Il nido del drago

Qui non arrivano gli angeli

Nella quiete delle ombre si perde,
vaga, tra i sussurri del nulla,
a piedi nudi, senza guida.
Nell'ombra dell'incertezza si avvolge,
come in un abbraccio materno,
dove ogni stella sembra lontana,
ogni luce eternamente notturna.

Il suo cammino si dipana tra le fiamme dell'inferno,
un percorso arso, in un labirinto di pensieri amaro.
Eppure, nel tormento, trova un conforto sinistro,
una danza macabra che invita alla gioia dell'isolamento.

Qui non arrivano gli angeli,
è il sussurro dell'ombra che lo corteggia,
un richiamo che risuona nell'eco,
di un silenzio perpetuo.

Il cielo piange stelle,
ma sulla sua pelle non cadono lacrime,
in quel deserto del cuore, solo la solitudine è reale.

E nell'abissale oscurità, un drago emerge,
specchio del suo spirito,
un riflesso ardente delle sue paure,
dei suoi desideri,
del suo dolore.

Guarda negli occhi di quel mostro,
non vede terrore, ma una quiete sublime,
il richiamo del buio, la voce di una madre,
l'eco della solitudine.

Sulle ali del drago vaga,
a cavallo delle sue paure,
navigando nel mare del suo inferno,
danzando nella brace del suo silenzio.
Chiude le porte alla speranza
e sfreccia verso un sole nero.

Fuoco e cenere,
abisso e oscurità...

L'anima sua si spegne,
come l'ultima fiammella di una candela
nella notte più nera,
e l'eco della solitudine diventa il suo unico compagno, la sua musica silenziosa.
Il drago sprofonda nel buio,
il sole nero inghiotte il suo essere,
nel freddo abbraccio dell'oblio eterno.