3 ― Buongiorno signor. Kim

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― 𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝑻𝒓𝒆 ―
𝑩𝒖𝒐𝒏𝒈𝒊𝒐𝒓𝒏𝒐 𝒔𝒊𝒈𝒏𝒐𝒓. 𝑲𝒊𝒎

Quella mattina Taehyung si alzò a fatica dal letto: il sole era già bello alto nel cielo e la vita al di fuori delle mura di casa sua era già frenetica come al suo solito, ma Taehyung invece no, perché il desiderio impellente di chiudere la svegli...

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Quella mattina Taehyung si alzò a fatica dal letto: il sole era già bello alto nel cielo e la vita al di fuori delle mura di casa sua era già frenetica come al suo solito, ma Taehyung invece no, perché il desiderio impellente di chiudere la sveglia e di sprofondare ancora un po' nel mondo dei sogni si faceva sempre più grande e insistente in lui. Quanto avrebbe desiderato rimanere ancora a poltrire tranquillo. Sapeva però che il dovere lo chiamava e, che se non era la sveglia a chiamarlo, sarebbe stato qualcun'altro a qualche stanza di distanza. Quindi – racimolando tutta quella poca forza di volontà che gli rimaneva – il ragazzo si era alzato dal letto, aveva sostituito il pigiama con abiti più comodi ed era poi andato in cucina a preparare la colazione.

Quella sua nuova routine sembrò però andare diversamente quel giorno, perché non appena uscì fuori dalla propria camera da letto Taehyung udì – al contrario del solito silenzio tombale – il rumore della televisione accesa. Si diresse quindi direttamente in salotto, notando come questo fosse appunto occupato «Buongiorno Jungkook, che sorpresa vederti già sveglio»

«Non avevo molto sonno» il minore – avvolto al momento in una coperta azzurrina e seduto a gambe incrociate sul divano – nel sentire quelle parole, aveva distolto il suo sguardo dall'ennesimo episodio di Winnie the Pooh per prestare tutta la sua attenzione a Taehyung «Comunque buongiorno signor. Kim»

Al maggiore quella frase lo distrusse più di quanto pensasse, perché nonostante fossero passati due anni da quando Jungkook sembrava ormai aver rimosso qualsiasi collegamento tra il nome e il volto di Taehyung, quest'ultimo sembrava quasi non accettarlo e sperava che da un momento all'altro Jungkook potesse ricordarsi di lui e ricominciasse a trattarlo come sempre. Perché a Taehyung mancava ricevere il solito bacio del buongiorno da parte del più piccolo, così come gli mancava averlo a fianco e la loro intimità. Il maggiore infatti non dormiva più nello stesso letto che era solito condividere con il più piccolo e – per quanto questo aveva contribuito ad annullare completamente l'intimità tra i due – non era questo che lo faceva stare peggio: a Taehyung mancava avere il calore del corpo del più piccolo accanto a sé, gli mancava tremendamente stringere il suo corpo durante la notte per tenerlo al caldo e coccolarlo; baciargli il capo per augurargli la buonanotte, questo era quello che gli mancava di più. Gli mancava suo marito; la sua esatta metà, la complicità che avevano, il loro ridere e scherzare: tutto. Tutto ciò che i due avevano costruito nel corso degli anni e della loro relazione si era ridotto ad un rapporto di due estranei conviventi sotto lo stesso tetto e Taehyung soffriva per questo, tremendamente tanto.

All'inizio fu difficile convincere Jungkook a far rimanere Taehyung in casa – in fondo per lui si trattava solo di un estraneo – e solo dopo diversi interventi delle forze dell'ordine e un'adeguata spiegazione da parte del maggiore alla polizia riguardo la salute medica del più piccolo si era giunti ad una sorta di accordo tra la polizia e le probabili chiamate che Jungkook avrebbe fatto in seguito riguardo l'intrusione di un estraneo in casa sua. Fortunatamente però le chiamate cessarono dopo poche settimane perché Jungkook sembrava non vedere cattiveria nei confronti di quello che era suo marito.

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