri.» cerca di salvare la situazione mio padre ma Paolo non è convinto, «Ha plichi di lettere che continua puntualmente a respingere... per quale motivo non si sa!» non sapevo della faccenda delle lettere, cerco di non farmelo importare quando Leonardo batte il gesso contro alla tavola, «Ma insomma... ti sembra il caso di spiattellare i cazzi miei davanti a tutti?!» mi porto le mani davanti alla bocca.

Ormai ha innescato la bomba, anche Hannah ha ripreso posto, totalmente rassegnata.

«Tieni i segreti ai tuoi amici Leo?
Ti vergogni?!
Io ti sprono!» si alza scattando e Leonardo lo segue nel gesto, obbligando mio padre, seduto nel mezzo, a tirarsi su di conseguenza.

«Non mi stai spronando a fare niente che non sia sputarti in un occhio!
Sono cazzi miei e come tale, decido io chi rendere partecipe e quando farlo!» urla, gli si avvicina pericolosamente.

Mio padre è in mezzo, è pronto a spingere qualcuno in caso la situazione si facesse troppo pesante.
«Per me stai buttando la tua vita, moccioso!
Sei insignificante.» «Mai quanto te!
Sparisci per quindici anni e ti permetti di ritornare a dettare regole e a farmi fare figure di merda davanti a tutti!» dal nulla, Paolo lo schiaffeggia in pieno volto.

Conosco Leonardo, so anche che è un bravo ragazzo e difficilmente trova da dire con le persone, quando ciò avviene, è perché lo hanno portato al limite, mettergli le mani in faccia, è una di quelle cose.

Si avventa contro a suo padre.

Duncan, incline alle liti, abbaia come sempre, mi alzo, afferro Leonardo per la maglietta e cerco di tirarlo verso di me ma è una forza della natura.

È mio padre a mettersi in mezzo.
Spinge indietro Paolo, con uno scossone, torna immediatamente in sé, mentre Leo si accorge di avermi attaccata al suo braccio.

Mi allontano, mi guarda, mi squadra, sposta il suo sguardo a sua madre e poi a mio padre: «Scusate!» abbandona la scena salendo su per le scale per sbattere la porta di camera sua una volta giunto in mansarda.

Afferro Duncan per il collare, ha cercato di inseguirlo ma non è un gioco.

«Paolo... non è compito mio dirti come devi allevare tuo figlio, ma finché ti porrai con il pugno di ferro dopo tanti anni di assenza, ti vedrà sempre come un nemico.» afferma mio padre, guardo Hannah, è scossa e si vede.

Le faccio cenno con il capo che vorrei raggiungere Leonardo e mi mostra un mezzo sorriso triste mentre i due uomini dibattono su come allevare un figlio.

Salgo la scala che mi porta al loro piano di sopra, percorro il piccolo corridoio prendendo la scala a chiocciola ed in un soffio sono in mansarda da lui, appoggio la mano alla maniglia, scatta, sono pronta ad entrare.

Spazio Autrice🩵
Eccomi qui con il capitolo che avrebbe dovuto essere quello di mercoledì, e per festeggiare le 5k visual.
Come mai Leo respinge le lettere del college?
Alla prossima 🩵

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