1 ― Non vivo senza di te

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― 𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝑼𝒏𝒐 ―
𝑵𝒐𝒏 𝒗𝒊𝒗𝒐 𝒔𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒅𝒊 𝒕𝒆

Il rumore assordante delle sirene dell'ambulanza susseguito dai passi frenetici dei paramedici arrivò come il rombo di un tuono alle orecchie degli infermieri del pronto soccorso; un crescendo lento e quasi straziante, ma capace comunque di metter...

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Il rumore assordante delle sirene dell'ambulanza susseguito dai passi frenetici dei paramedici arrivò come il rombo di un tuono alle orecchie degli infermieri del pronto soccorso; un crescendo lento e quasi straziante, ma capace comunque di metterli in allerta e pronti per assistere qualsiasi tipo di paziente avesse varcato la soglia della sala d'attesa dell'ospedale. La porta venne spalancata nel giro di qualche istante da uno dei paramedici, trasportando dietro di sé una barella con sopra uno ragazzo e - come da prassi - gli infermieri e il medico di guardia del pronto soccorso andarono subito in contro a quello che sarebbe stato il loro quarto paziente di quella giornata non ancora giunta a termine.

«Chi abbiamo qua?» a prendere parola fu il medico di turno: un uomo attempato dal naso sporgente e quasi del tutto calvo. Sfogliava distrattamente i dati generali che i paramedici avevano preso durante il viaggio in ambulanza, alternando di tanto in tanto lo sguardo da essi verso il paziente. Sembrava pensieroso, a tratti dubbioso di ciò che aveva davanti agli occhi.

«Maschio, asiatico, ventotto anni: ha avuto due crisi epilettiche nel giro di mezz'ora. Gli abbiamo somministrato cinque milligrammi di Diazepam via aerea, ma il paziente non sembra reagire in maniera positiva al farmaco»

«Okay portatelo nell'ambulatorio numero tre e dite agli infermieri di somministrargli altri cinque milligrammi di Diazepam in vena però. Ora arriverò anche io e procederemo con il resto degli esami e faremo anche una tac se necessario» il medico aveva impartito nuovi ordini all'equipe dei paramedici e questi li avevano eseguiti senza batter ciglio; del resto loro non potevano di certo perdere tempo quando tra le mani avevano le vite di altre persone.

«E lei sarebbe?» domandò di nuovo il medico scostandosi di poco dal ponte del naso gli occhiali spessi e rotondi.

«Kim Taehyung...sono il m-marito di Jeon Jungkook, il ragazzo che è appena arrivato qua con l'ambulanza. Sono stato io a chiamare i soccorsi» da quando aveva chiamato i paramedici e l'ambulanza, Taehyung non aveva lasciato per un solo istante il fianco di Jungkook. Così come durante il viaggio in ambulanza, dove - pur lasciando tutto lo spazio necessario ai paramedici - aveva stretto la propria mano a quella debole e pallida del compagno, pregando e sperando affinché tutto andasse per il meglio. E quando con l'ambulanza avevano varcato la soglia del pronto soccorso Taehyung si era fatto momentaneamente da parte, ascoltando ogni singola informazione che i paramedici riferivano al medico, medico di cui era sicuro che avrebbe visitato Jungkook e da cui sperava di ricevere buone notizie in seguito.

«Ha fatto benissimo signor. Kim a chiamare i soccorsi» il medico gli regalò un breve accenno con il capo prima di allungare la propria mano verso l'altro nella speranza che quest'ultimo ricambiasse la stretta «Sono il dottor. Kang Hyonsu e con la mia equipe farò in modo di capire da che cosa sono state causate queste crisi epilettiche. Stia tranquillo, suo marito è in buone mani»

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