CAPITOLO 10

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Le luci colorate della città ci diedero il benvenuto con tutta la loro bellezza. I palazzi, i grattacieli, i negozietti, le auto, l'asfalto, l'odore di smog e del fioraio di fronte che inondava l'aria mi erano mancati.

Sospirai, uscendo dalla vettura. Avevano parcheggiato l'auto proprio davanti al mio appartamento e ora giaceva accanto ad una porche bianca. Guardai Chris che con occhi splendenti si girava intorno, assaporando ogni piccolo dettaglio. Ero certa che anche a lui gli era mancato tutto questo.

La sua mano destra penzolava al suo fianco, così bella e invitante. Mi avvicinai e mentre lui era fisso su una vetrina, intrecciai le nostre dita. Portava un anello di metallo sull'indice, freddo al contatto. Rabbrividii per quell'insieme di emozioni e spostai i capelli in modo da crearmi una barriera contro i suoi occhi. Mi stava fissando, ne ero sicura.

Sentii la sua mano stringere la mia ancora più forte. Mi accarezzava le nocche con delicatezza.

"Potrei stare ore in questa posizione".

Agganciai il suo sguardo, stupita.

"Riusciresti davvero a resistere?"

Scoppiò a ridere, afferrando il mio mento tra il pollice e l'indice.

"Stai scherzando? Non ci riuscirei neanche mezz'ora".

Alzai gli occhi al cielo, sorridendo. Ovviamente il suo ormone non avrebbe retto così a lungo.

"Ti amo anch'io, sai?"

Ogni parte del suo viso si allargò in un'espressione basita. Non si aspettava una tale frase in quel momento. Forse non se l'aspettava e basta.

Aprii le labbra, mostrando i denti, sentendo dentro il cuore che accelerava i battiti. Neanche io m'immaginavo una tale reazione. Non so, credevo avrebbe annuito senza proferire altro, eppure quello sguardo, quei suoi occhi così luminosi, quel sorriso, la sua bocca sulla mia. Era stato tutto così improvviso che avevo smesso di respirare.

In quell'istante, mentre la sua lingua cercava disperatamente la mia in un contatto ardente, in lontananza, si sentirono dei tuoni e qualche goccia cominciò a picchiettare sulla mia guancia. Pochi secondi e pioveva a dirotto. Chris si staccò ridendo, coprendosi con il cappuccio della sua felpa. Io non ne possedevo ed ero vestita abbastanza leggera. Non si preveda un tale rovescio. Imprecai mentalmente sentendo i miei capelli inzupparsi sempre di più.

"Siamo solo una goccia nell'oceano. Un cambiamento nel tempo. Eppure tu, si, proprio tu, sei il mio paradiso".

Strabuzzai gli occhi verso quel ragazzo tanto alto. Le gocce che attraversavano le ciglia mi appannavano la vista. Tuttavia il suo sorriso illuminava il buio, illuminava ogni cosa.

Presi il suo viso tra le mani e arrampicandomi strinsi il suo corpo al mio. Mi alzò di peso in modo da permettermi di avvolgere il suo busto con le mie gambe.

Lo coccolai tra le mie braccia, mentre lui mi stringeva la schiena appoggiato alla mia spalla.

Intanto la pioggia aumentava e ormai i vestiti erano così zuppi che il loro colore si scurì e sentivo la loro pesantezza.

"Mi sembra il caso di rientrare, prima che ti prenda il raffreddore".

Annuii e feci per scendere da lui.

"Non ho detto che puoi muoverti".

Lo guardai curiosa, ricevendo un sorriso sghembo.

Mi portò dentro il mio appartamento di peso. Mi poggiò sul letto con delicatezza e riprese possesso delle mie labbra.

Il suo corpo bagnato dalla pioggia, liscio come la seta con l'odore di muschio che mi avvolgeva le narici fu tutto mio, quella notte.

Ormai mattina i miei occhi si abituarono quasi subito alla penombra della stanza. L'aria fresca dalla pioggia era entrata durante la notte dalla finestra aperta che mostrava qualche auto che di tanto in tanto sfrecciava sull'asfalto.

Sixth Month ~Chris Hemsworth~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora