Rimettere insieme i pezzi

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Il cielo quella sera era più limpido del solito. Le stelle sembravano incredibilmente più grandi di qualunque altra notte. O forse era solo Wilhelm ad avere quella sensazione, steso su un prato fra le braccia del suo ragazzo e immerso nel silenzio più totale, fatta eccezione per il battito regolare di Simon che riusciva a sentire grazie all'orecchio posato nel suo petto.

Si trovò a chiudere gli occhi per imprimere nella sua mente la sensazione di benessere e serenità che provava in quel preciso momento, una sensazione ben diversa da quella che negli ultimi giorni, invece, lo aveva intrappolato. Capitava spesso a Wilhelm di avere quei momenti. Momenti in cui milioni di pensieri si ingarbugliano nella mente, tanto da non farlo quasi respirare. Alcuni pensieri lo accompagnavano ogni giorno, altri nascevano all'improvviso unendosi a quel groviglio, altri ancora erano così folli da palesarsi come lampi, per poi sparire con la stessa velocità con cui erano arrivati. Un vero gomitolo di pensieri che solo una persona riusciva, piano piano, a srotolare: Simon. Se c'era una cosa più costante del suo continuo overthinking, quella era sicuramente la capacità del corvino di far sparire solo con sua presenza il malessere che spesso si trovava ad inglobarlo come un buco nero. Si sentiva anche fin troppo sdolcinato, Wilhelm, nel pensare a quanto amasse il suo ragazzo, ma tant'è.

La verità era che il principe aveva smesso già da un pezzo di sentirsi in difetto per l'amore che provava verso Simon, sostituendolo con la gratitudine nell'avere di fianco a sé una persona che lo capiva, senza dover dire troppe parole. Quella sera era una di quelle volte. Simon sapeva benissimo perché il biondo fosse piombato a casa sua in tarda serata per chiedergli di fare un giro, motivo per cui non aveva esitato un solo istante prima di prendere le sue cose e partire con lui.

Era il giorno precedente all'anniversario della morte di Erik, un giorno per Wilhelm terribilmente difficile, nonostante fossero passati già 5 anni. Eppure, al principe sembrava di risentire la stessa chiamata ancora, e ancora e ancora. Nella sua testa rimbombava la voce di sua madre che gli comunicava dell'incidente, mentre Wilhelm non voleva nient'altro che silenzio.

E ora eccoli lì, stesi in una coperta che aveva recuperato Simon prima di uscire, ad ascoltare nulla eccetto i suoni delle cicale, dei grilli, qualche gufo in lontananza e la scia di qualche aereo che passava sopra le loro teste.

«Hai freddo?» spezzò dopo un po' il silenzio Simon.

«No, sto bene. E tu?»

«Sto benissimo» rispose Simon con un lieve sorriso, sistemandosi meglio per far stare Wilhelm il più comodo possibile.

«Secondo te quella è una costellazione?» gli domandò Wilhelm indicando un gruppo di stelle vicine.

«Wille lo sai che sono negato su queste cose, per me sono veramente tutte uguali» rispose ridendo.

Wilhelm restò un paio di secondi in silenzio.

«Erik conosceva bene le stelle, se fosse qui si metterebbe a raccontarci ogni dettaglio e ad elencarci tutti i nomi fino a farci impazzire» sussurrò con un sorriso amaro. In risposta, Simon lo strinse più forte, lasciandogli un bacio nei capelli che profumavano di miele.

«S-Simon? Posso farti una domanda stupida?» chiese con un po' di esitazione.

«Certo»

«Credi che Erik sia fra quelle stelle?»

«Perché pensi sia una domanda stupida?»

«Non lo so, mi sento un bambino a pensare a queste cose»

Simon si prese un attimo prima di rispondere a Wilhelm. Non era affatto una domanda stupida, ma voleva trovare le parole più giuste per farlo stare meglio.

Young Royals - Moments in the sunWhere stories live. Discover now