Solo per 120 volte

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« E un-due-tre-quattro, un-due-tre-quattro, un due-tre-quattro. Ok fermatevi tutti. Ottimo lavoro, due minuti di pausa e ricominciamo».

«Oh Dio, grazie al cielo» esclamò Simon senza fiato, lasciando i palmi sudati di Wilhelm e piegandosi in avanti cercando di far riprendere ossigeno ai polmoni.

La sala in cui stavano provando – ormai da ore – il valzer classico era senza dubbio una delle più belle che Simon avesse mai visto in vita sua. Le pareti erano interamente coperte d'oro e di affreschi, mentre sul soffitto si estendeva un enorme mosaico dai mille colori. Uno spettacolo mozzafiato, senz'altro. Peccato che tutte le sue energie e le sue attenzioni fossero rivolte a quegli stupidi passi e a quelle stupide piroette che avrebbe dovuto imparare entro una settimana, prima del ballo di corte. Ci teneva tanto a partecipare con Wilhelm e soprattutto a non fargli fare brutta figura. Voleva essere un accompagnatore all'altezza del suo principe, che di certo avrebbe avuto gli occhi puntati addosso per tutta la serata. Non poteva farlo sfigurare. Dal canto suo, Wilhelm era molto più esperto in quanto a balli e danze. Era stato cresciuto così fin da piccolo ed era per natura anche un ottimo ballerino. Per questo ora si trovava nella sala a ridacchiare e a posare una mano sulla schiena del fidanzato ancora piegato in avanti dalla fatica, con le mani posate sulle ginocchia.

«Ti senti bene?» chiese infatti divertito.

«Si- si certo» rispose Simon a corto di fiato.

«Oh lo vedo, sei anche già truccato per caso? Sei pallido come un cadavere» ridacchiò

«Sei simpatico, ti ringrazio molto dell'aiuto»

Wilhelm sorrise, prima di allontanarsi per prendere una bottiglietta d'acqua, aprirla e consegnarla al suo fidanzato.

«Tieni»

Simon prese un lungo sorso, deglutendo rumorosamente, prima di asciugarsi il sudore che ricopriva la sua fronte con un fazzoletto di carta.

«Il valzer non dovrebbe essere....che ne so...lento?? Perché sto sudando così tanto?»

«Devi concentrarti, questo richiede comunque fatica. E poi proviamo da ore: è normale che tu sia esausto»

«Si proviamo da ore e ti avrò pestato i piedi almeno 200 volte» rispose imbronciato.

«Maddai amore, non fa niente. Imparerai, hai ancora una settimana. E poi secondo me sono state al massimo 150», aggiunse con una risatina buona.

Simon lo fulminò con gli occhi, pur non trattenendo un sorriso. Sorriso che poi si spense immediatamente e che lasciò spazio ai suoi pensieri più intimi. Avevano promesso di essere sempre sinceri fra loro, ed era quello che cercavano di fare sempre, per ogni cosa, anche la più sciocca.

«È che voglio metterti in imbarazzo. Se preferisci ballare con qualcun altro io lo capisco, davvero»

«Ma che stai dicendo? – chiese il biondo allarmato – Non desidero nessun altro cavaliere!»

«Si ma-» provò a interromperlo Simon

«Nessun ma. Riuscirai a migliorare entro sabato prossimo, e se così non fosse chiederò che le luci siano più basse, così nessuno vedrà quanto sei imbranato» disse prima di scompigliargli tutti i ricci.

Simon sorrise, lo tirò verso di sé per un braccio prima di incastrare le sue mani dietro al suo collo e lasciargli un bacio dolce e leggero.

«Anche se continui ad insultarmi sei davvero dolce»

«O con te o con nessuno, chiaro?» gli disse il principe guardandolo fisso negli occhi.

Simon sorrise, ma prima che potesse rispondere l'insegnante fece rientro nella sala, seguita dagli altri partecipanti al corso.

Young Royals - Moments in the sunWhere stories live. Discover now