Tra il sole e le stelle

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Simon fin da bambino adorava il mese di agosto. Il caldo si attenuava, le città si svuotavano – per quanto Bjärstad potesse considerarsi una cittadina affollata – e soprattutto le notti si aprivano in immensi cieli stellati. Ogni anno il corvino si ritrovava con il naso all'insù, alla ricerca di qualche fascio di luce improvviso che si rivelasse essere una stella cometa. Del resto, quell'amore era nato molti anni prima, quando chiedeva a sua madre Linda di raccontargli sempre la stessa storia prima di dormire.

Una storia che parlava di un bambino povero ma dal cuore buono, preso in giro da tutti i suoi compagni per i suoi vestiti rotti e le sue scarpe bucate. Viveva in una piccola casa in mezzo alla campagna, costretto a prendersi cura insieme alla madre del padre gravemente malato. Un giorno, all'improvviso, una fata si materializzò nel paesino dove viveva, annunciando a tutti i presenti che presto una pioggia di stelle cadenti si sarebbe abbattuta nel cielo. E promettendo che "coloro che possiedono un cuore onesto e sincero avrebbero visto i propri desideri avverarsi". Così, tutti gli abitanti si erano recati nella collina più alta del paese, dove speravano di poter vedere per primi quel fascio di luce. Tutti tranne il piccolo protagonista, costretto a rimanere a casa per badare alla sua famiglia. Restò tutta la sera accanto al padre, posando bende fresche sulla fronte dell'uomo, bollente a causa della febbre alta.

«Devo andare al fiume a bagnarle di nuovo, padre. Torno subito» disse ad un certo punto.

E partì per andare a bagnare i tessuti con acqua pulita. Introdusse le mani nell'acqua congelata e trasalì per un istante. "Quanto vorrei che mio padre guarisse. Quanto vorrei una vita migliore", si ritrovò a pensare per l'ennesima volta quella sera. Ma qualcosa di diverso quella sera c'era. In quell'istante una scia luminosa apparve sopra alla sua testa. Il bambino sgranò gli occhi, percependo dentro di sé qualcosa cambiare. Corse a casa, lasciando nel bordo del fiume tutte le bende. Spalancò la porta e i suoi occhi sgranati lasciarono il posto ad un enorme sorriso. Suo padre era in piedi, in forze e sorridente insieme alla madre, mentre la casa risplendeva di gioielli, di cibo e di mobili nuovi di zecca. Il bambino corse da suo padre per abbracciarlo, consapevole che la sua nuova vita era appena iniziata.

Simon amava quella storia. La amava perché da piccolo non poteva non rivedersi in quel bambino indifeso, pieno di preoccupazioni e pensieri fin dalla sua giovane età, con un padre in difficoltà e bisognoso delle sue attenzioni. Aveva smesso di contare le volte in cui aveva desiderato trovare quella stella cadente, quella in grado di realizzare tutti i suoi desideri e renderlo finalmente felice.

Crescendo, naturalmente, il corvino aveva imparato che non sarebbe arrivata nessuna fata a salvarlo, tantomeno una stella in grado di realizzare i suoi sogni. Eppure, non aveva smesso di cercare quel fascio di luce, non aveva rinunciato a quella speranza di poter affidare alle stelle i suoi desideri più intimi e vedere anche le sue più recenti preoccupazioni svanire magicamente.

Lui e Wilhelm stavano insieme da ormai 6 mesi, eppure nessuno sapeva nulla di loro. Vivevano la loro storia in segreto, fra le mura della scuola, del palazzo e fra le stradine più deserte di Bjärstad. A Simon stava bene, gli aveva promesso che avrebbe aspettato il momento più giusto per il Principe. Eppure, più il tempo passava, più Simon si sentiva bene e al sicuro con lui, più aveva voglia di urlare ai 4 venti che Wilhelm era il suo ragazzo.

Lo amava, non aveva dubbi. E per la prima volta sapeva di essere ricambiato, che quel loro vedersi di nascosto era qualcosa di temporaneo e che presto il biondo avrebbe rivelato tutto. Ma allo stesso tempo, sapeva che ogni minuto passato a nascondersi era un minuto che lo faceva soffrire.

Simon non aveva mai visto una stella cadente, ma era certo che se ne avesse mai vista una, quello sarebbe stato senza dubbio il suo desiderio. Essere libero, ed esserlo con Wilhelm. E come ogni mese di agosto, anche quell'anno si ritrovò con gli occhi rivolti verso il cielo.

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